Charrúa

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Los ultimos indios charruas

Citazioni sui charrúa.

Citazioni[modifica]

Félix de Azara[modifica]

  • All'atto in cui l'uomo si marita forma una famiglia a parte, e lavora per nudrirla: fino a quell'epoca egli è vissuto a spese dei genitori senza far nulla, né andare alla guerra, né comparire alle adunanze. La poligamia vi è permessa: ma una sola donna non può mai avere due mariti: in oltre se un uomo ha più di una moglie, ciascuna di queste lo abbandona se trova altr'uomo che consenta di averla per unica consorte. Il divorzio è libero egualmente ad entrambi i sessi: ma questo accade di rado dopo che sono nati i figli. Le sole conseguenze dell'adulterio sono alcuni colpi di pugni che la parte offesa scarica su i complici nel solo caso, in cui vengano sorpresi sul fatto. I genitori nulla insegnano, nulla proibiscono ai loro figli, i quali non sanno che sia esercitare rispetto verso i primi; fedele in ciò all'universale loro principio di fare ciascuno quello che vuole senza essere impedito da ragione di riguardi, o da forza di autorità. I figli divenuti orfani vengono raccolti da qualche parente.
  • Credo che essi non abbiano mai coltivata la terra: almeno oggidì non la coltivano al certo: i medesimi si nudriscono unicamente della carne delle vacche selvagge, che abbondano nel loro distretto. Le donne sono incaricate della cucina, ma tutte le loro vivande si riducono ad arrosti senza sale
  • Essi non tagliano giamma i capelli. Le donne li lasciano cadere: ma gli uomini li raccolgono, e gli adulti infiggono verticalmente alcune penne bianche nel nodo che li riunisce. Se possono procurarsi un pettine ne fanno uso; ma ordinariamente si valgono delle dita. Sono essi carichi di pidocchi, che le donne ricercano con piacere per procurarsi la soddisfazione di tenerli per qualche tempo sulla punta della lingua, che espressamente sporgono in fuori, indi stritolarli e mangiarli. Costume si ributtante è generalmente stabilito presso tutte le Indiane, ed anche fra le donne mulatte e la ciurmaglia del Paraguay.
  • La loro statura media mi pare, che sorpassi di un pollice quella degli Spagnuoli, ed è più uniforme in tutti gl'individui. Sono agili, diritti, e ben proporzionati, né si ritrova un solo fra essi, il quale sia contraffatto, o troppo grasso, o eccessivamente magro. Portano alta la testa, ed hanno fronte, e fisionomia aperta, segni dell'orgoglio e della naturale loro ferocia.
  • Non conoscono essi né giuochi, né danze, non canti, o suoni, non società di passatempo. Il contegno ne è così grave, che non vi si possono distinguere le traccie delle passioni. Il loro riso si riduce ad aprir leggermente gli angoli della bocca, né essi conoscono ciò che chiamasi scoppio di risa. Il loro accento non è né alto, né sonoro, e parlano a voce sommessa, sin quando si lagnano nel caso d'essere soggiogati, ed uccisi. Temono essi tanto l'incomodo del parlar forte, che avendo affari con qualcuno distante da loro dieci passi preferiscono al chiamarlo il corregli dietro per raggiungerlo. Non adorano alcuna divinità, e non hanno religione veruna: sono quindi in uno stato inferiore all'uomo primitivo della natura quale ci viene descritto da alcuni filosofi che gli attribuiscono una religione.
  • Nell'osservare che i Charruà hanno recato agli Spagnuoli maggior danno, ed effusione di sangue che non gli eserciti di Montezuma e degl'Incassi si sarebbe tentati a credere, che questi selvaggi formassero una nazione numerosissima. Ebbene, sappiasi che quelli, che vivono al dì d'oggi, e che fanno a noi guerra sì crudele non formano sicuramente un corpo di quattrocento combattenti. All'oggetto di sottometterli sono stati sovente spediti contro di essi più di mille veterani tanto in massa, quanto suddivisi in corpi per prenderli in mezzo. Ciò ha portato colpi terribili ai medesimi, ma non ostante costoro sussistono ancora, ed hanno ucciso molti de' nostri.
  • Se il morto è padre, o marito, o fratello adulto, le figlie e le sorelle adulte si recidono non meno della moglie una delle articolazioni, o giunture delle dita ad ogni morte, e tale operazione incomincia dal dito piccolo. In oltre s'immergono da parte a parte nelle braccia, nel seno, e ne'fianchi dalla cintura in su il pugnale, o la lancia del defunto: io medesimo sono stato spettatore del fatto: dopo di ciò passano due mesi ritirate nelle loro capanne, non occupandosi che di piangere, e vivendo di scarsissimo nudrimento. Io non ho conosciuta una sola donna adulta, che avesse intatte le sue dita, e che non portasse sul corpo cicatrici di colpi di lancia.

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