Aziz ad-Din Nasafi

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Aziz ad-Din Nasafi (... − 1287), scienziato e filosofo sufi uzbeko.

Citazioni di Nasafi[modifica]

  • L'anima umana è un'anima parlante. A questo livello è 'l'anima imperativa'. A grado a grado si innalza sino al livello dei saggi. Giunta a questo livello è detta 'anima biasimante'. A grado a grado si innalza ancora sino al livello degli Amici di Dio. A questo livello l'anima parlante è detta 'anima santificata'. Di grado in grado, s'eleva ancora sino al livello dei profeti. Giunta a questo piano l'anima parlante è detta 'anima pacificata', L'anima raggiunge allora la perfezione, e per lei è il tempo del ritorno. O anima placata! Ritorna al tuo Signore appagata e appagante; entra dunque coi Miei servi, entra nel Mio paradiso! (Corano, LXXXIX 27-30)[1]
  • [commento alla citazione superiore] O Sufi! Ritorna al tuo signore significa: O Anima, raggiungi le intelligenze e le anime del mondo superiore, i gradi del paradiso. Entra nel Mio Paradiso significa: raggiungi l'Intelligenza prima, che è il tuo paradiso precipuo. Quando l'anima giunge al livello dei saggi supera l'Inferno e raggiunge i gradi del Paradiso. Quando giunge al livello degli Amici, supera i gradi del Paradiso, e giunge al suo paradiso specifico. Quando giunge al livello dei profeti, supera il suo paradiso specifico e giunge a Dio. [2]
  • O sufi, sinché non sarai purificato del tutto dalle inclinazioni biasimevoli e non ti sarai ornato di qualità lodevoli, non ti potrai liberare dall'Inferno e non raggiungerai i livelli del Paradiso. Sino a che non saprai e non vedrai la realtà delle cose e la loro ragion d'essere, non accederai al Paradiso che è il tuo. Sino a che non morirai a te stesso e non ti rianimerai in Dio, non giungerai a Dio. Queste tre tappe corrispondono rispettivamente alla Sapienza, all'Amicizia divina, alla Missione profetica […]
    Così l'anima, da abisso in abisso, ridiscende sino a che non ha espiato secondo le sue colpe e non è stata punita secondo i suoi crimini.[3]

Note[modifica]

  1. Mandel p. 165.
  2. Mandel pp. 165-166
  3. Mandel p. 166

Bibliografia[modifica]

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