Alessandro Tonolli

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Alessandro Tonolli (2007)

Alessandro Tonolli (1974 – vivente), allenatore di pallacanestro ed ex cestista italiano.

Citazioni di Alessandro Tonolli[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [«Lei è una bandiera, un termine che nello sport sembra non andare più tanto di moda»] Negli anni, soprattutto negli ultimi, si guarda molto di più al contratto e si ragiona in termini di denaro. Io ho fatto una scelta diversa ma non critico chi non la pensa come me.[1]

"Io, il Totti dei canestri"

Intervista di Nicola Apicella, repubblica.it, 17 ottobre 2013.

  • È la stagione 94-95, io gioco a Brescia, presidente Giorgio Corbelli, sono un giovane di belle e buone speranze che ha da poco vinto il campionato di B2 e sogna la serie A. A Roma si fa male Avenia e Corbelli, che è anche il presidente della Virtus, decide di coprire il buco mandando me nella Capitale. Arrivo a novembre, senza aver fatto la preparazione. Inizia una storia lunga venti anni. [«Com'è l'impatto con la Capitale?»] Ovviamente non semplice per un ragazzo che dalla piccola Mantova si era già trasferito in una grande città come Brescia. Ho avuto la fortuna di convivere in foresteria con altri ragazzi del settore giovanile che mi hanno aiutato a conoscere la città. Oggi, dopo 20 anni, posso dire che Roma è la mia città.
  • [«Come ci si sente ad essere il Totti dei canestri?»] Il confronto non esiste perché Totti è un fenomeno, come presenze e attaccamento alla squadra abbiamo seguito un po' lo stesso percorso, solo che lui è romano e io invece un mantovano trapiantato a Roma.
  • [«Chi è il compagno più forte con cui ha giocato?»] Senza dubbio Bodiroga, un campione incredibile che faceva giocate mostruose con una naturalezza spaventosa.
  • [Sugli ultimi anni di carriera, «quanto è dura allenarsi al massimo ma non giocare praticamente mai?»] Non è facile perché tutta la settimana e gli allenamenti sono improntati alla partita. Ti alleni in funzione della partita che giocherai. Io mi alleno in funzione della partita che non giocherò. Mentalmente non è un lavoro facilissimo, io cerco di dare comunque il mio contributo in un altro modo, consigliando il più giovane, spiegando dei movimenti all'americano ancora acerbo.

Come rimettere il basket al centro di Roma

Intervista di Lorenzo Bottini, ultimouomo.com, 8 luglio 2021.

  • Per creare un giocatore serve un istruttore valido, serve dietro una società seria con dirigenti preparati e validi. Non è facile [...]
  • Teodosic è un giocatore che richiama attenzione non solo dei tifosi ma anche di tutti quelli che magari non vengono a vedere a giocare la squadra ma il campione. Sicuramente se sono appassionato di sport un giocatore del genere lo voglio vedere, come se andassi a teatro a vedere uno spettacolo.
  • Dejan [Bodiroga] era una grande persona e un grande professionista, ha fatto ogni allenamento al massimo quando per status avrebbe anche potuto non farlo. Era il migliore non solo in campo ma anche fuori e questa, avendo vissuto molto gli spogliatoi, è una caratteristica che spesso ho ravvisato nei grandi campioni.
  • Roma è una città che è abituata allo sport, dove ci sono due squadre di calcio e in ogni categoria ha un eccellenza. Quindi il tifoso o l'amante dello sport a Roma ha molta scelta e questo porta alla dispersione. Io sono di Mantova, una città di 70.000 abitanti in cui c'è la Serie A2. È logico che per un giocatore è più facile vivere una cittadina rispetto a una città come Roma in cui quando vai in giro non senti l'attenzione della città sulla squadra. Mi ricordo quando andavamo a giocare ad Avellino il palazzetto era pieno, o a Roseto degli Abruzzi: sono città in cui il basket è l'unico sport locale e quindi viene supportato dall'intera popolazione. A Roma il problema è stato quello che il tifoso veniva allo stadio quando c'erano le partite importanti o quando iniziava la fase calda dei playoff. E quindi riempivamo il palazzetto nelle semifinali e, quelle due volte che le abbiamo fatte, quando abbiamo giocato le finali. Però prima abbiamo sempre faticato, sempre se parliamo di una città che ha 3 milioni di abitanti. Quando giochi una finale e riempi il PalaLottomatica con 13.000 persone ti dici "e questi dove sono stati fino ad adesso?".
  • Io giocavo a calcio, facevo il terzino e un allenatore di Mantova faceva il giro delle palestre per cercare dei ragazzi alti. Ero in seconda media e mi chiese se volevo venire a provare, a me comunque piaceva lo sport dico "Vabbé, vado a provare". Faccio un allenamento, il giorno dopo vado da quelli del calcio e gli dico che mollo. È stato amore a prima vista. Poi ho avuto la fortuna che questo amore è diventato il mio lavoro. Da quando ho preso la palla in mano e ho fatto i primi palleggi si è aperto un mondo.
  • [Sul concetto di squadra] I ragazzini che alleno non guardano il miglior difensore, vogliono assomigliare a quello che fa 40 punti a partita. Sto cercando di insegnargli a pensare più al campo e meno al tabellino, perché i punti non sono l'unica cosa che conta. [...] Per costruire un palazzo non devono essere tutti muratori, non devono essere tutti architetti, non devono essere tutti geometri. Ci deve essere il muratore, l’architetto e il geometra: questa è la funzione del gruppo.

Note[modifica]

  1. Dall'intervista di Carlo Santi, Capitan Tonolli ora suona la carica: «Voglio battere Siena con la mia Virtus», ilmessaggero.it, 30 maggio 2014.

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