Cattedrale di San Martino (Lucca)
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Citazioni sulla cattedrale di San Martino, duomo di Lucca.
- L'esteriore [della cattedrale] non ha un'armonia di stile pari all'interno; anzi vi si vedono spiccati i caratteri architettonici dei differenti secoli cui ne appartengono le varie parti, ed anche di uno stile diverso, dovuto all'essere stato diretto da artefici comacini e da toscani. Molte di queste parti però sono bellissime, segnatamente l'interno dell'atrio, il fianco di tramontana ed il tergo.
- Nel Duomo lucchese [diversamente da quello di Firenze] sembra invece che l'incuria [per le vetrate] fosse stata grandissima, e forse non si pensò mai ad un riattamento, che quando tutte, per la quantità dei vetri mancanti, erano in tale stato venute da non poterne più fare a meno; ed anche allora in luogo di farne eseguire un diligente restauro da abile artefice, fu condotto tale riattamento in guisa, che di peggio non potea farsi. L'unica finestra rotonda che rimane e quelle del coro, massime la vetrata grande che più aveva sofferto, ci fan chiaro il modo con che si procedette; ponendo cioè in luogo dei vetri rotti o danneggiati altri pezzi di vetro a casaccio, di qualunque colore si fossero, se se ne avevano a mano di colorati (forse resti di alcune finestre delle piccole interamente disfatte) o bianchi cui veniva data alla peggio una tinta qualsiasi, senza nulla curarsi se i disegni delle figure e degli ornamenti ne restassero in mal modo scomposti e sconciati.
- Se la Cattedrale lucchese non è una delle chiese più vaste che sorgessero in Italia nel medio evo, è però fra queste una delle più ragguardevoli per la struttura sua, e delle più belle, massimamente all'interno, per la grata armonia delle linee e per un tal mirabile accordo di fantastico e di severo, che dà all'edifizio un carattere veramente sacro e solenne, raggiunto in egual misura da ben pochi di quelli che lo superano nella vastità e per la ricchezza dell'ornamento.
- Tenevano sotto il portico della chiesa lor banco i cambisti ed altri mercanti detti speciarii, (venditori di aromi) a giudicare e riparar le frodi dei quali fu costituito un apposito ufficio, o special tribunale, che si chiamò la Curia di s. Martino; teneva la sua residenza in prossimità della basilica, ed a quella dovettero poi i mercanti medesimi prestar giuramento di non commettere truffe nell'esercitare il traffico loro.
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