Charles Renouvier

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Charles Renouvier

Charles-Bernard Renouvier (1815 – 1903), filosofo francese.

Citazioni di Charles Renouvier[modifica]

  • Un sistema di categorie completo, luminoso, così bene disposto che la sua legge propria paresse servirgli di prova, e che lo spirito, una volta messosi nell'ammirevole labirinto, vi si trovasse come invincibilmente trattenuto, costituirebbe una filosofia perfetta. Questa scienza delle scienze avrebbe per nome vero logica generale.[1]

Citazioni su Charles Renouvier[modifica]

  • Il principio fondamentale del Renouvier è questo: Non si può parlare delle cose se non come sono date alla conoscenza, come rappresentazioni, cioè come fenomeni. Da ciò il nome di fenomenismo che è stato dato al sistema del Renouvier. Adolfo Levi
  • Mentre si può trascurare di seguire le variazioni del concetto di categoria nei vari neo-kantiani tedeschi, senza perciò perdere alcun nuovo elemento essenziale per la soluzione di questo problema, non si potrebbe invece lasciare in disparte la dottrina di Renouvier, ch'è dottrina nuova, e, sopratutto, feconda di ulteriore progresso: sebbene il nome di neocritticismo, col quale è generalmente conosciuta, faccia credere ad un semplice ritorno a Kant – simile a quello che si operò in Germania per opera dello Zeller e del Lange. In verità, il criticismo di Renouvier non gli tolse di concepire conoscenza e realtà in tale modo, che implica non solo Kant, ma anche l'idealismo da lui derivato, e che costituisce, di fronte alla filosofia tedesca, un tentativo di sintesi e di progresso. Quattro punti ci sembrano sopratutto degni di attenzione nella sua dottrina; e cioè: la concezione della relazione come categoria delle categorie, la distinzione della categoria nei momenti logici nei quali può decomporsi, l'introduzione della categoria della Personalità, e la concezione del rapporto fra la categoria e la realtà. (Giovanni Amendola)
  • Renouvier si propone di fondare il sistema delle categorie su di un principio generatore unico; egli assume come punto di partenza la filosofia di Kant, ma intende scoprire la legge generale delle categorie kantiane e ridurle ad unità, senza però pregiudicare in questo tentativo il problema del rapporto fra conoscenza e realtà. Come vedremo, per questo riguardo il suo pensiero differisce notevolmente da quello di un Fichte o di un Hegel. Ma, quando egli afferma che la relazione è la legge generalissima alla quale tutte le categorie sono subordinate, egli trae, si può dire, la conclusione dalle dottrine idealistiche che lo hanno preceduto e la esprime con una formula definitiva. (Giovanni Amendola)

Note[modifica]

  1. Citato in Giovanni Amendola, La categoria. Appunti critici sullo svolgimento della dottrina delle categorie da Kant a noi, Stabilimento poligrafico emiliano, Bologna, 1913, cap. I, p. 6.

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