Camillo Berneri

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Camillo Berneri

Camillo Berneri (1897 – 1937), filosofo, scrittore e anarchico italiano.

Incipit di alcune opere[modifica]

Carlo Cattaneo federalista[modifica]

Ogni qualvolta mi si presenta l'occasione, sono lieto di scrivere o di parlare di Carlo Cattaneo. Spingere coloro che male lo conoscono a leggerlo e a meditarlo è per me un dovere di solidarietà culturale, ben sapendo di additare una ricca fonte di pensiero nonché un'immensa miniera di trattazioni. Potrà parere ingenua, a taluni, questa «propaganda», data la celebrità dell'autore, ma così non è.

Il lavoro attraente[modifica]

Quando lessi su «La lotta umana», rassegna anarchica che Luigi Fabbri diresse in Parigi, un accurato, acuto ed organico studio di Torquato Gobbi sul problema della Razionalizzazione del Lavoro, avrei voluto essere in condizioni di ristamparlo in opuscolo. E sarei felice di veder pubblicata la traduzione italiana del «Desarollo del Trabajo Humano» del prof. Nicolai, nonché altre monografie di parte nostra, o alle nostre idee inspirantesi, che trattano del lavoro in rapporto all'uomo.

L'emancipazione della donna (considerazioni di un anarchico)[modifica]

La garçonne tipica è la femmina che vuole mascolizzarsi. È femminista, perché vuole somigliare all'uomo. Si crede libera, perché è scimmia. Non si avvede che tra la donna e l'uomo ci sono differenze psichiche irriducibili quanto quelle fisiche. Non vuole attuare in sé una vita superiore a quella della donna comune, passivamente onesta e schiavescamente laboriosa, ma conquistare la libertà volgare del maschio: quello di fare i propri comodi sessuali. Da questa lebbra di modernità scaturisce l'ermafrodito fenomeno dell'emancipate.

Mussolini alla conquista delle Baleari[modifica]

La grande importanza militare delle Baleari non era un elemento sufficientemente evidente e suggestivo per l'imperialismo italiano. Gli occorreva qualche cosa di più diretto, di più tangibile, di più seducente. E questo qualche cosa fu la bellezza dell'Arcipelago. Il cielo di un bleu profondo, le montagne scagliantesi in linee fini e nette, le coste sinuose, le acacie, i platani, i fichi, gli eucaliptus, gli ulivi ed i mandorli fiancheggianti le strade ora serpeggianti tra verdi campagne ora incastonate in valli ombrose, i cupi gruppi di cipressi contrastanti col fogliame verde pallido delle palme, i severi castelli e le casine civettuole, le cittadine piene di sorprese moresche, e gotiche, dalle vie strette, vie tortuose e dall'ombra rallegrata dai vivaci colori delle case, dalle voci sonore e dal meridionale gesticolìo degli abitanti, le barche dalla vela latina e le baie dalle acque di un bel bleu di oltremare, contrastante con la bruna severità delle scogliere.

Novelle[modifica]

Don Anatema[modifica]

— Chissà se verrà stasera Don Anatema. Forse avrà paura dell'acqua. Sarebbe strano, però, che viene anche quando scroscia — così disse il dottor Berli, guardando l'orologio; che segnava le nove. Gli altri giocatori di scopa, il veterinario, il farmacista ed il direttore delle scuole si strinsero nelle spalle, come per dire: se viene, bene, altrimenti si gioca egualmente.

Perché Paolo Lapi si levò un occhio[modifica]

L'aveva conosciuta in un caffeuccio e l'aveva sposata. L'aveva sposata per la stessa ragione che lo conduceva tutte le sere al caffeuccio: perché, così solo, si noiava. Egli era un ometto gracile, che cominciava ad ingobbare, quasi interamente zucconato dalla calvizie, i baffi un poco grigi. Essa, invece, era giovane e belloccia. Ritta al banco pareva essere là per decorare il locale più che per servire i clienti, vari dei quali se la pasteggiavano con gli occhi.

La Maddalena[modifica]

Le due suore questuanti non avevano raccolte che poche elemosine, in quel quartiere ricco. Indugiavano, quindi, nonostante il calar della sera, a suonar campanelli e a sussurrare gli inviti. Davanti ad una villetta civettuola sostarono indecise, chè un grosso cane latrava, furioso, dietro le sbarre del cancello dalle punte dorate.

La Medicina Moderna[modifica]

"...Questi scortichini si danno delle arie perché escono dall'Università ora, freschi freschi, come se le Università buttassero fuori i medici; è la pratica che fa il medico...". Il vecchio dottore ogni giorno faceva la sua predica contro i medici giovani, gli sbarbatelli che si danno delle arie da specialisti, e a favore dei vecchi medici, che "modestia a parte hanno la pratica che conta di più delle teorie nuove e dei metodi strabilianti... nuove per il pubblico e strabilianti per gli allocchi...". Il farmacista, a questi sfoghi faceva una faccia che voleva dire: "Avete completamente ragione" e: "Via, non esagerate".

Una persona seria[modifica]

Anche quel trimestre Bianchina portò a casa una pagella che faceva sperare poco di buono. Suo padre tuonò contro la gioventù d'oggi, che non studia; contro i professori, che fanno il loro comodo; perfino contro il governo, che non mette le cose a posto. Sua madre consigliò di far prendere delle ripetizioni a questa benedetta figliola che è un po' gracile e non può, così giovane, studiare tanto, chè rovina la salute.

Il Miracolo[modifica]

Sempre lì, ritta e ferma. La svitavano dal seggiolone, la sera; la rinvitavano, la mattina. Se non ci fosse stata da lavarla e rimetterla lì e da metterla sul vaso non avrebbe dato alcuna noia. Prima la lasciavano a letto, ma si piagava e faceva, per svagarsi, un verso come i piccioni: che noiava la nuora.

Il saggio[modifica]

Il saggio è fissato per il domani. La madre della giovane pianista non può dormire, benché tutto il giorno abbia sfacchinato. Tra l'altro, è dovuta andare a far visita a quattro amiche, per trovarne una che le imprestasse un abito decente. Il suo più bello, di seta nera, è ragnato. Ma l'abito nuovo per Nelly c'è ed accende la luce, la luce per guardarlo ancora.

Al caffè delle Tre Grazie[modifica]

Da alcuni mesi al caffè delle "Tre Grazie", il caffè centrale di Montemare, il tavolino accosto alla vetrata che dà sul giardinetto fiancheggiante il garage, era occupato di frequente da un signore sui sessant'anni, vestito sempre di nero e con degli occhiali d'oro. Per qualche giorno il cav. Ponti, vecchio veterinario a riposo, aveva guardato in cagnesco, di sopra gli occhiali, quell'intruso, che aveva occupato il suo posto preferito, ma poi, il forestiero l'aveva ammansito con le blandizie di un'amabilità settecentesca.

La minestra cattiva[modifica]

— Siamo alle solite! Porco dio, si deve mangiare di questa roba dopo aver lavorato tutto il giorno? — La voce del figlio risuonò, aspra. La madre borbottò una giustificazione, e continuò a rammendare le calze, con le mani che le tremavano. Ogni tanto passava il dorso della destra sulle palpebre per asciugare le lacrime. Sempre così. E quasi ogni sera.

Chi va là?[modifica]

Ha cenato in fretta, la madre. E non ha lavato i piatti né spazzata la cucina.
Prepara un fagottino: il pane, i piatti, la minestra, che chissà se gli arriva calda; e un po' di carne, che ce ne vorrebbe di più, ma costa cara. Poi la bottiglietta del vino e un pacchetto di sigarette. Ci ha messo anche il cuore. Ed è forse per questo che le mani tremanti stentano a far entrare tutto nel fazzolettone e si affannano intorno ai cappi che non si vogliono annodare.
Fuori è freddo. E i lampioni ritraggono la loro luce gialla, ai colpi di vento. È ancora presto, ma pare notte. Che brutto inverno quest'anno!

La bambola rotta[modifica]

"Quaranta franchi? Non potrebbe farmela a meno?". No che non poteva. "Per lei lo farei più che volentieri. Ma una bambola biscuit, come questa, creda è difficile trovarla a questo prezzo. È roba fina, lei capisce. Non si può darla a meno. Roba che viene dall'estero, e col cambio...".
Gino Taddei, stordito da quel diluvio di parole, esce avvilito e mastica: "Quaranta lire? Ladri! Ladri!".

L'inventore[modifica]

All'ufficio dell'Ing. Comm. Augusto Imperiali si presentava spesso la seccatura, nella forma di un ometto tutto strinto nelle spalle misere, tutto timidezza ed ossequio, ma con un sorrisetto, tra la barbetta ispida, di uomo che la sa lunga, ed uno sguardo scintillante di sotto le sopracciglia spioventi, quasi a nascondere quei lumini troppo vivi per una faccia così affamata.

Frammento di novella[modifica]

...Una cartolina anonima: la testa ramosa di un cervo. Una mattina, dopo tre anni di matrimonio, aveva vista uscire dalla camera n.° 8 sua moglie, in vestaglia e tutta rossa.
Al n.° 8 c'era un ufficiale di cavalleria, chè era il tempo delle manovre.
Una notte si svegliò e non vide sua moglie. Pensò che fosse andata al W.C. e si riaddormentò.
La mattina, allo svegliarsi, vide che era ancora via.

Umanesimo e anarchismo[modifica]

In Russia il bolscevismo ha rinnovato, in modo radicale e sistematico, i sistemi rappresentativi.
Il valore di tali riforme sorpassa i confini della rivoluzione russa e per l'influenza che esse hanno sul pensiero politico delle altre nazioni e per le loro origini ideologiche.
Il regime bolscevico è l'esperimento più pratico e più su vasta scala di quella democrazia integrale che ebbe per esponenti, fra i molti, Rittinghausen in Germania, Considerant e Leverdays in Francia.
Il regime dei Soviet è una derivazione dell'autonomia federalista ed è in antitesi con la tendenza accentratrice del socialismo di Stato: non è che un sistema politico le cui linee generali e fondamentali si trovano nei disegni politico-filosofici dei principali pensatori della Francia rivoluzionaria e democratica.

Bibliografia[modifica]

Altri progetti[modifica]