Angelo Zanti

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Angelo Zanti, nome di battaglia Amos (1896 – 1945), partigiano e operaio italiano.

Citazioni di Angelo Zanti[modifica]

  • [Qualche ora prima della sua esecuzione] Che cosa importa morire! Sono certo che il nostro sacrificio non sarà vano. Il popolo italiano schiaccierà il fascismo e presto, l'idea nostra per cui tanto abbiamo lottato, sarà fra breve una meta raggiunta.[1]

Citazioni su Angelo Zanti[modifica]

  • Perseguitato politico per la sua fede antifascista, subì carcere ed esilio fino al giorno in cui impugnò le armi partecipando attivamente alla lotta di liberazione. Eletto commissario di guerra del Comando piazza di Reggio Emilia, apportò la fiamma della sua fede e la sua esperienza di cospiratore nell'organizzare le formazioni clandestine. Visse la dura vita di combattente e tenne alta fra i suoi partigiani la fiaccola dell'ardimento e della libertà. Arrestato, in seguito a delazione fu sottoposto a crudeli sevizie che sopportò con fierezza senza nulla rivelare. Condannato a morte affrontò l'estremo supplizio dopo aver esortato il figlio quindicenne a proseguire nella lotta per la redenzione della Patria e cadde gridando: «Viva l'Italia». (motivazione del conferimento della medaglia d'argento[2])

Note[modifica]

  1. Dalla testimonianza di Gino Prandi, originariamente pubblicata da Reggio Democratica, 15 gennaio 1946. Citato in Gino Prandi, Le parole di Angelo Zanti nella memoria di un suo compagno di prigionia; in Angelo Zanti: martire dell'antifascismo, issuu.com, a cura della Redazione di Paese Nostro, periodico dell'Amministrazione Comunale di Cavriago, Comitato comunale per le celebrazioni del trentesimo anniversario della lotta di liberazione, p. 18.
  2. Riportata in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Anno 90º, n. 192, 23 agosto 1949, p. 2243.

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