Bhartṛhari

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Bhartṛhari (V sec.), grammatico, filosofo e poeta indiano.

  • Facilmente si vince un ignorante, | più facilmente chi tutto conosce; | ma sopraffar non può nemmeno Iddio | chi di scienza ha un granellin soltanto.[1]
  • La realtà imperitura, il Brahman, senza principio e senza fine, che è essenzialmente Parola, appare nella forma dell'insieme degli oggetti: da esso deriva la creazione dell'universo. Esso che è uno, come insegna la rivelazione, appare tuttavia differenziato, per via dei vari poteri che gli ineriscono; appare distinto dai suoi poteri anche se in realtà non lo è. (da Vākyapadīya, I.1-2)[2]
  • Non c'è concetto o pensiero che non possa fare a meno del linguaggio; tutta la conoscenza è illuminata in quanto è penetrata dalla parola. (da Vākyapadīya, I.123)[3]

Note[modifica]

  1. Da Le sentenze di Bhartrihari, traduzione di Italo Pizzi, Tipografia e libreria salesiana, Torino, 1899, p. 24.
  2. Citato in Vasugupta, Gli aforismi di Śiva, con il commento di Kṣemarāja, a cura e traduzione di Raffaele Torella, Mimesis, 1999, introduzione, p. 25.
  3. Citato in Kamalakar Mishra, Tantra. Lo Śivaismo del Kaśmīr, traduzione di P. Zanoni, Lakṣmī, Savona 2012, p. 197.

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