Tracy Spencer
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Tracy Spencer, pseudonimo di Louise Tracy Freeman (1962 – vivente), cantante, attrice ed ex modella britannica.
Intervista di Chiara Amati, corriere.it, 23 marzo 2023.
- [«Tracy, non le manca la notorietà degli anni Ottanta?»] No. Allora ero una cantante, forse più per coerenza che per scelta. Mia mamma faceva la ballerina, mia sorella anche: ci tenevano. Papà, invece, era un giocatore di rugby. Io mi sarei tenuta volentieri nelle retrovie, alla fine ho scelto di seguire le orme delle donne di casa. Lo ammetto: mi sono divertita! Quando sei giovane quello dello spettacolo è un mondo affascinante. Poi, però, ho scoperto di avere altri talenti. Oggi sono molto di più.
- La prima volta a Roma fu magica. Ogni settimana accompagnavo mia sorella Louise negli studi di Domenica In: era una delle soubrette di Pippo Baudo. Per mantenermi, ho cominciato a fare qualche lavoretto: pubblicità, servizi fotografici, qualche particina al cinema. C'era posto per tutte: le modelle arrivavano numerose dagli Stati Uniti, certe che tra Milano e Roma avrebbero trovato notorietà. Il sogno americano al contrario. Anzi no! Il sogno italiano. In molte ce l'hanno fatta, me compresa.
- [«Lei cosa ricorda dell'estate 1986?»] Tutto. Ero single, per la musica viaggiavo moltissimo. Grazie al Festivalbar mi sono trovata a tu per tu con artisti di cui ero fan: Simply Red, Rod Stewart, Boy George. Impazzivo per loro, loro non mi conoscevano. Peccato solo che non esistessero i cellulari. Avrei fatto un sacco di selfie. Quando penso di aver condiviso lo stesso palco con quei mostri sacri, mi sale un brivido lungo la schiena. Altri tempi, altra musica: c'era l'hard rock melodico degli Europe, il dance pop di Madonna, il pop geniale di Michael Jackson e Prince, il light dei The Communards, l'elettronico dei Depeche Mode, il synth con sfumature disco e dance dei Frankie Goes to Hollywood. Ognuno aveva il proprio stile. Oggi la musica mi sembra un po' tutta uguale, ma alla fine noi "vecchi" diciamo sempre così delle nuove generazioni...
- [«Aneddoti divertenti?»] I "giri" di case. Quando Sandy Marton si trasferì a Parigi, mi lasciò la sua casa milanese. La mia, più piccola, era un perfetto pied-à-terre per chi voleva trascorrere qualche giorno a Milano. Amadeus di tanto in tanto la occupava. All'epoca lavorava per Radio Deejay, io non lo conoscevo. Mi dicevano che era un numero uno, avevano ragione.
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