Annamaria Marasi

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Annamaria Marasi (1969 – vivente), dirigente sportiva ed ex pallavolista italiana.

Citazioni di Annamaria Marasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

Annina dei miracoli

Intervista di Lucia Voltan, Guerin Sportivo nº 49 (1024), 7-13 dicembre 1994, pp. 86-89.

  • Il Guerino farebbe un servizio su di me se non fossi stata eletta la più bella del Mondiale? [...] Ho vinto [...] scudetti e diverse coppe, eppure non mi è mai capitato di parlare con tanti giornalisti: la faccenda della bellezza se si tratta di una donna, attira più di cento titoli sul campo.
  • Ho iniziato a giocare sui dodici anni. Ufficialmente, perché in realtà a pallavolo giocavo da quando avevo sette, otto anni. Mi mettevo davanti a un cancello e via: di qua e di là. Il ruolo? Sa come si fa a trovare il portiere, tra ragazzi? Si prende il più scarso. Per il palleggiatore è un po' la stessa cosa. Il primo allenatore non aveva un gran fiducia nelle mie doti. Però, siccome era il fratello di una mia amica, anziché mandarmi a casa, mi diceva: "Tu va a palleggiare, che almeno non fai danni".
  • [Sull'esperienza nel CUS Parma] Stagione memorabile quella, nel senso che non abbiamo vinto una partita.
  • Non potrò mai dimenticare la festa per il mio primo scudetto. Lo abbiamo vinto in trasferta, a Perugia. A Matera siamo tornate alle cinque: dico alle cinque del mattino, mica del pomeriggio. E chi troviamo ad aspettarci? Tutta la città. Avevo persino paura.
  • [«[...] ha pubblicamente ammesso di preferire i coach di sesso maschile...»] Detto così, sembra che la Marasi sia una che cerca di giocare la carta del fascino personale per farsi mandare in campo. Piano: io volevo solo dire che con un tecnico uomo almeno lo spogliatoio diventa off-limits, un posto dove noi ragazze possiamo parlare dei fatti nostri.

Anna Maria Marasi: nella superficialità non c'è rispetto

Intervista di Giuseppe Stabile, ioacquaesapone.it, 27 settembre 2010.

  • Sono cresciuta in una bellissima famiglia di Parma, con una sorella più giovane [...]. Loro mi hanno dato la possibilità di seguire la mia passione più grande, lo sport. Mio padre mi ha dedicato tantissimo tempo: questo dovrebbe essere il primo impegno dei genitori verso i propri figli.
  • Fare sport ad alto livello è gratificante, ma per l'atleta è anche complicato: negli anni della gioventù la cosa più importante sono gli allenamenti e le gare. È molto difficile conseguire un titolo di studio o coltivare degli interessi; per me era faticosissimo anche mantenere i rapporti con le persone, dato che avevamo la giornata tutta programmata. Si vive fuori dal mondo per molto tempo, in un ambiente bellissimo che ti fa continuare a giocare anche da adulti, ma che è lontano dalla realtà. Ad esempio, quando ho smesso di giocare, non sapevo neanche come si pagavano le bollette delle utenze, perché ho sempre avuto qualcuno che lo faceva per me!
  • [«Come ti prendi cura quotidianamente della tua anima?»] Leggo quasi ogni giorno il Vangelo, perché mi piace molto e trovo sempre un messaggio profondo adatto alla giornata che sto vivendo: ritengo possa essere utile a tutti. Contemporaneamente, è davvero importantissimo imparare a pregare, perché dona una grande serenità soprattutto nei momenti difficili. Credo che la preghiera sia molto più che ripetere meccanicamente delle parole che abbiamo imparato a memoria: pregare è poter parlare con Dio. Cerchiamo chi può aiutarci a comprendere cos'è veramente la preghiera: io stessa l'ho chiesto più volte, anche a Dio. È difficile, ma gradualmente ci si può arrivare.

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