Andrea Angiulli

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Andrea Angiulli

Andrea Angiulli (1837 – 1890), filosofo e pedagogista italiano.

La filosofia e la ricerca positiva[modifica]

Incipit[modifica]

Il fattore principale della storia moderna è la scienza positiva. I grandi progressi dell'industria, che disegnano con evidenza, direi materiale, tutta la distanza della storia moderna dall'antica, derivano dagli avanzamenti delle ricerche scientifiche. Le macchine a vapore, i telegrafi, il microscopio dipendono dalla teoria del calore, dell'elettricità, della luce. Ma d'altra parte i progressi materiali sono condizione di ulteriori progressi intellettuali e morali; e così si stabilisce su i due centri della scienza e dell'industria quella circolazione viva, che costituisce l'idea complessa del progresso sociale. La storia moderna diviene un organismo a differenza dell'antica, che fu massimamente un dinamismo. Le scienze sono il cervello ed il sistema nervoso di questo grande organismo; l'industria è il sistema dell'assimilazione.

Citazioni[modifica]

  • Quando l'elemento ebraico si accoppia all'elemento ellenico, la dottrina mosaica del Dio creatore si traduce in quella del Dio Ragione e del Dio spirito, e quando a questa elaborazione del mosaismo e del platonismo, cominciata e continuata anche di poi dalla filosofia mistica, si aggiunge l'altro concetto orientale dell'incarnazione, si avrà il Dio padre ed il Dio figliuolo, il Dio amore, si avrà la dottrina fondamentale del Cristianesimo; la quale come domma consiste nel Dio persona, soggetto, spirito, padre, amore, e come pratica nell'adorazione in ispirito (soggettivismo) e nella carità. (cap. II, pp. 28-29)
  • Il Vacherot vuol salvare la metafisica mediante l'analisi e la critica dell'intelligenza, e vuol trovare una metafisica così positiva come è positiva la scienza. Egli da una parte combatte la vecchia metafisica, la metafisica puramente a priori, costruita senza il fondamento dell'esperienza; dall'altra parte dimostra che i dati dell'esperienza (materia) senza una facoltà che li sintetizzi (forma), non potrebbero generare la scienza, e non potrebbero spiegare il problema del mondo. (cap. III, p. 86)
  • Il Vacherot ha creduto riprendere l'opera del Kant e correggerla, ed egli non ha fatto che aggiungere all'errore kantiano delle forme e dei contenuti e delle idee a priori, un altro errore speculativo, che il Kant seppe evitare, cioè l'affermazione del valore oggettivo e metafisico di coteste idee. (cap. III, p. 87)

Bibliografia[modifica]

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