Angela Carter
Angela Carter (1940 – 1992), giornalista e romanziera britannica.
Citazioni di Angela Carter
[modifica]- Di tutti gli elementi combinati nel complesso di segni etichettati a Margaret Thatcher, è la sua voce che riassume l'ambiguità del costrutto intero. Lei tuba come una colomba, sibila come un serpente, abbaia come un cane [in un artificioso accento di alto ceto] che non ricorda ricconi reali, ma le zie di Wodehouse.
- Of all the elements combined in the complex of signs labelled Margaret Thatcher, it is her voice that sums up the ambiguity of the entire construct. She coos like a dove, hisses like a serpent, bays like a hound [in a contrived upper-class accent] reminiscent not of real toffs but of Wodehouse aunts.[1]
- La commedia è una tragedia che capita alle altre persone.
- Comedy is tragedy that happens to other people.[2]
In compagnia dei lupi
[modifica]C'è un unico animale, uno solo che di notte urla nei boschi.[3]
La sposa della tigre
[modifica]Mio padre mi perse giocando a carte con La Bestia.[3]
Love
[modifica]Un giorno Annabel vide in cielo il sole e la luna nello stesso istante. La scena la riempì di un terrore che la consumò totalmente e non l'abbandonò finché la notte non si concluse in catastrofe, essendo lei priva d'ogni istinto di conservazione di fronte alle ambiguità.
Notti al circo
[modifica]«Per Dio, signore!», cantilenò Fevvers con una voce dagli echi metallici che ricordava il rumore di un coperchio sbattuto su un bidone della spazzatura. «Quanto al luogo in cui sono nata, be', ho visto la luce proprio qui, nella vecchia Londra fumosa! Non per niente mi hanno soprannominato la Venere cockney, signore, anche se avrebbero potuto chiamarmi la Elena del trapezio, considerate le insolite circostanze in cui è avvenuta la mia nascita. Già, perché io non sono uscita da quelli che si potrebbero definire i canali normali, signore, oh no! Come Elena di Troia, sono uscita da un uovo bello grosso mentre suonavano le campane di Bow Church».
Venere nera
[modifica]Sono tristi, infinitamente tristi le sere d'autunno avanzato. Sono colorate di rosa e di malva, sfumate di grigio.[3]
Love
[modifica]Le mosche le ronzavano già attorno agli occhi. Buzz aveva rimosso le assi dalle finestre, ma l'odore del gas pervadeva ogni cosa e per lei, ormai, non c'era più nulla da fare. Lee tirò un pugno al fratello che si schiantò sul pavimento. Poi cominciarono a litigare tristemente su chi dei due avesse più colpa, poiché nulla è irreparabile, tranne la morte. (p. 184)
Notti al circo
[modifica]Il tornado vorticante creato dalla risata di Fevvers cominciò a scuotersi e a tremare su tutta la terra, come se fosse stata la risposta più adatta alla commedia gigantesca che si svolgeva di continuo sotto di lui, finché ogni essere vivente, ovunque, prese a ridere irrefrenabilmente. Questo, comunque, è quello che pensò il marito tradito, che si trovò a ridere anche se non era sicuro di non essere lui a fare da zimbello. Quando Fevvers si decise a smettere, si accucciò su di lui, coprendogli la faccia di baci. Oh, come era contenta di lui!
«Se penso che ci hai creduto!», ripeté, stupita. «È proprio vero che al mondo la fiducia è tutto». (p. 421)
Note
[modifica]Bibliografia
[modifica]- Angela Carter, Love, in La Scala, traduzione di Rossella Bernascone e Daniela Fargione, Rizzoli, Milano, 1993, ISBN 88-17-67200-9.
- Angela Carter, Notti al circo, in Le strade, traduzione di Mariagiulia Castagnone, Fazi, Roma, 2017, ISBN 978-88-7625-878-7.
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