İlham Əliyev

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Əliyev nel 2019

İlham Əliyev (1961 – vivente), politico azero.

Citazioni di İlham Əliyev[modifica]

  • Qualsiasi status speciale è fuori questione. C'è un solo Azerbaigian, multinazionale e multi-confessionale. Ci sono cittadini dell'Azerbaigian, provenienti da vari popoli e religioni che vivono in pace e in buoni rapporti. Il popolo armeno vivrà nelle stesse condizioni. (dichiarazione del 17 novembre 2020, dopo la conclusione della seconda guerra del Nagorno Karabakh)[1]
  • Se la Francia vuole determinare il proprio destino per il Nagorno-Karabakh, dia loro la città di Marsiglia, dove quasi la metà della popolazione è armena.
[...] si la France veut déterminer son propre destin pour le Haut-Karabakh, laissez-les leur donner la ville de Marseille, où près de la moitié de la population est arménienne.[2]

Da Discorso inaugurale

Aliyevheritage.org, 31 ottobre 2003

  • La politica di Heydar Aliyev ha dato grandi successi al paese. L'Azerbaigian si sta sviluppando e ottiene successi in tutti i campi. L'Azerbaigian fa progressi a livello internazionale;ha potuto ottenere un posto degno nella società mondiale, il suo prestigio è aumentato. Oggi, l'Azerbaigian è tenuto in conto e rispettato. Tutti i grandi progetti internazionali vengono realizzati con la partecipazione dell'Azerbaigian, tenendo conto dei suoi interessi nazionali.
  • Certamente, noi dobbiamo proteggere e rafforzare la stabilità in Azerbaigian. A nessuno sarà permesso di violare la stabilità, faremo di tutto per salvaguardare la vita tranquìlla, sicura e stabile del popolo azerbaigiano.
  • L'Azerbaigian sarà un paese molto ricco e potente nel futuro. Continuando la strategia petrolifera potremo raggiungere uno sviluppo sostanziale del nostro paese.
  • La terra azerbaigiana deve essere liberata dall`occupazione. I profughi devono ritornare alla terra patria, l'integrità territoriale deve essere ristabilita. L'Azerbaigian non accetterà mai l'occupazione della sua terra. Tutti devono sapere che noi siamo per la pace e non desideriamo la ripresa delle ostilità, ma non vuol dire che la pazienza è illimitata.
  • Io credo al futuro felice dell'Azerbaigian. Sono sicuro che il nostro paese si svilupperà e sarà forte. La democrazia in Azerbaigian avrà il suo sviluppo, ci sarà il pluralismo politico, la libertà di espressione. Il nostro paese diventerà più moderno. Per raggiungere tutto questo bisogna fare molto in Azerbaigian. Ma per realizzare questa trasformazione, occorre prima di tutto continuare la politica di Heydar Aliyev. Io giuro al popolo azerbaigiano di essere fedele a questa linea, non lascerò mai questa via e seguirò la sua politica.

Da "L'Armenia è un paese occupante, Karabakh è Azerbaigian!"

Discorso tenuto dopo l'inizio degli scontri nel Nagorno-Karabakh del settembre 2020, Kmetro0.it, 28 settembre 2020.

  • Quale obiettivo inseguiva l'Armenia mentre commetteva questa provocazione? Innanzi tutto, l'occupazione dei territori dell'Azerbaigian fa parte del loro piano e loro non lo nascondono. La loro leadership politico-militare cercava di minacciare l’Azerbaigian con nuove occupazioni. Una nuova politica di occupazione per nuovi territori: è questa la politica della leadership politico-militare dell'Armenia oggi. Un altro motivo è quello di distrarre la popolazione del paese dalle gravissime questioni sociali, economiche e politiche, che vigono in questo momento in Armenia, e creare un'immagine dell'Azerbaigian come un nemico. Un altro motivo ancora è che l'Armenia sta facendo tutto il possibile per interrompere il processo di negoziazione e posso dire che ha avuto successo. Proprio a causa della ipocrita, poco costruttiva e falsa politica dell'Armenia, le negoziazioni sono praticamente interrotte. Queste provocazioni inseguono questo obiettivo e questi obiettivi sono i principali per loro.
  • Se il primo ministro dell'Armenia sostiene che il "Karabakh è Armenia", allora di quali negoziazioni possiamo parlare?
  • L'Azerbaigian non porterà avanti nessuna negoziazione con la giunta di un regime fantoccio.
  • L'Armenia persegue una politica di insediamento illegale nei territori occupati. Diverse famiglie composte da armeni provenienti da Libano sono state recentemente trasferite in Nagorno-Karabakh, inclusa Shusha, un'antica città dell'Azerbaigian. Questo è un crimine. Questo è completamente contrario alla Convenzione di Ginevra. L'Armenia dovrà rispondere per questo crimine. Questa è un'altra provocazione contro di noi. L'insediamento nei territori occupati è un crimine e questa politica è perseguita dall'Armenia da molti anni. Il fatto è che la popolazione dell'Armenia, a causa della complicata situazione economica, politica e sociale, sta diminuendo. L'Armenia sta attraversando una crisi demografica e non dispone delle risorse umane per dispiegare la propria popolazione nei territori occupati. Per questo legano le loro speranze agli armeni che vivono all'estero.
  • Quando il primo ministro dell'Armenia dice che "il Karabakh è dell’Armenia", mente. Quando io dico che "il Karabakh è Azerbaigian", dico la verità. Tutto il mondo riconosce il Nagorno Karabakh come una parte integrante dell'Azerbaigian. La giustizia è dalla nostra parte. Perché questa è la nostra terra natale, la nostra terra ancestrale. Il diritto internazionale è dalla nostra parte. Tutte le organizzazioni internazionali riconoscono l'integrità territoriale dell'Azerbaigian.
  • Quattro risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite chiedono il ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze armene dai territori occupati. Queste risoluzioni restano sulla carta da quasi trenta anni. Sono trenta anni che vengono portate avanti le negoziazioni e il risultato è che l'Armenia ha paralizzato il processo negoziale commettendo regolarmente provocazioni militari. Tutte le altre principali organizzazioni internazionali, come l’Organizzazione delle Nazioni Unite, sostengono la nostra legittima posizione.
  • Noi siamo sulla strada della giustizia. Le nostre azioni sono giuste. Otterremo la vittoria! Il Karabakh è nostro. Il Karabakh è Azerbaigian!

Da Iham Aliyev: «Non ci sarà referendum, mai!»

Intervista di Nikkei, 22 ottobre 2020, riportato in Voltaire.org, 26 ottobre 2020.

  • Non ci sarà un referendum nell’Alto Karabakh, non saremo mai favorevoli. Non lo eravamo durante i negoziati, a maggior ragione non lo siamo ora che abbiamo riconquistato gran parte del territorio.
  • Per quel che riguarda l’autodeterminazione, gli armeni si sono già autodeterminati. Hanno uno Stato armeno indipendente. Pensi a cosa succederebbe se gli armeni si autodeterminassero ovunque vivono. Quante piccole Armenie ci sarebbero nel mondo?
  • Esistono diversi tipi di autodeterminazione. Esistono diversi tipi di comunità. In riferimento all’autonomia culturale, per esempio. Ci sono esempi nei Paesi sviluppati dell’Europa, laddove sono tutelati alcuni diritti delle persone all’interno delle proprie municipalità, delle proprie comunità, come avviene in qualsiasi zona dell’Azerbaigian, naturalmente; gli armeni che vivono in Azerbaigian possono vivere con questa forma di relazione. Ma non autorizzeremo la creazione di un secondo Stato armeno sul territorio dell’Azerbaigian. È fuori questione.

Da Pandora Papers, il presidente dell'Azerbaijan: "Accuse contro di me solo per screditarmi dopo la vittoria nel Nagorno"

Intervista di Pietro Del Re, repubblica.it, 12 ottobre 2021.

  • Il nostro esercito è stato uno degli ultimi a lasciare il Paese [Afghanistan]. [...] Ogni nostra futura mossa diplomatica dipenderà dalle scelte che faranno i talebani. Se queste saranno positive, risponderemo in modo adeguato
  • I problemi con l'Iran non c'entrano nulla con le relazioni che l'Azerbaijan intrattiene con altri Paesi. La realtà è che noi chiediamo il rispetto delle nostre frontiere. Da quando abbiamo riconquistato parte del Nagorno Karabakh, c'è chi l'attraversa illegalmente perché all'interno di questi territori ci sono città armene. Molti sono dei camionisti iraniani che fanno affari con gli armeni. L'abbiamo comunicato più volte a Teheran, anche per via diplomatica, ma gli iraniani non ci hanno mai risposto se non minacciandoci, insultandoci e organizzando esercitazioni militari alle frontiere con il nostro Paese.
  • [Sulle Pandora Papers] Non è la prima volta che vengo accusato di malversazioni. In Occidente ci sono gruppi di potere vicini all'Armenia che usano questo tipo insinuazioni al solo scopo di screditarmi. So bene chi c'è dietro questo tipo d'inchieste giornalistiche e so anche che la nostra recente vittoria nella guerra del Nagorno Karabakh non è piaciuta a tutti. Ma si tratta soltanto di una campagna orchestrata ad hoc per colpire il mio Paese. Quanto alla sostanza delle accuse, sono presidente da diciotto anni, e prima ero un uomo d'affari di successo. Nel 2003 ho smesso di occuparmi dei miei affari e ho trasferito tutto ciò che avevo ai miei figli, i quali hanno ripreso il testimone e hanno investito nel nostro Paese e all'estero, il tutto nella più totale trasparenza.

Voci correlate[modifica]

Note[modifica]

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