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Adriana Libretti

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.

Adriana Libretti (1954 – vivente), attrice, doppiatrice e scrittrice italiana.

wordpress.com, 24 marzo 2014.

  • La mia prima scrittura non l'ho scritta. L'ho dettata a mamma perché ancora non sapevo scrivere. La poesia in questione conteneva un errore indispensabile alla rima; la cosa mi fu fatta notare, ma la licenza poetica mi venne subito concessa con tanto di sorriso.
  • Ero intonata come la mamma cantante. Conosco a memoria le parole di moltissime canzoni italiane, da quelle dell'immediato dopoguerra a quelle degli anni Ottanta. Della famiglia materna facevano parte un chitarrista e un contrabbassista che "provavano" chiusi nel bagno di casa della nonna e suonavano in giro per il mondo, oltre a mamma che faceva serate e incideva sui primi vinili. Dopo la sua prematura morte mi è capitato di scrivere testi per lo zio contrabbassista, che è anche compositore. L'estenuante ricerca di parole che meglio si accordassero a frasi musicali non mie divenne, ad un certo punto, quasi una sindrome ossessivo compulsiva. Lo zio mi telefonava in continuazione e neanche parlava più, se non per dire:"“ho cambiato un passaggio", quindi cantava e ricantava: ne uscii stremata ma felice. Musica e parole, parole e musica: per me era questo il paradiso in terra.
  • Verso i vent'anni, oltre all'amore per svariati ragazzi, c'è stata la scuola di teatro e le prime rappresentazioni. Soltanto al teatro mi sono dedicata mentre frequentavo il corso di filosofia all'università e la scrittura era per me, saggi filosofici a parte, quella stampata sulle pagine dei copioni. Ma ero di nuovo innamorata, e stavolta molto, moltissimo e in modo strabiliante. Il mio grande amore era un motociclista, insieme macinavamo chilometri su due ruote, la mia testa stava ancora di più in mezzo alle nuvole.
  • Nel 1999 venne girato un film ambientato a Milano, una produzione indipendente che partecipò a molti festival internazionali ma non trovò, ahimé, una vera distribuzione: Animali Felici di Angelo Ruta, di cui ero protagonista femminile.
  • Mi prendevo cura di me scrivendo pur senza avere un progetto preciso, presto però si ripresentò il desiderio di tornare a scrivere per il teatro. Mi iscrissi alla Scuola Nazionale di Drammaturgia di Gioia dei Marsi diretta da Dacia Maraini, la terra d'Abruzzo mi fece un poco da madre. Nel cassetto giacevano già da tempo diverse commedie non rappresentate. Mancavano sempre i fondi, mancavano sempre gli spazi, mancava spesso anche la sintonia con gli altri attori, con i registi. Non sono mai stata abile nel gestire le relazioni, non lo sono tuttora, sto cercando di applicarmi ma temo di avere il complesso della ripetente. Ne ho preso atto e ho ricominciato a scrivere in solitudine per la narrativa [...].

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