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Zvi Kolitz

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Zvi Kolitz (1912 – 2002), scrittore lituano.

Yossl Rakover si rivolge a Dio

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«Credo nel sole, anche quando non splende; credo nell'amore, anche quando non lo sento, credo in Dio, anche quando tace».
(Scritta sul muro di una cantina di Colonia, dove alcuni ebrei si nascosero per tutta la durata della guerra).

Citazioni

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  • Tale era il nostro stato d'animo, a questo eravamo giunti: la vita è una disgrazia, la morte una liberazione, l'uomo è un flagello, la bestia un ideale, il giorno è terrore, la notte sollievo. (p. 13)
  • Mi è stato raccontato che un ebreo mezzo morto di fame disse ad un altro: Come sarei felice se potessi morire dopo aver mangiato a sazietà una sola volta, come un uomo! (p. 14)
  • La vendetta è stata e rimarrà sempre l'ultimo mezzo di lotta e la massima soddisfazione interiore per gli oppressi.
  • Finora non avevo mai compreso esattamente quel passo della Gemara in cui si dice che «la vendetta è sacra, poiché è menzionata tra due nomi di Dio, infatti è scritto: Dio delle vendette, Signore!». Ora lo capisco. (p. 18)
  • Gli ebrei non gridano, accolgono la morte come una liberazione. Il ghetto di Varsavia muore combattendo, muore sparando, lottando, bruciando, ma no, non gridando! (p. 19)
  • Ritengo che essere ebreo significhi essere un combattente, uno che nuota senza tregua contro una sordida, malvagia corrente umana. (p. 22)
  • Muoio tranquillo, ma non appagato, colpito, ma non asservito, amareggiato, ma non deluso, credente, ma non supplice, colmo d'amore per Dio, ma senza rispondergli ciecamente «amen». (p. 27)

Bibliografia

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  • Zvi Kolitz, Yossl Rakover si rivolge a Dio, traduzione di Anna Linda Callow e Rossella Carpinella Guarnieri, CDE, Milano, stampa 1998.

Altri progetti

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