Cerinto
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Cerinto (floruit I secolo), teologo e filosofo siriano di lingua greca.
Citazioni su Cerinto
[modifica]- Secondo i teologhi della Frigia (che per essere sul paese potevano essere meglio informati) il quarto Evangelio era opera non dell'apostolo Giovanni, ma dell'eretico Cerinto, che per ingannare i fedeli usurpava un nome venerabile, come lo aveva usurpato fingendo l'Apocalisse; e secondo il vescovo di Lione era genuinamente di Giovanni, che lo aveva scritto contro la dottrina di Cerinto: quelli vi trovavano i dogmi cerintiani; questo la confutazione. (Aurelio Bianchi-Giovini)
- Cerinto e i suoi seguaci non ammettevano fra i libri del Nuovo Testamento fuor che l'Evangelio di S. Matteo, rigettavano in ispezialtà gli scritti di S. Paolo e di S. Giovanni a cui Cerinto oppose certo suo libro che pretendeva ispirato, come tutte le sue erronee opinioni, da lui intitolate la sua Apocalisse. Ei pensava, come i Giudei, che il Messia stabilirebbe sopra la terra un regno pieno di gloria, e fondandosi sopra tradizioni del tutto contradittorie e che si opponevano pure alle altre sue opinioni gnostiche e ideologiche, aspettava nel secondo avvento di Cristo un regno di mille anni.
- Fa maraviglia (essendo chiara inconseguenza) che Cerinto, malgrado le sue false idee intorno al Creatore del mondo e all'autore della legge mosaica, abbia tuttavia sull'esempio di Gesù, creduto necessario l'adempimento di alcune parti di questa legge.
- La patria sua non men che l'epoca della sua vita sono incerte: tutti però si uniscono nell'annoverarlo tra i giudaizzanti più rigoristi. La sua dottrina è una confusion di Giudaismo e di Cristianesimo; ammette l'idea degli Alessandrini intorno un Dio supremo, Ente misterioso senza alcun rapporto al mondo visibile. Ammise l'emanazione, suppose il mondo come creato da un Essere subordinato al sommo Ente, insomma por mezzo di un angelo, quest'angelo medesimo diede la legge a Mosè, ed era pure un angelo quello che i Giudei adoravano sotto il nome di Jehova. Gesù non é altro, come anco per gli Ebioniti, se non che un uomo venerabile per la sua sapienza e pietà.