Adelaide Antici Leopardi

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Adelaide Antici

Adelaide Aloisia Francesca Antici Leopardi (1778 – 1857), nobildonna italiana, madre di Giacomo Leopardi.

Citazioni su Adelaide Antici[modifica]

  • Donna di senno virile, austera, inflessibile, si propose di restaurare lo sconquassato patrimonio, e non dubitando di vendere anche le sue gioje e di lasciare mal soddisfatti per lunghissimo tempo i legittimi desideri de' figli, e scarso a denari anche il marito, dopo una trentacinquina d'anni riuscì nell'intento. Il patrimonio era già rimesso nel pristino fiore, quando Giacomo venne a morte. (Giovanni Mestica)
  • Nessuno ignora, per poca familiarità che abbia con gli studii leopardiani, quanto la marchesa Adelaide, restauratrice fortunata del patrimonio Leopardi, tenesse a stecchetto, come il marito, così i figliuoli.
    Non poche volte accadeva che il buon conte Monaldo avesse bisogno di qualche scudo. Per ottenerne dalla severa economia della moglie, scendeva in biblioteca, pigliava alcuni libri, e presentavasi alla marchesa dicendo di averli comperati: essergli quindi mestieri di subito pagarli. L'accorta moglie capiva il latino, sorrideva, e dava al marito quattro o cinque scudi, ma non senza ammonirlo che di nuovi libri, in famiglia, non si sentiva punto il bisogno. (Camillo Antona Traversi)

Mariano Luigi Patrizi[modifica]

  • Col marito fu contegnosa e riserbata; la differenza del suo carattere da quello di Monaldo [Lepardi], tutto espansione, si misura soltanto gittando l'occhio sovra la loro corrispondenza inedita. Alle lunghe lettere d'innamorato di Monaldo fa singolar contrasto la aridità e la brevità dell'epistolario della moglie, che par tema sempre di conceder troppa parte di sé all'uomo che doveva rimanere un suddito umile.
  • Il broncio con la sorella Isabella Mazzagalli, durato per ben dieci anni, è un'ultima delle tante prove della scarsa sensibilità affettiva di Adelaide. A questa dote, poco lusinghiera, un'altra se ne appaiava: un'avarizia rimasta proverbiale. Si racconta che misurasse col cerchietto le uova portate come regalie dai coloni, ed è perfettamente inutile riferire qui molti altri aneddoti che confermano la verità di questo. Nel libro di preghiere di Adelaide si sono rinvenuti questi due versetti scritti di suo pugno:
    «Le ricchezze, o Signor, fa ch'io non curi | e solo a salvar l'anima procuri»,
    ma era la stessa Adelaide che s'opponeva con ogni forza al matrimonio del figlio Pier Francesco colla Cleofe Ferretti, a cagione dell'esiguità della dote.
  • La mente di Adelaide non fu migliore del cuore, checché ne dicano i suoi sostenitori, che portano a prova del suo potere intellettuale la restaurazione del patrimonio dei Leopardi. La dolce passione del sapere, che accese suo marito e di cui arse il figliuolo suo, non la toccò punto; la convivenza coi suoi, che erano come un cenacolo di dotti e di artisti, e la grande biblioteca domestica non esercitarono influsso o seduzione alcuna sul suo cervello. Le sue letture furono libri divoti, de' quali possedeva una collezione; i suoi scritti, alcune lettere poco obbedienti alla grammatica. Nessun desiderio di educare lo spirito con la consuetudine di persone colte, con viaggi. Non usciva di casa che una o due volte l'anno per ire ad ascoltar messa in una vicina chiesetta e si spaventava all'idea di dover passare una notte fuori di Recanati[1].
  • Per confessioni di Carlo [Leopardi] si sa che mai la madre [Adelaide] strinse al seno i figliuoli suoi; «lo sguardo era la sola sua carezza»[2]. «Quando Giacomo, Carlo e Paolina erano ancora piccoli, soleva legarli nelle loro seggioline perché non cadessero e poi li imboccava. Qualche volta il cucchiaio di minestra scottava i loro labbruzzi e i fanciulli se ne dolevano, gridando: Mamma, scotta! La risposta di Adelaide era quasi sempre questa: Offritelo a Gesù»[3].

Note[modifica]

  1. Lettera di Paolina [Leopardi], aprile 1855, e Lettere inedite. [N.d.A.]
  2. Teresa Teja Leopardi, Note biografiche sopra Leopardi e la sua famiglia, pag. 29. [N.d.A.]
  3. C. Antona-Traversi, Studi, pag. 51. [N.d.A.]

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