Umberto Giordano

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Umberto Giordano in un ritratto di Gaetano Esposito (Napoli, Conservatorio di San Pietro a Majella, 1896)

Umberto Giordano (1867 – 1948), compositore italiano.

Citazioni su Umberto Giordano[modifica]

  • Giordano adorava il passato, non nascondeva a nessuno la sua sconfinata ammirazione per i grandi padri del melodramma ottocentesco: Verdi, che egli giovinetto aveva conosciuto di persona ricevendone consigli e ammonimenti preziosi, restava il suo nume tutelare. Ma Giordano amava il presente, di cui egli stesso era un elemento vivo e operante, e Giordano ancora non diffidava dell'avvenire. Forse che a modo suo non aveva tentato l'avvenire, il maestro, componendo l'ultimo lavoro della sua scintillante collana operistica? (Franco Abbiati)
  • Il wagnerismo di un Giordano o di un Franchetti [...] è soltanto esteriore. Non c'è in essi relazione, o dipendenza, spirituale con Wagner, ma soltanto un atteggiamento della volontà verso una tendenza fraintesa. Non c'è in essi – e in altri – quell'alta umanità per cui si è propri e veri drammaturghi. Non ci sono svolgimenti diretti a una profonda conoscenza della propria ampiezza di vita. (Renato Fondi)
  • Umberto Giordano, morto di 81 anni, era coetaneo di tutti: come il vicino di banco più gradito, come il compagno di gioco più fantasioso, come il collega più premuroso e sollecito nel porgere la mano. Mi sembrava eterno, l'avrei giurato eterno: bello a vedersi fin negli ultimi anni del suo robusto cammino, diritto e forte come una quercia. Non s'era mai piegato alle avversità, non s'era ancora rassegnato ai tramonti. La sua sola presenza era consolatrice, generava invariabilmente l'ottimismo.
    Il suo viso aperto e confidente non sapeva atteggiarsi se non all'accoglienza cordiale, assolutamente disarmata. Spirito alacre, umore gioviale, non conosceva le stanchezze e le permalosità della gente matura. (Franco Abbiati)

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