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Chi è quel bastardo? Non sa suonare un cazzo! [su Cecil Taylor]
È stato sempre un mio dono quello di saper ascoltare la musica. Non so da dove viene. C'è e non mi faccio domande.
Io ho cambiato la musica quattro o cinque volte. Lei cosa ha fatto di così importante, oltre ad essere bianca? [Rispondendo ad una ragazza della società borghese di Washington, seduta accanto a lui, che gli chiedeva cosa avesse fatto per essere invitato durante un ricevimento in onore di Ray Charles alla Casa Bianca del presidente Ronald Reagan, nel 1987]
La musica è diventata densa. La gente mi dà dei pezzi e sono pieni d'accordi e io non li so suonare. Penso che nel jazz stia prendendo piede una tendenza ad allontanarsi dal giro convenzionale degli accordi, e una rinnovata enfasi delle varizioni melodiche, piuttosto che armoniche. Ci saranno meno accordi ma infinite possibilità su cosa farne. [ intervista a "The Jazz Review", 1958]
Non è possibile suonare qualcosa su una tromba che Louis non abbia già suonato [su Louis Armstrong]
Perché suonare tutte queste note quando possiamo suonare solo le migliori?
Suona come se qualcuno gli stesse pestando un piede. [Su Eric Dolphy]
Non ci sono note sbagliate.
Non suonare quello che c'è. Suona quello che non c'è.
Non temere gli errori. Non ce ne sono.
Potresti provare a toglierti il fottuto sax dalla bocca. [A John Coltrane che, verso la fine della loro collaborazione, suonava assolo sempre più lunghi e, alla richiesta di Davis di accorciarli, rispose "Non riesco, Miles, non so come fare a smettere"].
Prima lascia che io lo suoni, poi più tardi te lo spiegherò.
Un mito è un vecchio col bastone che viene ricordato per quello che faceva una volta. Io lo sto ancora facendo.