Patrick Süskind

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Patrick Süskind (1949 – vivente), scrittore e sceneggiatore tedesco.

Il profumo[modifica]

Incipit[modifica]

Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca non povera di geniali e scellerate figure. Qui sarà raccontata la sua storia. Si chiamava Jean-Baptiste Grenuille, e se il suo nome, contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Fouché, Bonaparte ecc., oggi è caduto nell'oblio non è certo perché Grenuille stesse indietro a questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri, immoralità, empietà insomma, bensì perché il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio della storia che non lascia traccia: nel fugace regno degli odori.

Citazioni[modifica]

  • Colui che dominava gli odori, dominava il cuore degli uomini.
  • Poiché gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all'orrore, davanti alla bellezza, e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi al profumo.
  • Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell'apparenza, del sentimento e della volontà. Non si può rifiutare la forza di persuasione del profumo, essa penetra in noi come l'aria che respiriamo penetra nei nostri polmoni, ci riempie, ci domina totalmente, non c'è modo di opporvisi.
  • Lo sguardo di Richis era fisso su di lui. C'era una benevolenza infinita in quello sguardo, c'erano tenerezza, commozione e la profondità vuota e sciocca di chi ama.
  • Ciò che aveva sempre agognato, e cioè che gli uomini lo amassero, nel momento del suo successo gli era intollerabile, perché lui stesso non li amava, li odiava. E d'un tratto seppe che non avrebbe mai tratto soddisfazione dall'amore, bensì sempre e soltanto dall'odio, dall'odiare e dall'essere odiato. Ora avrebbe voluto estirparli tutti dalla terra, quegli uomini stupidi, puzzolenti, erotizzati, proprio come un tempo, nelle contrade della sua anima nera, aveva estirpato gli odori estranei. E si augurava che essi sapessero quanto li odiava, e che per questo, per questo suo unico sentimento vero mai provato, ricambiassero il suo odio e lo estirpassero a loro volta.
  • Centinaia di migliaia di odori sembravano non valere più nulla di fronte a quest'unico odore. Questo solo era il principio superiore secondo il quale si dovevano classificare gli altri profumi. Era pura bellezza.
  • Voleva liberarsi per una volta nella vita. Per una volta nella vita voleva essere uguale agli altri e liberarsi di ciò che aveva dentro: come essi si liberavano del loro amore e della loro stupida adorazione, così lui del suo odio. Voleva essere conosciuto per una volta, una sola volta, nella sua vera esistenza, e ricevere una risposta da un altro uomo nel suo unico sentimento vero, l'odio.
  • E in seguito, quando apprese dai racconti com'era grande il mare e come si poteva percorrerlo con navi per giorni interi senza vedere terra, nulla gli fu più gradito che immaginare di trovarsi su una di quelle navi, molto in alto nella coffa dell'albero più a prua, e di volare attraverso l'odore senza fine del mare, che in realtà non era più un odore, ma un respiro, un espirare, la fine di tutti gli odori, e gli pareva di dissolversi, in questo respiro, dal piacere.

Incipit di Ossessioni[modifica]

L'assillo della profondità[modifica]

A una giovane donna di Stoccarda, brava disegnatrice, in occasione della sua prima mostra un critico che non intendeva certo niente di male e voleva incoraggiarla disse: «Quello che lei fa dimostra talento ed è gradevole, ma non ha sufficiente profondità».
La donna non capì cosa il critico intendesse, e ben presto dimenticò il suo commento. Ma due giorni dopo sul giornale comparve un articolo dello stesso critico, che diceva: «La giovane artista ha un grande talento, e i suoi lavori a prima vista piacciono molto; purtroppo non dimostrano sufficiente profondità».

Una sfida[modifica]

Un tardo pomeriggio di agosto, quando ormai quasi tutti se n'erano andati dal parco, sotto il bersò nell'angolo a nordovest del Jardin du Luxembourg, uno di fronte all'altro al tavolo degli scacchi, restavano ancora due uomini la cui partita veniva seguita da almeno una dozzina di spettatori con tale attenzione che, benché fosse già quasi l'ora dell'aperitivo, nessuno si sarebbe sognato di lasciare il suo posto prima che la partita si fosse decisa.

Il testamento di Maître Mussard[modifica]

Queste poche pagine sono destinate a un lettore a me sconosciuto e a una stirpe futura, che avrà il coraggio di guardare in faccia la verità e la forza di sopportarla. Gli spiriti deboli fuggano le mie parole come il fuoco, non ho nulla di piacevole da raccontare. Sarò breve, ché poco tempo mi resta ormai da vivere. Già soltanto la scrittura di una frase mi richiede uno sforzo che definirei sovrumano, e che non riuscirei a compiere se una pulsione interna non mi spingesse a trasmettere il mio sapere e quello che mi è stato dato di scoprire.

Amnesia in litteris[modifica]

...Com'era la domanda? Ah, già: quale libro mi ha colpito, formato, forgiato, scosso, addirittura «indirizzato su un certo binario» o viceversa «buttato fuori pista».
Ma così mi sa tanto di shock o di esperienza traumatica, eventi che il sottoscritto suole richiamare alla memoria soltanto negli incubi, e non quando è sveglio e consapevole, figuriamoci poi per iscritto e in pubblico, come notava giustamente uno psicologo austriaco di cui al momento mi sfugge il nome, in un saggio che vale senz'altro la pena di leggere di cui però non riesco a ricordare con precisione il titolo, ma che è stato pubblicato in un volumetto, una raccolta che si chiana Io e te o L'es e noi o Io stesso o qualcosa del genere (se poi sia uscito da Rowohlt, Fischer, dtv o Suhrkamp non saprei proprio dirlo, ricordo però che la copertina era verde-bianca o anzi azzurro-giallastra, se non addirittura grigio-verde-azzurrognola).

Bibliografia[modifica]

  • Patrick Süskind, Il profumo, traduzione di Giovanna Agabio, Longanesi.
  • Patrick Süskind, Ossessioni. Tre racconti e una riflessione, traduzione di Laura Pignatti, Longanesi, 2007. ISBN 9788830424326

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Opere[modifica]