Vittorio Lugli

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Vittorio Lugli (1885 – 1968), scrittore, giornalista, critico letterario e docente universitario italiano.

  • Vorremmo non meravigliarci troppo delle novità e differenze, compiacerci piuttosto ogni volta che riusciremo a capire. Ci sembra che meriteremmo così di essere nella vita, finché sarà in noi questo desiderio di comprenderla, questa volontà di rispettarla sempre. (da Congedo, ristampa del 1947 de Il posto nel tempo: pagine dei quarant'anni, 1930; citato in Narratori di Emilia e Romagna, p. 119, Edizioni Mursia, Milano 1968)

Il maestro Verdi[modifica]

  • Un ritmo di vita meno convulso, più lento, e tuttavia arioso, vivace; le luci, i colori del mondo non così sfoggiati e crudi, pure caldi e brillanti. Questo vede (o gli pare) chi può tornar indietro di oltre cinquant'anni. (p. 120; citato in Narratori di Emilia e Romagna)
  • Anch'io piccoletto, fantasticavo, sognavo. Nel cortile ingombro di ceste, di carretti, di sacchi, mio padre cantava: «Sconto col sangue mio» o «Ai nostri monti», o «Calpesta il mio cadavere, ma salva, salva il Tovator» — Chi era il Trovatore? — chiedevo io, e già sapevo che si trattava di teatro, di un'opera. (p. 122; citato in Narratori di Emilia e Romagna)
  • Torrente di gioia del Barbiere [Gioacchino Rossini], ansia del finale di Norma [Vincenzo Bellini], come un presagio del Tristano [Richard Wagner], erano ignoti, o non avavano lasciato traccia: l'opera era Verdi, il Verdi della metà dell'Ottocento, della maturità piena e trascinante. (p. 124-125; citato in Narratori di Emilia e Romagna)

[Vittorio Lugli, Il maestro Verdi, da Tre mezzi secoli, ed. Neri Pozza, Venezia 1955; citato in Narratori di Emilia e Romagna, a cura di Giuseppe Raimondi e Renato Bertacchini, Edizioni Mursia, Milano 1968]

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