Velleio Patercolo
Gaio Velleio Patercolo (ca. 20 a.C. – ca. 31 d.C.), storiografo romano.
Citazioni di Velleio Patercolo
[modifica]- È difficile mantenersi a lungo in uno stato di perfezione, e per legge naturale ciò che non può progredire regredisce. (dalle Historiae romanae ad Marcum Vinicium consulem libri duo, I)
- L'adulazione è sempre compagna di una grande fortuna.
- Semper magnae fortunae comes adulatio (Historiae romanae ad Marcum Vinicium consulem libri duo, II, 102)
Originale
[modifica][Epeus] tempestate distractus a duce suo Nestore Metapontum condidit. Teucer, non receptus a patre Telamone ob segnatiam non vindicatae fratris iniuriae, Cyprum adpulsus cognominem patriae suae Salamina constituit: Pyrrus, Achillis filius, Epirum occupavit, Phidippus Ephyram in Thesprotia. At rex regum Agamemnon, tempestate in Cretam insulam reiectus, tres ibi urbes statuit, duas a patriae nomine, unam a victoriae memoria, Mycenas, Tegeam, Pergamum.
Traduzione
[modifica]Epeo, portato da una tempesta lontano dal suo comandante Nestore, fondò Metaponto. Teucro, respinto dal padre per non aver vendicato con sufficiente prontezza l'offesa fatta al fratello, approdò a Cipro e vi fondò Salamina, chiamata così dal nome della sua patria. Pirro, figlio di Achille, si stabilì in Epiro, Fidippo in Efira, nella Tesprozia. A sua volta Agamennone, il re dei re, spinto da una tempesta sull'isola di Creta, laggiù fondò tre città, [chiamandole] due dal nome della patria, una per memoria della vittoria: Micene, Tegea e Pergamo.
Citazioni su Velleio Patercolo
[modifica]- Nello scegliere i fatti per la sua rapida rassegna [l'Historiae romanae] l'autore non è guidato dall'intelligenza della loro effettiva importanza; dà troppa parte all'aneddoto; commette sbagli troppo facilmente; si compiace di frapporre spesso le sue osservazioni e declamazioni, che di rado si levano al di sopra di semplici luoghi comuni; si interessa particolarmente dei caratteri personali, e qualcuno, p. es. Pompeo, gli riesce abbastanza bene; ma per lo più le sue caratteristiche si risolvono in una superficiale esagerazione di biasimo o di lode: gli uomini ch'egli definisce senza pari, nell'uno o nell'altro senso, s'incontrano a dozzine. (Carlo Giussani)
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