Italia fascista

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Bandiera del Partito Nazionale Fascista

Citazioni sull'Italia fascista

Citazioni[modifica]

  • È fuori moda parlare di emergenza antifascista, in questo Paese; non fosse che è il Paese che il fascismo lo ha incubato, partorito e regalato al mondo, e come tale dovrebbe farsi qualche controllo periodico. (Michele Serra)
  • Il fascismo in Italia non è mai stato una dottrina criminale. Ci furono le leggi razziali, orribili, ma perché si voleva vincere la guerra con Hitler. Il fascismo in Italia ha quella macchia, ma null'altro di paragonabile con il nazismo e il comunismo. Era una dittatura, però nata e finita con sé stessa. (Silvio Berlusconi)
  • Il fascismo in Italia raccolse forze sociali disparate, di provenienza politica la più diversa (socialisti, anarchici, sindacalisti rivoluzionari, cattolici clericali, nazionalisti, repubblicani atei, ex ufficiali monarchici) unificate dal malcontento nei confronti delle agitazioni operaie e contadine e del trattato di pace. Una seria elaborazione programmatica mancava anche perché il fascismo nasceva come movimento di piazza organizzato da azioni squadriste e «spedizioni punitive» condotte per rappresaglia contro leghe, camere del lavoro, sezioni socialiste, giornali. (Umberto Cerroni)
  • Il fascismo non era soltanto un malgoverno buffonesco e improvvido, ma il negatore della giustizia; non aveva soltanto trascinato l'Italia in una guerra ingiusta ed infausta, ma era sorto e si era consolidato come custode di un ordine e di una legalità detestabili, fondati sulla costrizione di chi lavora, sul profitto incontrollato di chi sfrutta il lavoro altrui, sul silenzio imposto a chi pensa e non vuole essere servo, sulla menzogna sistematica e calcolata. (Primo Levi)
  • L'esercito assicurava al fascismo il suo appoggio nelle contese civili e ne avallava la politica di prestigio, permettendo al regime di indossare una maschera bellica e di tentare un ruolo internazionale assai superiore alle possibilità del paese. L'accordo funzionò perfettamente per la politica interna, ma il conflitto mondiale mise a nudo le illusioni e i bluff su cui si basavano la politica militare e la politica di grandezza dell'Italia fascista: esercito e regime si erano arrampicati nel vuoto, fidando ognuno nella contro-assicurazione dell'altro, cioè nella propaganda anziché nella sostanza. (Giorgio Rochat)
  • L'Italia, sotto Mussolini, assume una posizione molto fredda, pragmatica ed egoista di politica internazionale, e non indulge in frasi pie sulla pace e la buona volontà, come fanno le altre nazioni. Si prepara con impegno alla guerra, poiché è convinta che la guerra è ben presto inevitabile, e nel frattempo manovra per posizionarsi. (Jawaharlal Nehru)
  • La perdita di ogni libertà, la soppressione delle Camere e delle giunte comunali e provinciali elettive, codificò per tutto il ventennio fascista un iniquo rapporto di classe. (Paolo Pavolini)
  • Le conquiste sociali fatte sotto il fascismo oggi ce le sogniamo, il che è tutto dire. Non si trattava solo dei treni in orario. Assegni familiari per i figli a carico, borse di studio per dare opportunità anche ai meno abbienti, bonifiche dei territori, edilizia sociale. Questo perché solo dieci anni prima Mussolini era in realtà un socialista marxista e massimalista che si portò con sé il senso del sociale, del popolo. Le dirò, in un certo senso il fascismo modernizzò il paese. Nei confronti del nazismo fu dittatura all'acqua di rose: se Mussolini non avesse firmato le infamanti leggi razziali, sarebbe morto di morte naturale come Franco. Resta una dittatura, ma anche espressione d'italianità. Bisognerebbe fare un'analisi meno ideologica su questo. (Margherita Hack)
  • Sorprende sentir dire, ancora oggi, da qualche parte, che il fascismo ebbe alcuni meriti, ma fece due gravi errori: le leggi razziali e l'entrata in guerra. Si tratta di un'affermazione gravemente sbagliata e inaccettabile, da respingere con fermezza. Perché razzismo e guerra non furono deviazioni o episodi rispetto al suo modo di pensare, ma diretta e inevitabile conseguenza. Volontà di dominio e di conquista, esaltazione della violenza, retorica bellicistica, sopraffazione e autoritarismo, supremazia razziale, intervento in guerra contro uno schieramento che sembrava prossimo alla sconfitta, furono diverse facce dello stesso prisma. (Sergio Mattarella)

Alberto Ronchey[modifica]

  • L'Italia fu in pratica il primo esempio di quel fenomeno che oggi taluni studiosi definiscono «neo-imperialismo»: ossia un imperialismo senza il background storico e le «basi materiali e tecniche» per essere tale. Nonostante le tradizioni della sua cultura di élite (una élite molto ristretta), era un paese per metà avviato allo sviluppo e per metà depresso, con un forte tasso d'aumento della popolazione e una violenta carica di nazionalismo, travolto da miti irrazionali.
  • Negli anni trenta, il nostro era un paese «in via di sviluppo», che dopo il decollo industriale, almeno nel Nord, poteva maturare le sue strutture economiche. Il fascismo era stato liberista fino al 1925, fu dirigista dopo la depressione e infine fu autarchico; ma non tentò un programma d'investimenti su larga scala per lo sviluppo accelerato. Scelse la via dell'espansione militare, che poneva a rischio ogni cosa.
  • Non era permesso criticare il governo, né descrivere sui giornali gli squilibri della società; e i sindacati erano soggetti allo Stato corporativo.

Voci correlate[modifica]

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