Proverbi romani
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Raccolta di proverbi romani.
A
[modifica]- A Roma, Dio nun è trino, ma è quattrino.[1]
B
[modifica]- Bon vino fa bbon sangue.[2]
- Buon vino fa buon sangue.
C
[modifica]- Chi si inchina troppo mette in mostra er culo.[3]
- Chi si inchina troppo mette in mostra il didietro.
D
[modifica]- De la cerqua ce nasce la cerquignòla.[4]
- Dalla quercia nasce il querciolo.
- Qual è il padre tale è il figlio.
E
[modifica]- Er bove adesso dice cornuto all'asino.[5]
- Il bue adesso dice cornuto all'asino.
- Er vino è la zinna de li vecchi.[2]
- Il vino è la mammella dei vecchi
- Er panno bbôno fino a la pezza | er vino bbôno fino a la feccia.[2]
- Il panno buono fino alla pezza, | il vino buono fino alla fecia.
I
[modifica]- In sta vale de lacrime, quarcuno ce piagne bene.[6]
- In questa valle di lacrime, qualcuno (ci) piange bene.
L
[modifica]- L'acqua arovina li ponti e er vino la testa.[2]
- L'acqua rovina i ponti e il vino la testa.
M
[modifica]- Mejo che la panza mia crepi che la bbontà de Ddio se sprechi.[7]
- Meglio che la pancia mia crepi che la bontà di Dio si sprechi.
- Moje ggiovine e vvino vecchio, (e quanno sei imbriaco méttete a lletto).[2]
- Moglie giovane e vino vecchio, (e quando sei ubriaco mettiti a letto).
O
[modifica]- Omo de vino nun vale un quatrino.[2]
- Uomo di vino non vale un quattrino.
S
[modifica]- Si è ber tempo a Candelòra | de l'inverno semo fora | ma si piove o tira vento | de l'inverno semo drento.[8]
- Se è bel tempo a Candelora | dall'inverno siamo fuori | ma se piove o tira vento | nell'inverno siamo dentro.
U
[modifica]- Un'accettata nun atterra una cerqua.[4]
- Un colpo di accetta non abbatte una quercia.
- Una disgrazia non rovina un uomo.
V
[modifica]- Vino amaro tièttelo caro.[2]
- Vino amaro tienitelo caro.
Note
[modifica]- ↑ Citato in Schwamenthal e Straniero, § 143.
- ↑ a b c d e f g Citato in Zanazzo 1886, p. 162.
- ↑ Citato in Proverbi romaneschi, a cura di Giggi Zanazzo, 1886.
- ↑ a b Citato con spiegazione in Filippo Chiappini, Vocabolario romanesco, Chiappini, Roma, 1967, p. 76.
- ↑ Sergio Zazzera, Proverbi e modi di dire napoletani, La saggezza popolare partenopea nelle espressioni più tipiche sul culto della famiglia e dell'ospitalità, sull'amicizia, sull'amore, sul lavoro, sulla religione e la superstizione, Newton & Compton editori, Roma, 2004, p. 253. ISBN 88-541-0119-2
- ↑ Citato in Schwamenthal e Straniero, § 2964.
- ↑ Citato in Luca Leone, 100 ottime ragioni per non amare Roma, Infinito Edizioni, Formigine (MO), 2014, p. 203. ISBN 9788868610296
- ↑ Citato in Giovanni Artieri, Napoli, punto e basta?, Divertimenti, avventure, biografie, fantasie per napoletani e non, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1980, pp. 639-640.
Bibliografia
[modifica]- Riccardo Schwamenthal e Michele L. Straniero, Dizionario dei proverbi italiani e dialettali: 6.000 voci e 10.000 varianti dialettali, Rizzoli, Milano, 2013. ISBN 978-88-58-65738-6
- Proverbi romaneschi raccolti da Giggi Zanazzo, Agenzia giornalistica-libraria ditta Perino di Cerroni e Solaro, Roma, 1886.