Ara Pacis
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Citazioni sull'Ara Pacis Augustae.
- Anche l'ornamento vegetale nell'Ara Pacis mostra una certa duplicità. Esternamente al disotto del fregio delle figure, esso vi sviluppa in una ricca opera a tralci, che ricerca l'effetto essenzialmente con l'elegante delineazione degli steli delle piante attorti a volute e che si ricollega a motivi più antichi ma tende in particolare ad una più naturale conformazione del fogliame; nell'interno la parte superiore della parete è ornata di sontuosi festoni in cui l'artista riproduce chiaramente ogni frutto, ogni foglia ma con ciò rinuncia coscientemente alla leggiadria dell'ornamentazione delineata, perché considera le ghirlande piuttosto come masse ricche di corporeità e di colore e digradanti dal più vigoroso rilievo fino a un sottile disegno che svanisce sul fondo. I nastri svolazzanti, i bucranî da cui pendono i festoni e che sono resi con una grandissima fedeltà naturale, accrescono l'impressione. (Anton Springer)
- Da essa traspira un senso di equilibrio di misura, d'ordine, di chiarezza; appunto perché le forme stesse, chiare, misurate, composte suggeriscono, ovviamente, impressioni e sentimenti di questa specie. Basterebbe osservare le figure, solidamente piantate sul terreno, la disinvolta loro attitudine per lo più di tre quarti anziché frontale; l'assenza assoluta di deformazioni; e, in luogo di queste, la più convinta, scrupolosa aderenza alla realtà oggettiva. (Matteo Marangoni)
- I rilievi dell'Ara Pacis sono quanto di più tipicamente greco-romano si possa immaginare; tanto che in quest'opera, del tempo di Augusto, si scorge ancora un riflesso del fregio fidiaco del Partenone. Non si potrebbe quindi desiderare un'opera più satura di tradizione classica di questa. Nata in uno dei periodi più luminosi della storia di Roma, ne riflette pienamente l'anima. (Matteo Marangoni)
- Vi è nei festoni dell'Ara Pacis una grande varietà accoppiata ad un grande naturalismo: grappoli di uva, spighe di grano, pomi, pere, fichi, pigne, olive, bacche di alloro ed altro compongono questi festoni simboleggianti, nella festività della pompa augustea, l'abbondanza delle terre benedette dal lavoro umano. E se si pensa alla originaria policromia, che doveva rendere vieppiù consimili questi festoni alle corone di frutti delle terrecotte robbiane[1], si deve senza esitazione alcuna riconoscere in essi uno degli esempi migliori di arte di natura morta. (Pericle Ducati)
Note
[modifica]- ↑ Luca della Robbia (1399/1400 circa – 1482), scultore, ceramista e orafo italiano.