Carla Lonzi

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Carla Lonzi

Carla Lonzi (1931 – 1982), scrittrice, femminista e critica d'arte italiana.

Citazioni di Carla Lonzi[modifica]

  • Il femminismo mi si è presentato come lo sbocco possibile tra le alternative simboliche della condizione femminile, la prostituzione e la clausura: riuscire a vivere senza vendere il proprio corpo e senza rinunciarvi. Senza perdersi e senza mettersi in salvo.[1]
  • [Sul cimitero di Turicchi, frazione del comune di Rufina, dove risposeranno le sue spoglie] Il posto più bello del mondo doveva capitare a me, proprio a me perché ne godessi? So che è regalato, ma so che il destino ha piacere nel regalare a persone così. Sono io che provoco e salto il fosso delle formalità. Oggi mi sono vista all'opera: devo offrire una possibilità a tutti quelli che non me lo impediscono, anche se non mi incoraggiano. Poi mi sento troppo strana, però devo tentare almeno una volta, no anzi due volte.[2]
  • Sono contenta di essere | né giovane né vecchia | così posso sentirmi | a volte giovane |a volte vecchia | ho il massimo di estensione | mai avuto. | E al domani | non penso.[2]
  • Mi butto in un pensiero | che non controllo | navigo in un mare | che non controllo | mi lascio andare | in un mare che non controllo | affioro qui [3]
  • Quando ho saputo che esisteva il femminismo non sono stata neanche lì a informarmi su cos'era: sono una donna, dunque faccio il femminismo. Non pensavo alle conseguenze, non sono mai stata così su di giri in vita mia, sempre stanca morta e con il cervello che faceva la girandola. [4]
  • Traboccava la voglia di uscire dalla prigione e di sbeffeggiare il nostro carceriere. Il mio sdegno saliva alle stelle, ma anche la mia felicità perché finalmente esprimevo senza sensi di colpa né complessi di inferiorità la mia voglia di esistere, la mia presenza. [5]
  • Improvvisamente ho cominciato a parlare con tante donne e ragazze sconosciute, non avevo più cautele né ritegno: ogni pensiero esplodeva nel buio, con colori meravigliosi e io ne ero la più stupefatta. Cercavo di risvegliare quel fuoco nelle altre perché potessero gettarsi nell'acqua fredda e fare una bella nuotata. Lo choc più bello, tonico e salutare che ho mai provato. [6]
  • Il femminismo non è solo rabbia, denuncia, ma anche autocoscienza e liberazione, è tutto l'arco, tutte le fasi di un processo: il risultato è sempre la scoperta di sé, ma l'essere in un processo invece che in un altro modifica la civiltà. [7]
  • Se penso prendo forza. Allora mi accorgo che la fiducia in me non è un dato fisso garantito, ma un qualcosa che mi viene ogni volta dallo scoprire un punto di verità in accordo con la parte di me che vuole la verità a ogni costo, e proprio perciò devo scrivere, cioè devo avere in ogni momento la prova che quella operazione di recupero della fiducia in me ha un precedente, mi è garantita, da me stessa. [8]
  • (Attraverso il femminismo) via via cadono i miti su cui poggia il prestigio dato dall'uomo: un mito era il piacere dell'orgasmo vaginale, un altro della bontà, spontaneità, emozionalità e umanità della donna, un altro della maternità, un altro dell'amore e della dedizione, un altro prezioso e raro della creatività nei campi proposti da lui. [9]
  • Non c'è altra via che la liberazione in proprio che permetta di superare l'inferiorizzazione: chi si libera non può liberare l'altra, ma solo aiutarla ad andare in crisi. L'uscita dalla crisi è interamente sulle spalle di chi ce l'ha. [10]
  • Ho sempre sentito questo dualismo: la mia presenza e partecipazione al senso comune (affetti, progetti, preoccupazioni, responsabilità) e la mia sicura appartenenza a un altro mondo. [11]
  • Sperduta | Infinitesimale | Senza senso | Senza spazio [12]
  • A me piace essere lo strumento di liberazione di un'altra e mi commuove saperlo mentre lei ancora non lo sa. Sentire questo passaggio che si compone in lei, poterne essere testimone e diligente esecutrice (la mia diligenza è a tutta prova) mi rende felice. Avverto che si valuta meno perché è stata valutata meno, allora voglio essere quell'eccezione che le può permettere di avere un senso di sé più consono a come l'avrebbe avuto se altri non l'avessero avvilita. A me piace questa fase, può essere una gioia stabile della mia vita. [13]
  • Un altro velo è caduto, e ho intuito le strutture da cui non si scappa. O famiglia o lavoro: o autenticità o emancipazione; o affetti privati o alienazione pubblica. Io voglio rapporti umani più vasti, il mondo per me è l’infinità dei rapporti umani possibili. Questo il patriarcato non lo contempla. Ecco perché la donna ricade nella famiglia o si butta nel lavoro. Cioè sparisce dalla società in quanto voce femminile. [14]
  • Per uguaglianza della donna s'intende il suo diritto a partecipare alla gestione del potere nella società mediante il riconoscimento che essa possiede capacità uguali a quelle dell'uomo. Ma il chiarimento che l'esperienza femminile più genuina di questi anni ha portato sta in un processo di svalutazione globale del mondo maschile. Ci siamo accorte che, sul piano della gestione del potere, non occorrono delle capacità, ma una particolare forma di alienazione molto efficace. Il porsi della donna non implica una partecipazione al potere maschile, ma una messa in questione del concetto di potere. E' per sventare questo possibile attentato della donna che oggi ci viene riconosciuto l'inserimento a titolo di uguaglianza.[15]
  • L'uomo non è il modello a cui adeguare il processo della scoperta di sé da parte della donna.[16]
  • L'uguaglianza è quanto si offre ai colonizzati sul piano dele leggi e dei diritti. È quanto si impone loro sul piano della cultura. È il principio in base al quale l'egemone continua a condizionare il non egemone.[17]
  • Il mondo dell'uguaglianza è il mondo della sopraffazione legalizzata, dell'unidimensionale; il mondo della differenza è il mondo dove il terrorismo getta le arme e la sopraffazione cede al rispetto della varietà e della molteplicità della vita. L'uguaglianza dei sessi è la veste in cui si maschera oggi l'inferiorità della donna.[18]
  • Ci preme moltissimo che venga salvaguardato nella donna quello scatto straordinario di baldanza emotiva che fa parte del periodo vitale della giovinezza e con cui gli individui gettano le basi della creatività che darà l'impronta alla loro vita. [19]


Citazioni su Carla Lonzi[modifica]

  • II femminismo di Carla non si limitava certamente ad un'aspirazione sindacale alla parità di diritti, ma metteva in gioco un cambiamento totale, con la sua carica utopica e l'idea di sovvertire il modo di sentire. (Marisa Volpi)

Note[modifica]

  1. Da Itinerario di riflessioni; citato in Rita Corsi, Carla Lonzi, enciclopediadelledonne.it.
  2. a b Dal diario di Carla Lonzi; citato in Marisa Volpi, Lonzi Carla, in AA.VV., Italiane. Dagli anni Cinquanta ad oggi (1951-2011), 150anni.it.
  3. "Carla Lonzi, Taci, anzi parla: Diario di una femminista (Milan: Scritti di Rivolta Femminile, 1978)"
  4. "Carla Lonzi, Taci, anzi parla: Diario di una femminista (Milan: Scritti di Rivolta Femminile, 1978)"
  5. "Carla Lonzi, Taci, anzi parla: Diario di una femminista (Milan: Scritti di Rivolta Femminile, 1978)"
  6. "Carla Lonzi, Taci, anzi parla: Diario di una femminista (Milan: Scritti di Rivolta Femminile, 1978)"
  7. "Carla Lonzi, Taci, anzi parla: Diario di una femminista (Milan: Scritti di Rivolta Femminile, 1978)"
  8. "Carla Lonzi, Taci, anzi parla: Diario di una femminista (Milan: Scritti di Rivolta Femminile, 1978)"
  9. "Carla Lonzi, Taci, anzi parla: Diario di una femminista (Milan: Scritti di Rivolta Femminile, 1978)"
  10. "Carla Lonzi, Taci, anzi parla: Diario di una femminista (Milan: Scritti di Rivolta Femminile, 1978)"
  11. "Carla Lonzi, Taci, anzi parla: Diario di una femminista (Milan: Scritti di Rivolta Femminile, 1978)"
  12. "Carla Lonzi, Taci, anzi parla: Diario di una femminista (Milan: Scritti di Rivolta Femminile, 1978)"
  13. "Carla Lonzi, Taci, anzi parla: Diario di una femminista (Milan: Scritti di Rivolta Femminile, 1978)"
  14. "Carla Lonzi, Taci, anzi parla: Diario di una femminista (Milan: Scritti di Rivolta Femminile, 1978)"
  15. "Carla Lonzi. Sputiamo su Hegel (Milano: Scritti di Rivolta Femminile, 1970) p.20"
  16. "Carla Lonzi. Sputiamo su Hegel (Milano: Scritti di Rivolta Femminile, 1970) p.11"
  17. "Carla Lonzi. Sputiamo su Hegel (Milano: Scritti di Rivolta Femminile, 1970) p.21"
  18. "Carla Lonzi. Sputiamo su Hegel (Milano: Scritti di Rivolta Femminile, 1970) p.21"
  19. "Carla Lonzi. Sputiamo su Hegel (Milano: Scritti di Rivolta Femminile, 1970) p.46"

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