Antonio Zardo

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Antonio Zardo (1850 – 1943), critico letterario e traduttore italiano.

Il Petrarca e i Carraresi[modifica]

  • Iacopo, invero, si fece signore di Padova con un delitto; ma, fatta eccezione di questo peccato gravissimo, fu un signore così saggio, così umano ed accorto pel bene della sua città, che tutti i cronisti e gli scrittori contemporanei hanno per lui parole di altissima lode. (cap. I, pp. 9-10)
  • Ucciso Marsilietto[1], dopo soli quaranta giorni di dominio, Iacopo incominciò il suo governo con atti di singolare liberalità: fece scarcerare molti, che, senza colpa, gemevano nei ceppi, richiamò altri dall'esilio, rimise a' cittadini i debiti che avevano verso il pubblico erario e, fatte celebrare le nozze tra suo figlio Francesco e Fina de' Buzzacarini, colmò di doni gli amici. Per tutto questo riuscì in breve accetto ai Padovani, che stabilirono di solennizzare, ogni anno, il giorno in cui prese il dominio della città. (cap. I, p. 10)
  • È nota l'avversione o, a meglio dire, il disprezzo del Petrarca pei medici, ai quali prestava poca o punta fede. I medici se ne vendicarono ingiuriandolo e calunniandolo, ed egli si sfogò contro di essi in invettive, delle quali, per tacere dei famosi quattro libri contra medicum quemdam, abbonda il suo Epistolario. (cap. IV, p. 105)
  • Fra i più stimati ed amati [medici] da lui [Francesco Petrarca] fu il celebre Giovanni Dondi dall'Orologio, ch'egli riteneva amico suo quanto appena esser poteva egli medesimo e del quale scrisse: Tam excelso tamque capaci pollebat ingenio, ut ad sidera esset iturus, nisi eum Medicina tenuisset. Questi lo consigliò, se voleva vantaggiare nella salute, a non digiunare, a non mangiar frutta, a non bere acqua pura. Il Poeta, in una lunga lettera scritta da Arquà il 13 luglio 1370, pur grato alla premura dell'amico ed ammirato della sua dottrina, ne respinse e ne confutò i consigli. Non pago, il Dondi gli scrisse in propria difesa, ed il Petrarca replicò le sue ragioni in una seconda lettera non meno lunga della prima, datata anch'essa dalla villa Euganea. Dopo tanto disputare, finirono entrambi col rimanere ciascuno nella propria sentenza; ma la loro amicizia non s'affievolì per questo, che anzi il Dondi, se non come medico certo come amico, andava spessissimo a visitare il Petrarca, piacendosi oltremodo della sua compagnia e de' suoi scritti. (cap. IV, pp. 106-107)

Note[modifica]

  1. Marsilietto "Papafava" da Carrara (fine XIII secolo – 1345), politico italiano, proveniente da un ramo secondario dei Carraresi.

Bibliografia[modifica]

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