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Christoph Willibald Gluck

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Christoph Willibald Gluck

Christoph Willibald Gluck (1714 – 1787), compositore tedesco.

Citazioni di Christoph Willibald Gluck

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  • Io mi farei un gran rimprovero se consentissi a lasciarmi attribuire l'invenzione del nuovo genere di opera italiana, di cui il successo ha giustificato il tentativo. È a Calzabigi che va attribuito il principal merito.[1]
  • Non esiste ruolo musicale che non sacrificherei per ottenere un effetto drammatico.[2]

Citazioni su Christoph Willibald Gluck

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  • Gli studi e il lungo soggiorno nella penisola [italiana] diedero a Gluck, dal punto di vista dell'arte, quel che precisamente a lui mancava, sia per atavismo germanico, sia per il carattere peculiare della sua giovinezza, cioè: il sentimento della melodia organizzata. (Jean d'Udine)
  • Gluck ha dato anche, [oltre che ad opporsi all'arbitrio del cantante come aveva detto Wagner] una fisonomia all'ouverture, una funzione specifica e psicologica agli strumenti, una notevole fusione all'aria e al recitativo; ha preanunziata la stessa melodia wagneriana con la nobiltà classica del canto: ha perseguito una più stretta intimità tra musica e poesia, una strumentazione più salda e varia. Egli ha voluto aspirare verso una idealizzazione dell'arte, che fu ed è di moda contrapporre al sensualismo della musica italiana: onde le aspre lotte di allora, di ieri e di oggi. (Raffaello De Rensis)
  • La rivoluzione del Gluck diventata cosi celebre e che a molti ignoranti è stata narrata come se si trattasse di un cambiamento radicale nella maniera di comprendere l'essenza dell'opera, non ebbe altro significato che questo: il compositore si ribellava all'arbitrio del cantante. (Richard Wagner)
  • Per verità, quanto a sistema, io penso che Cristoforo Gluck non inventò niente; e sono convinto di non togliere nulla alla sua gloria, che è grande e legittima. Anzitutto che significa in arte inventare un sistema? Altro è scienza, altro è arte: e la storia dell’arte è tutta in uno svolgimento graduale di forme. Il quesito si potrebbe mettere innanzi per quella parte della musica che suole chiamarsi tecnica o scientifica. Ma qui Gluck è fuori di causa; ed è bene che ci stia. Egli fu un grande artista, nel senso più ideale della parola; ma il tecnico più d’una volta fu colto in difetto; e a conti fatti certamente il musicista, non pareggia il poeta. (Enrico Panzacchi)
  • Proclamando la musica «un'arte limitata», Gluck, sopra tutto, alluse alla possibilità di tradurre in sensi precisi ciò che la sua mente si figurava con precisi concetti. Sicché questo musicista confidò piuttosto nei modi della poesia, della pittura e della plastica. Fu salvo da una grave minaccia per le virtù insopprimibili della sua arte e perché, fino al suo tempo, la musica non aveva saputo esprimersi se non in accenti così nobili che, senza pregiudizio di contenuto, rappresentavano già di per se stessi un'evoluzione e un miglioramento spirituale. (Giulio Confalonieri)
  • [Sulle opere di Gluck] Se in esse si ama è con maestosa compostezza e la sofferenza stessa fa riverenze preliminari. (Claude Debussy)
  • Spirito eclettico e assimilatore, ragionatore calmo e ponderato, artista cosciente e lucido, Cristoforo Gluck è prodotto necessario dell'evoluzione e delle necessità storiche. Egli, nell'ultimo periodo d'una fulgida carriera che l'aveva innalzato all'Olimpo, riassume i suoi sforzi e le sue idealità, e trae dall'intimo del suo essere e mette in valore gli elementi atti a costruire una forma d'opera lirica, scevra degli abusi, delle sconnessioni, delle superfluità e tendente ad esprimere sentimenti veraci ed illuminare situazioni drammatiche. (Raffaello De Rensis)
  • [L'arte di Gluck] Un'arte essenzialmente di apparato e di cerimonia. (Claude Debussy)

Note

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  1. Citato in Raffaello De Rensis, Musica italiana in Francia. La riforma intitolata a Gluck, Casa editrice "Musica", Roma, 1916, p. 27.
  2. Citato in AA.VV., Il libro della musica classica, traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 118. ISBN 9788858022894.

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