Cipresso
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Citazioni sui cipressi.
- Essi interrogarono un saggio dicendogli: "Delle molte celebri piante che l'Altissimo Iddio ha creato ombrose e rigogliose, nessuna è chiamata azad, o libera, eccetto il cipresso, che non porta frutti; che mistero è questo?". Rispose: "Ognuno ha i suoi frutti alla propria stagione, durante la quale è fresco e fiorito, e nella cui assenza è sterile e secco; il cipresso non è soggetto a queste condizioni, essendo sempre in fiore; e di questa natura sono pure gli azad o religiosi indipendenti. [...] se la tua mano è calma, sii munifico come l'albero di datteri; ma se non hai nulla in più da dar via, sii un azad, o uomo libero, come il cipresso". (Saˁdi)
- I cipressi che a Bólgheri alti e schietti | van da San Guido in duplice filar, | quasi in corsa giganti giovinetti | mi balzarono incontro e mi guardâr. (Giosuè Carducci)
- Il cipresso è un pozzo che si è fatto albero. (Ramón Gómez de la Serna)
- La cicogna fa dei cipressi la sua dimora. (Salmi)
- La tua vita è un desiderio di agilità; | vorrebbe essere gentile ed è massa forte. | La tua vita è un desiderio lungo e taciuto; | è come lo spettro di una fiamma morta. (Josep Maria López-Picó)
- Ma la sera, quando vengono le tempeste, | in mortale angoscia noi ci chiniamo, mesti, | puntiamo le radici e aspettiamo tremanti | se la morte ci colga oppure passi avanti. (Hermann Hesse)
- Quando la cima di quel cipresso | ti oscurerà la luce del sole | dimentica il mondo e vieni con me. (Rino Gaetano)
- Sale la nebbia sui prati bianchi | come un cipresso nei camposanti, | un campanile che non sembra vero | segna il confine fra la terra e il cielo. (Fabrizio De André)
- – Tu lo sai perché ci mettono i cipressi nei cimiteri?
– Per le radici. Vanno giù dritte, non orizzontali. E così non danno fastidio alle tombe. Non fanno solletico ai morti. Mi piacciono i cipressi, sono belli. I Cipressi, gli alberi pizzuti. (Rocco Schiavone)
- I morti tengono compagnia ai cipressi. O viceversa?
- I salici mi fanno venire una gran voglia di piangere; i cipressi, di morire; i pioppi, di scrivere.
- Il vento fa il solletico al cipresso, che, però, non ha alcuna voglia di ridere.
- Io vedo (come è questo giorno, oscuro!), | vedo nel cuore, vedo un camposanto | con un fosco cipresso alto sul muro. || E quel cipresso fumido si scaglia | allo scirocco: a ora a ora in pianto | sciogliesi l'infinita nuvolaglia.
- Quando brillava il vespero vermiglio, | e il cipresso pareva oro, oro fino, | la madre disse al piccoletto figlio: | Così fatto è lassù tutto un giardino. | Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro, | gli alberi d'oro, le foreste d'oro; | mentre il cipresso nella notte nera | scagliasi al vento, piange alla bufera.
- Stavano neri al lume della luna | gli erti cipressi, guglie di basalto, | quando tra l'ombre svolò rapida una | ombra dall'alto: | orma sognata d'un volar di piume, | orma d'un soffio molle di velluto, | che passò l'ombre e scivolò nel lume | pallido e muto: | ed i cipressi sul deserto lido | stavano come un nero colonnato, | rigidi, ognuno con tra i rami un nido | addormentato.
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