Zvi Kolitz
Jump to navigation
Jump to search
Zvi Kolitz (1912 – 2002), scrittore lituano.
Yossl Rakover si rivolge a Dio[modifica]
- Credo nel sole, anche quando non splende; credo nell'amore, anche quando non lo sento, credo in Dio, anche quando tace.
- Tale era il nostro stato d'animo, a questo eravamo giunti: la vita è una disgrazia, la morte una liberazione, l'uomo è un flagello, la bestia un ideale, il giorno è terrore, la notte sollievo.
- Mi è stato raccontato che un ebreo mezzo morto di fame disse ad un altro: Come sarei felice se potessi morire dopo aver mangiato a sazietà una sola volta, come un uomo!
- La vendetta è stata e rimarrà sempre l'ultimo mezzo di lotta e la massima soddisfazione interiore per gli oppressi.
- Finora non avevo mai compreso esattamente quel passo della Gemara in cui si dice che «la vendetta è sacra, poiché è menzionata tra due nomi di Dio, infatti è scritto: Dio delle vendette, Signore!». Ora lo capisco.
- Gli ebrei non gridano, accolgono la morte come una liberazione. Il ghetto di Varsavia muore combattendo, muore sparando, lottando, bruciando, ma no, non gridando!
- Ritengo che essere ebreo significhi essere un combattente, uno che nuota senza tregua contro una sordida, malvagia corrente umana.
- Muoio tranquillo, ma non appagato, colpito, ma non asservito, amareggiato, ma non deluso, credente, ma non supplice, colmo d'amore per Dio, ma senza rispondergli ciecamente amen.
Altri progetti[modifica]
Wikipedia contiene una voce riguardante Zvi Kolitz