Colchicum autumnale

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Colchicum autumnale

Citazioni sul Colchicum autumnale, ovvero colchico d'autunno, detto anche falso zafferano.

Citazioni[modifica]

  • Nel mestissimo giorno degli addii | mi piacque rivedere la tua villa. | La morte dell’estate era tranquilla | in quel mattino chiaro che salii | tra i vigneti già spogli, tra i pendii | già trapunti di bei colchici lilla. || Forse vedendo il bel fiore malvagio | che i fiori uccide e semina le brume, | le rondini addestravano le piume | al primo volo, timido, randagio; | e a me randagio parve buon presagio | accompagnarmi loro nel costume. (Guido Gozzano)

Vittorio Bertoldi[modifica]

  • Il colchico, come ogni altra cosa d'autunno, emana un vago senso d'amarezza e il suo apparire mette la malinconia anche nel core più semplice, in quello del pastore come in quello del poeta. Nel linguaggio popolare dei fiori esso esprime: 'meditazione, rammarico'; portato sul petto da una contadinella, il colchico significa: 'i miei giorni felici sono passati!'; offerto da un pastore all'amante d’un tempo, il colchico dice: 'non t'amo più come una volta!'. La sua apparizione è il primo annuncio che s'appressa l'inverno, il nemico degli ammalati di petto.
  • Il colchico, l'ultimo fiore de' pascoli alpini, possiede tali caratteristiche nell'aspetto esterno, nella vita e nella struttura interna che non fu soltanto argomento di studio per i botanici o fonte di ispirazioni per i poeti, ma attirò anche l'attenzione del popolo per l'epoca insolita del suo apparire (fiorisce d'autunno!), colpì la fantasia del contadino per la sua «nudità» (il fiore è privo di foglie!), attrasse la curiosità de' giovani pastori per la forma de' suoi frutti, come oggetto di trastullo durante i pascoli, destò infine l'interesse e la preoccupazione del campagnolo in causa del suo veleno.
  • La fantasia popolare s'è veramente sbizzarrita nell'andar in cerca delle più graziose e delle più peregrine immagini: è «il fiore malvagio che i fiori uccide e semina le brume», è «il fiore della natura moribonda», è il profeta del tempo, è il segnale della prossima fine de' pascoli e del principio delle veglie, è il regolatore infallibile delle ultime operazioni campestri dell'anno, della seminagione e della raccolta del grumereccio, è il malinconico amico della vecchierella che fila, è il compagno di gioco de' pastori sul prato, è il terrore delle mandre pascolanti, è il farmaco occulto delle fattucchiere, è la droga velenosa degli speziali ecc. ecc.

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