Lina Schwarz

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Lina Schwarz (1876 – 1947), poetessa e traduttrice italiana.

Citazioni di Lina Schwarz[modifica]

  • Quando più corte son le giornate, | sempre più fredde, più sonnolente, | va scoppiettando più lietamente | la gran padella delle bruciate. || Di tra un'azzurra nube di fumo | esce un invito pien di profumo: | «Siamo qui calde, dolci, squisite, | venite a prenderci, presto, venite!» || Un soldo a questo, due soldi a quello, | ah che delizia! Che bel calduccio! | Ma quel bimbetto là nel cantuccio | non l'ha nemmeno quel soldarello! || Guardando gli altri, sospira un poco, | ma intanto gode di quel bel fuoco; | e le sue piccole mani diacciate | scalda al fornello delle bruciate. (Le bruciate, pp. 70-71, in Il libro dei bimbi, 1904)
  • Signori miei, son qua! | Sono il solito inverno | che ripiglia il governo | finché la primavera tornerà. || Non porto novità; | colla solita neve | comincerò tra breve | a decorare tutta la città. || In rosso tingerò | ogni punta di naso: | non fate troppo caso | se qualche volta vi pizzicherò... (da L'inverno è qua, in Il libro dei bimbi)

Ancora... e poi basta[modifica]

  • Gallo galletto, | chicchirichì. | Non ve l'ho detto | che spunta il dì? || Gallo galletto, | alto è già il dì. | Giù da quel letto! | chicchirichì. (Cantilene, I; p. 12)
  • Bolli bolli, pentolino, | fa' la pappa al mio bambino; | la rimescola la mamma | mentre il bimbo fa la nanna: || Fa la nanna, gioia mia, | o la pappa scappa via. (Cantilene, II; p. 12)
  • Stella stellina, | la notte s'avvicina, | la fiamma traballa, | la mucca è nella stalla, | la mucca e il vitello, | la pecora e l'agnello, | la chioccia e 'l pulcino, | ognuna ha il suo bambino, | ognuno ha la sua mamma, | e tutti fan la nanna. (Cantilene, IV; p. 14)
  • Son dal bruco invitata a colazione, | s'è fatto tardi e mi devo affrettare; | se corro e corro senza interruzione, | forse ci arriverò per desinare; | e se no, certo, con un po' di pena, | salvo imprevisti, sarò là per cena (La lumaca, p. 54)
  • Nel bosco ogni vecchio gigante, | sia abete, sia quercia, sia pino, | ha intorno, ai suoi piedi, un giardino | di piccole piante. || Son muschi, son felci, son fiori | e fragole rosse e lichene, | cui l'albero antico vuol bene, | suoi teneri amori. || E mentre le fronde superbe | protende più in su verso i cieli, | ei pensa a quegli umili steli | nell'ombra tra l'erbe. (Nel bosco, p. 63)
  • La balia della Lella | la vuol vestir di lilla, | puntarle colla spilla, | la gala sulla spalla. | «Che bambolina bella | sarai, se stai tranquilla», | la balia dice a Lella. | Ma Lella via sfarfalla | e tira e molla e scrolla | la spilla sulla spalla | e il vestitino lilla, | e gira e salta e balla | e prilla che par brilla. (da La balia della Lella, p. 88)
  • Nel cielo che s'imbruna, | intorno a mamma Luna, | le piccole stelle | sembrano pecorelle... || Nei campi di luce | la mamma le conduce, | e pascolan così | finché non spunta il dì. (Nel cielo che s'imbruna, p. 94)
  • Lùcciola, lùcciola, quale fortuna | portar nel corpo lume di luna, | che nella tènebra splende e rischiara... | Come t'invidio, lùcciola cara! | Bimbo, bimbetto, l'uomo, se vuole, | porta nel corpo luce di sole, | luce che irradia vita e calore... | Prova ad accenderla tu nel tuo cuore! (Il bimbo e la lucciola, p. 125)
  • Nino raccoglie pietre e Nanna fiori. | Questi han profumi e vividi colori, | quelle han bagliori fulgidi di sole. | Tu che raccogli, o piccolo? – «Parole. || Le afferro a volo, le trattengo, ascolto... | Come nella conchiglia è il mar sepolto, | ogni parola ha un suo nascosto mondo, | ed in quel mondo senza fin m'affondo». – || Nino sarà, da grande, un costruttore. | Nanna farà la mamma con amore. | E tu, piccolo, allor, nella segreta | Dimora che sarai? «– Sarò poeta» –. (E tu?, p. 135)
  • Luna bella, solitaria | veleggiando se ne va. | Tra le nubi, su nell'aria, | la sua meta non si sa. | Monte e piano, giù lontano, | la tua luce mi rischiara, | Ma tu stessa, luna cara, | misteriosa resti ognor. || «Sì, bambino, ti rispondo, | misterioso è il mio cammin, | ma ogni cosa a questo mondo, | ha un mistero suo divin. | Guarda e vedi, pensa e credi, | leva in alto il tuo pensiero, | si rivela ogni mistero | a chi in esso immerge il cor». (Luna bella, p. 136)

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