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Amanda Ripley

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Amanda Ripley, 2012

Amanda Ripley (? – vivente), giornalista e scrittrice statunitense.

  • Non abbiamo tutti un parente o un amico che alle cene ha sempre insistito, anno dopo anno, per raccontarci la propria storia così poco interessante sugli attentati dell'11 settembre? Sul fatto che anche loro sono stati al World Trade Center – nel 1989; o di come stessero guardando la CNN e hanno sentito che qualcosa di terribile stava per accadere perciò hanno chiamato il marito al lavoro - a Chicago. Siamo onesti, molti di noi raccontano storie di questo tipo. Vi ci aggrappiamo, con un desiderio poco dignitoso, ma in qualche modo comprensibile, di sentirci connessi all'evento che definisce i nostri tempi. Per condividerne la storia, proprio come abbiamo condiviso il dolore, per essere parte di qualcosa di più grande di noi stessi.
Don't we all have relatives or friends who insisted, for years, on telling their own somewhat-less-than-impressive 9/11 stories at dinner parties, about how they'd been in the Trade Center themselves – in 1989; or how they'd watched CNN and felt that something awful was happening and called their husbands at work – in Chicago. If we're honest, we'll admit that many of us have those stories ourselves. We cling to them, in a slightly undignified but somehow understandable wish to feel connected to the defining event of our time. To share in the plot line, just as we shared in the grief, to be part of something bigger than ourselves.[1]

Note

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  1. (EN) Da A 9/11 Survivor – or 9/11 Impostor?, TIME.com, 28 settembre 2007.

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