Guido Pasolini

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Guidalberto Pasolini, detto Guido, nome di battaglia Ermes (1925 – 1945), partigiano italiano.

Citazioni su Guido Pasolini[modifica]

  • Sulle montagne, tra il Friuli e la Jugoslavia, Guido combatté a lungo, valorosamente, per alcuni mesi: egli si era arruolato nella divisione Osoppo, che operava nella zona della Venezia Giulia insieme alla divisione Garibaldi. Furono giorni terribili: mia madre sentiva che Guido non sarebbe tornato più. Cento volte egli avrebbe potuto cadere combattendo contro i fascisti e i tedeschi: perché era un ragazzo di una generosità che non ammetteva nessuna debolezza, nessun compromesso. Invece era destinato a morire in un modo più tragico ancora. [...] in quel periodo, la Jugoslavia tendeva ad annettersi l'intero territorio e non soltanto quello che, in realtà, le spettava. È sorta una lotta di nazionalismi, insomma. Mio fratello, pur iscritto al Partito d'Azione, pur intimamente socialista (è certo che oggi sarebbe stato al mio fianco), non poteva accettare che un territorio italiano, com'è il Friuli, potesse esser mira del nazionalismo jugoslavo. Si oppose, e lottò. [...] sicché Guido, venne a trovarsi come nemici gli uomini di Tito, tra i quali c'erano anche degli italiani, naturalmente le cui idee politiche egli in quel momento sostanzialmente condivideva, ma di cui non poteva condividere la politica immediata, nazionalistica. Egli morì in un modo che non mi regge il cuore di raccontare: avrebbe potuto anche salvarsi, quel giorno: è morto per correre in aiuto del suo comandante e dei suoi compagni. Credo che non ci sia nessun comunista che possa disapprovare l'operato del partigiano Guido Pasolini. (Pier Paolo Pasolini)

Nico Naldini[modifica]

  • Assieme al suo amico Renato era penetrato anche nel campo di aviazione e si era fatto fotografare a bordo di un caccia con le insegne tedesche. Un giorno ci salutò. Salì sul treno dicendo che andava a Bologna all'università ma tutti sapevamo che andava sulle montagne della Carnia per raggiungere i partigiani.
  • In quei giorni Guido viveva nascosto a Versuta dove andavo a portargli da mangiare. Era diventato affettuoso, una leggera ansia nello sguardo lo aveva distolto dalle solite prodezze per me sempre un po' paurose. Come quando era penetrato da solo in una caserma già occupata dai tedeschi per asportare quelle armi che poi aveva nascosto in camera sua. Mentre con un gruppo di amici stava nascosto dentro un fosso, lui con l'agilità che dà il cimento del pericolo aveva ripetuto più volte le sue incursioni sotto il naso delle sentinelle tedesche.
  • La notizia della sua morte assieme ai fatti che l'avevano preceduta giunse per vie ufficiali solo parecchi giorni dopo, ma a causa della nuova situazione politica era circondata da troppe reticenze. Guido e alcuni compagni della sua divisione partigiana, sopravvissuti agli scontri con i tedeschi, erano stati assassinati da partigiani sloveni e da comunisti italiani che intendevano così punire la loro opposizione al disegno di annettere parte del Friuli alla Jugoslavia di Tito.

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