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Walter Audisio

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Walter Audisio

Walter Audisio (1909 – 1973), partigiano e politico italiano.

Citazioni di Walter Audisio

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  • [Parlando di Benito Mussolini durante la sua esecuzione] Adesso gli sono di fronte, come prima: egli non si è mosso, continua il suo balbettio di invocazione. Vuol salvare solo quel grosso corpo tremante. E su quel corpo scarico cinque colpi. Il criminale si afflosciò sulle ginocchia, appoggiato al muro, con la testa reclinata sul petto. Non era ancora morto, gli tirai una seconda raffica di quattro colpi. La Petacci, fuori di sé, stordita, si mosse confusamente, fu colpita e cadde di quarto a terra. Mussolini respirava ancora e gli diressi, sempre col Mas, un ultimo colpo al cuore. L'autopsia constatò più tardi che l'ultima pallottola gli aveva troncato di netto l'aorta. Erano le 16.10 del 28 aprile 1945.[1]
  • [Messaggio inviato al Comitato centrale del Partito del Lavoro d'Albania] Cari compagni, in occasione del Tredicesimo anniversario della Liberazione della vostra Patria dagli invasori nazifascisti, a testimonianza della mia profonda ammirazione per l'eroico popolo albanese, vi invio in dono l'arma con la quale il 28 aprile 1945, venne giustiziato il criminale di guerra Benito Mussolini, per ordine del Comando Generale dei Partigiani Italiani.[2]
  • [Parlando di Benito Mussolini durante la sua esecuzione] Ogni uomo normale avrebbe pensato di difendersi ma Mussolini era al di sotto di ogni uomo normale e continuava a balbettare, a tremare, immobile con la bocca semiaperta e le braccia penzoloni.[1]
  • [Parlando di Benito Mussolini durante la sua esecuzione] Tremava livido di terrore e balbettava con quelle grosse labbra in convulsione: "Ma...ma...ma...ma signor colonnello. Ma...ma...ma signor colonnello". Nemmeno a quella donna [Clara Petacci] che gli saltellava vicino, che si muoveva di qua e di là, disse una sola parola. No: si raccomandava nel modo più vile, per quel suo grosso corpo tremante: solo a quello pensava: a quel grosso corpo appoggiato al muretto.[1]

Note

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