Cuore sacro

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Cuore sacro

Immagine Glass heart.jpg.
Titolo originale

Cuore sacro

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 2005
Genere drammatico
Regia Ferzan Özpetek
Soggetto Ferzan Özpetek, Gianni Romoli
Sceneggiatura Ferzan Özpetek, Gianni Romoli
Produttore Tilde Corsi, Gianni Romoli
Interpreti e personaggi

Cuore sacro, film italiano del 2005 con Barbora Bobulova, regia di Ferzan Özpetek.

Incipit[modifica]

A gli sgusciati (Testo in sovrimpressione)

Frasi[modifica]

  • Eleonora ha ragione. Ho sempre fatto tutto quello che voleva lei e sai perché? Perché la mia sorellina non mi è mai piaciuta. Ho sempre avuto paura delle persone che non mi piacciono. (Maria Clara)
  • Perché trasformare il passato, i ricordi, in denaro? (Maria Clara)
  • Le religioni sono come vascelli che portano alla verità, a Dio. Spesso però gli esseri umani s'innamorano del vascello e dimenticano la meta. (Esperto in religioni)
  • E chi se ne sta in silenzio a guardare che cos'è? Un complice, che s'illude di essere una persona perbene. (Maria Clara)
  • Nessuno capiva la nostra allegria. Ma noi stesse non capivamo che tutto intorno a noi stava cambiando e che mentre noi ancora stavamo ridendo, gli altri avevano già cominciato a spegnere i nostri sorrisi. (Maria Clara)
  • Non riconosco più gli alberi, solamente il pino e la quercia riconosco. Si sono seccate tutte le piante. Tutte. Perché hanno troppo sete. Prendine altre, ti prego. Di quelle che non hanno bisogno di sole e dell'acqua. (Giancarlo)
  • La signora credeva che ciascuno di noi ha due cuori. Diceva sempre che però, uno dei due cuori eclissa l'altro, ma se ognuno di noi, diceva, riuscisse anche solo un istante a intravedere la luce del suo cuore nascosto, allora capirebbe che quello è un cuore sacro e non potrebbe più fare a meno del calore della sua luce. (Aurelio)
  • Glielo chieda a loro dov'è Dio. Li salvi. Li redima. Li porti a sentire che Dio è dentro ognuno di loro. Forse se non avessero fame, sonno, sete, dolore, sofferenza, arriverebbero a sentirlo da soli. Ma lei crede davvero di poterli aiutare da sola ad uno ad uno? Fino a quando? Fino a chi? E gli altri? Queste persone hanno bisogno di risposte concrete. Solide. Organizzate. I miracoli non bastano, Irene. I miracoli... non bastano. (Padre Carras)

Dialoghi[modifica]

  • Maria Clara: Lo restaurate? Che brave!
    Irene: Lo trasformiamo in tanti in mini appartamenti. Sarà un vero affare.
    Maria Clara: Davvero un mini appartamento è un affare? Be' non tutti soffrono di claustrofobia evidentemente.
  • Irene: I tuoi saranno in pensiero a quest'ora.
    Benny: No, ci sono abituati. E poi non sono miei, non sono loro, non sono di nessuno.
    Irene: Perché dici così?
    Benny: C'è scritto lì. [indica il muro] Noi non siamo di nessuno e siamo di tutti.
    Irene: Ti sbagli, c'è scritto: "chi non ha rispetto per gli altri non ne ha nemmeno per se stesso".
    Benny: Però lì c'è scritto: "Se fai quello che ti fa felice, fai felice anche gli altri".
    Irene: Non dire di essere felice quando i tuoi occhi sono tristi.
    Benny: I miei occhi sono tristi perché vedono la tristezza nei tuoi.
  • Psicologa: Le piace quella pianta? Una mia amica la stava buttndo via. Non sa com'era ridotta. Da quando sta con me la signorina si è ripresa.
    Irene: Che pianta è?
    Psicologa: Non lo so. Non lo so come si chiama.
    Irene: Si è presa cura di lei.
    Psicologa: Sì. Cos'è che la fa sorridere?
    Irene: Niente, stavo pensando quanto dev'essere felice a stare con lei.

Explicit[modifica]

Stamattina ho visitato la paziente numero 616, Irene Ravelli. La sua diagnosi d'ingresso era di disturbo dissociativo di identità, compulsioni altruistiche incontenibili. Dopo un lungo colloquio con la paziente e avendola anche sottoposta ai test adeguati al caso, ho verificato in lei una notevole capacità di recupero cognitivo ed emotivo che le ha fatto raggiungere un ottimo equilibrio del sé. La paziente, in perfetta sintonia con se stessa, e in piena consapevolezza delle scelte che ha inteso fare, non presenta alcun pericolo, né per sé, né per gli altri. Per questo ritengo che non sia necessario il suo ricovero. (Psicologa)

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