Burhan Sönmez

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Burhan Sönmez nel 2017

Burhan Sönmez (1965 – vivente), avvocato, scrittore e giornalista turco di etnia curda.

Citazioni di Burhan Sönmez[modifica]

Ottantadue anni fa, il filosofo ebreo-tedesco Walter Benjamin stava cercando di passare dalla Francia alla Spagna e, da lì, arrivare negli Stati Uniti. Le guardie di frontiera gli negarono l'accesso. Benjamin (a quel punto) aveva due opzioni, venire catturato dai nazisti in coda oppure... Scelse la seconda e si suicidò.

Walter Benjamin aveva una borsa nera di pelle con sé. Le strade erano ripide e Benjamin era in cattive condizioni di salute. Nel momento di maggiore cedimento, i suoi amici gli dissero di lasciare la borsa ma lui si oppose fermamente. Disse che lui poteva rimanere ma la borsa avrebbe dovuto attraversare l'Atlantico. Dopo la morte di Benjamin, la borsa fu persa e non si è mai saputo il contenuto della borsa. Manoscritti? O qualcos'altro? Nonostante il contenuto sia sconosciuto, l'unica cosa certa è che qualsiasi cosa fosse, è strettamente legata alla parola libertà.[1]

Incipit di alcune opere[modifica]

Istanbul Istanbul[modifica]

“In realtà è una storia lunga, ma sarò breve. Non si era mai vista una nevicata cosí a Istanbul. Quando, nel cuore della notte, due suore lasciarono l’Ospedale Saint George di Karaköy dirigendosi verso la Chiesa di Sant’Antonio per riferire la cattiva notizia, sotto le grondaie era pieno di uccelli morti. Nel mese di aprile, il gelo aveva flagellato i fiori dell’albero di Giuda e il vento, tagliente come una lama, sferzava i cani randagi. Dottore, tu hai mai visto la neve ad aprile? In realtà è una storia lunga, ma sarò breve. Delle due suore che camminavano a fatica nella bufera di neve, una era giovane, l’altra anziana. Erano quasi arrivate alla Torre di Galata, quando la giovane disse all’altra che dall’inizio della salita un uomo le stava seguendo. La suora anziana rispose che poteva esserci un unico motivo per cui un uomo le seguiva nella tempesta e nel buio”.

Non appena sentii da lontano il rumore del cancello di ferro, interruppi il racconto e guardai il Dottore.

Nord[modifica]

Quando i pastori rinvennero il cadavere nudo di Aslem nel burrone, le ultime stelle della notte si stavano ritirando.

I pastori si erano svegliati di buonora ed erano in cammino verso il villaggio. I loro passi schiacciavano i fili d’erba coperti di brina e il gregge veniva ammantato da una coltre di vapore. Stavano attraversando un pendio scosceso e roccioso, assediato da una sottile foschia. Nei giorni di forte vento, un’anziana donna, abbandonata in quella distesa di rocce taglienti, pareva lamentarsi e gemere richiamando i pastori. Il piú giovane tra loro si arrestò e si guardò attorno, come se avesse sentito ancora quel gemito. E notò che anche i cani si erano fermati. La pelle infreddolita si tese, il dolore gli scivolò dalle dita nel resto del corpo. Per un istante, un nuovo silenzio emerse dal silenzio. Abbaiando, i cani corsero verso la scarpata, sull’orlo del burrone al di là del monte. Il richiamo che li attirava fece accorrere anche i pastori. Raggiunsero il limite della scarpata e guardando in basso individuarono un corpo senza vita.

Note[modifica]

  1. Da I libri superano le frontiere del tempo e della paura, Domani, 28 novembre 2023, p. 15.

Bibliografia[modifica]

  • Burhan Sönmez, Istanbul Istanbul, nottetempo, 2016, traduzione di Anna Valerio.
  • Burhan Sönmez, Nord, nottetempo, 2021, traduzione di Nicola Verderame.

Altri progetti[modifica]