Tommaso Vallauri
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Tommaso Vallauri (1805 – 1897), filologo classico, latinista e politico italiano.
Delle società letterarie del Piemonte
[modifica]- So, che l'usanza, la quale prese piede specialmente nel secolo scorso, di non leggere in alcune di queste accademie altro che frivoli componimenti poetici, ridondanti di amorose lamentazioni, diede loro sì mala voce, che a'giorni nostri quelle arcadie così famose una volta, sono riputate radunanze d'uomini scioperati, che spendevano inutilmente il tempo e l'ingegno. E veramente se dall'un canto noi badiamo alla grande illuvie di versi usciti da queste colonie arcadiche, i quali anzicché ispirare maschie virtù non mirano, che ad un vano diletto colla pittura di ridicole o sognate passioni, è pur forza il confessare, che i nostri buoni avoli abusassero alcuna volta dell'ozio, che la felicità de'tempi lor consentiva. (Libro I, cap. I, p. 14)
- Notabili poi sovra tutte le altre erano le publiche ragunate che tenevansi dagli illustrati in occasione di matrimonio di alcuno degli accademici. Queste venivano rallegrate dalla bellezza e dal sorriso delle novelle spose, che in mezzo al fiore delle donne della città ricevevano gli omaggi di vari componimenti poetici e di musicali concenti, loro offerti dall'accademia. Né scioglievasi l'adunanza senza che la sposa venisse presentata di qualche prezioso lavoro, come tra le altre racconta il Guazzo essere intervenuto alla signora Francesca sua cognata, alla quale in una publica sessione fu offerto a nome degli accademici un fermaglio d'oro. La qual cosa ho voluto notare non solo affinché i lettori fossero più compiutamente informati delle leggi e degli usi di quest'accademia; ma ancora perché parmi, che questo giovi a confermare la verità di quella sentenza, che dove le donne sono onorate dagli uomini, ivi è maggiore la civiltà. (Libro I, cap. II, p. 33)
- Nel 1545 Nicolò Copernico ridestando un'antica opinione di Pitagora, insegnò come la terra facesse intorno al sole un annuo giro da cui nasce la varietà delle stagioni, ed avesse inoltre un movimento di rotazione intorno al suo asse, per cui abbiamo la vicenda del giorno e della notte. Spiacque, come accade, ai seguaci di Tolommeo la nuova dottrina dell'astronomo di Norimberga, e tra i primi a sostenere la immobilità della terra fu l'accademia nata in Firenze l'anno 1550, che intitolossi Degli Immobili. (Libro I, cap. V, pp. 51-52)
- [Accademia di agricoltura di Torino] Un paese qual è il nostro Piemonte, il cui suolo fertile per natura, riscaldato da un benigno sole, inaffiato quasi in ogni parte da copiosi fiumi, e bellissimo per la varietà dei siti, che ora si distendono in vaste pianure, ora si abbassano in amene valli, e quando sorgono in ridenti e fruttiferi poggi; un paese siffatto doveva naturalmente invitare gli abitanti a cercare il modo di accrescere colla industria la naturale fecondità del terreno. E di fatto non pochi furono in ogni tempo i piemontesi, i quali o con ben intesi esperimenti, o con lodate scritture si studiarono di additare altrui la via più agevole a riuscire in questo intento. Ma le fatiche parziali di questi benemeriti dell'agricoltura non potevano produrre tutti quei vantaggi, che facilmente si ottengono quando un certo numero di persone animate dallo stesso desiderio si stringono insieme e si comunicano a vicenda le loro osservazioni e i loro trovati. Questa considerazione fu quella che indusse l'anno 1785 alcuni personaggi ragguardevoli per nascita, per cariche e per dottrina a pregare il Re Vittorio Amedeo III perché volesse acconsentire alla istituzione di una società intesa a promuovere in Piemonte gli studi dell'agricoltura. Accolse benignamente il Re la loro domanda, e il 24 di maggio dell'anno predetto degnossi di manifestarne il pieno suo gradimento. Non era appena scorso un mese dall'ottenuta grazia Reale, che la novella società videsi ordinata, e il 30 di giugno dello stesso anno ebbe luogo la prima adunanza. (Libro II, cap. IX, pp. 251-252)
Bibliografia
[modifica]- Tommaso Vallauri, Delle società letterarie del Piemonte. Libri due, Tipografia dei Fratelli Favale, Torino, 1844.
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