William Kentridge
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William Kentridge (1955 – vivente), artista sudafricano.
Citazioni di William Kentridge
[modifica]- Amo Trieste per Italo Svevo e il suo romanzo immenso, fatto di esperienze universali, vicine anche alla storia degli studenti di Johannesburg nel 1970. I temi assoluti valgono per anime diverse in ogni epoca e geografia.[1]
- I personaggi femminili, nei miei disegni, nei miei film e nei miei spettacoli, sono sempre stati fondamentali. Ma io non sono un romanziere: non ho la capacità di entrare nella mente e nella vita di un'altra persona; non riesco a stabilire un'empatia emotiva per poter scrivere o disegnare dal suo punto di vista. Sebbene siano ritratte in modo empatico, le "mie" donne sono filtrate dalla sensibilità di un uomo bianco di mezza età. [2]
- La ricerca di un artista consiste nello smantellare il mondo, per scomporlo in frammenti e ricomporlo in una veste diversa: ogni giorno rimodelliamo il mondo in noi stessi, assumendo pezzi di conversazioni telefoniche e di altri pensieri, fino a elaborare una versione di noi da mostrare agli altri. [2]
- Considero essenziale l'esperienza manuale. Non perché ritenga che ci sia una virtù morale assoluta nel fare a mano. Ritengo che sia la materia con cui lavoro a istruirmi: la creazione precede il pensiero e provoca il pensiero stesso. La combinazione di inchiostro, carta e pennello è parte del processo di costruzione del significato: per me, solo lo sporcarsi le mani ti consente di comprendere la connessione tra il gesto materiale e l'intuizione.[2]
- L'attività del disegno è un processo solitario, durante il quale non voglio nessun altro nello studio. Poi, esistono altre fasi della pratica artistica, che sono fortemente collaborative: dal realizzare un film e montarne una parte al fare una stampa insieme con i maestri tipografi. Le mie opere nascono dalla combinazione tra questi due momenti.[2]
Note
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