Archestrato di Gela
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Archestrato di Gela (Gela, ... – circa 330 a.C.), poeta siceliota.
Gastronomia (Frammenti)
[modifica]Quanto conobbi in viaggiar mostrando
A Grecia tutta, ove miglior si trova
ogni cibo dirò ogni liquore.
Di vivande squisite unica mensa
Accolga tutti, ma di tre o di quattro
O di cinque non più sia la brigata:
Perché se fosser più cena sarebbe
Di mercenari predator soldati.
Citazioni
[modifica]- Al banchetto si va per mangiare e non solo per bere, come fanno quei ranocchi dei Siracusani, che bevono vino e solo vino e non mangiano alcunché. Tu, fatti servire invece tutti gli uccelletti arrostiti della tribù, secondo la stagione.[1]
- Ma non permettere che Siracusani o Greci d'Italia ti stiano accanto quando ti dedichi a questo piatto, poiché essi non sanno preparare un buon pesce, preferendo sciuparlo errando appieno riversandogli formaggio, e inzuppandolo d'aceto e salamoia a base di silfio.[2]
Note
[modifica]- ↑ Archestrato di Gela in Ateneo di Naucrati, III 100d. Trad. ita di Gianni Race, La cucina del mondo classico, 1999, p. 50.
- ↑ Archestrato di Gela, Gastronomia in Ateneo di Naucrati, Deipnosofisti, VII, cap. XVII, 311b, 311c. Trad. ita di Francesco Carubia, Autori classici greci in Sicilia, 1996, p. 165.
Bibliografia
[modifica]- Archestrato di Gela, Gastronomia (Frammenti), traduzione di Domenico Scinà, Giuseppe Antonelli Editore, Venezia, 1842.
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