Anilda Ibrahimi

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Anilda Ibrahimi (1972 – vivente), scrittrice albanese italofona.

Citazioni di Anilda Ibrahimi[modifica]

  • La conservazione della memoria per me ha il ritmo della pioggia, ha l'odore della terra dopo la pioggia, ha il volto delle foglie cadute che affidano il loro destino ai ruscelli d'acqua per le strade della mia città dopo il temporale. Qualcosa che ha a che fare con la mia infanzia piena di pioggia. La pioggia per me diventa il discèrnere tra quello che accadeva nel quotidiano e ciò che sopravviveva nel ricordo per diventare eterno. Appunto, un legame tra vivi e morti.[1]
  • Non so se potrei definirmi migrante. Mi chiedo sempre "migrante rispetto a cosa? Verso che cosa?" Per me la letteratura è letteratura in tutti gli aspetti. Non mi piace il concetto di "scrittrice migrante", perché mi sembra la solita tendenza degli italiani a mettere etichette e categorie su tutto, al di là dalle quali sembra che uno non possa esistere. Non amo farmi etichettare o farmi raggruppare in categorie. Costruendo le categorie è come se creassero dei ghetti, e ti dicessero: "ecco la letteratura migrante, questo è il vostro ghetto, vedetela tra di voi". Ma non ha senso perché io vivo e scrivo in italiano, non ho nulla in comune con un altro scrittore, ad esempio che viene dal Camerun o dall'America latina. Io faccio letteratura e basta.[2]

Note[modifica]

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