Władysław Szlengel

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Władysław Szlengel prima del 1939

Władysław Szlengel (1912 – 1943), poeta, satirista e attore teatrale polacco.

Citazioni di Władysław Szlengel[modifica]

  • La mia finestra dà su quel lato della strada | la mia sfacciata finestra di ebreo | guarda sul parco Krasiński | dove appassiscono le foglie autunnali. | Nella sera grigia e violetta | i rami fanno un inchino | e fissano, quegli alberi ariani, | la mia finestra di ebreo... | io non potrei guardare fuori | (una legge davvero esemplare), | i vermi ebrei... le talpe ebree... | debbono essere ciechi. | Stiano accucciati nei covili, nelle tane. || E io... quando cade la notte... | per tutto spianare, cancellare, | corro alla mia finestra al buio | e guardo famelico intorno... | rubo Varsavia dalle luci spente, | rubo rumori e fischi lontani, | profili di strade, di case, | monconi di torri malferme... | Rubo il profilo del Municipio | Ai miei piedi ho la piazza del Teatro. | Il mio Wachmeister, la luna, | mi consente il contrabbando d’amore. | Si infilano i miei occhi avidi | come un coltello nel seno della notte | nella silenziosa sera varsaviana, | nella mia città dalle luci oscurate... | E quando ho scorte sufficienti | per l’indomani, e forse più ancora | do l'addio alla città silenziosa, | e sollevo per sortilegio le mani... | socchiudo gli occhi e sussurro: | Varsavia... parlami... io aspetto... [...].[1]

Note[modifica]

  1. Da La finestra da quel lato della strada, in Cosa leggevo ai morti: poesie e prose del ghetto di Varsavia, traduzione e cura di Laura Quercioli Mincer, postfazione di Jarosław Mikołajewski, Sipintegrazioni, Casoria (NA) 2010, pp. 51-52. ISBN 978-88-6238-006-5. Riportato in Laura Quercioli Mincer, Czesław Miłosz: Un povero polacco guarda il ghetto storia di due poesie in tempo di guerra, pp. 15-16, unige.it.

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