Dear John

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Dear John

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Titolo originale

Dear John

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2010
Genere drammatico, romantico
Regia Lasse Hallström
Soggetto Nicholas Sparks, Ricordati di guardare la luna (romanzo)
Sceneggiatura Jamie Linden
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Dear John, film del 2010, regia di Lasse Hallström.

Frasi[modifica]

  • Sono una moneta dell'esercito americano, coniato nell'anno 1980. Sono stato un tondello di metallo, sono stato inciso e pulito le mie estremità sono state bordate e levigate ma ora sono una moneta con due piccoli fori non più in perfette condizioni e c'è un'altra cosa che ti voglio dire, un attimo prima che tutto diventasse nero, vuoi sapere l'ultima cosa a cui ho pensate? a Te! (John)
  • Attento a non inciampare in un falò, ok? (Savannah)
  • Ovunque sarai e qualsiasi cosa stia accadendo nella tua vita, tutte le volte che ci sarà la luna piena tu cercala nel cielo. E mentre la guardi, pensa a me, perché dovunque sarò e qualunque cosa stia accadendo nella mia vita io farò lo stesso. (Savannah)
  • Fidati di me, passerà prima che tu te ne accorga e poi tornerò qui per sempre! (John)
  • Tante cose cambiano in un anno... Stanotte sei qui con me... (Savannah)
  • Amare significa avere a cuore la felicità dell'altro più della propria, per quanto ciò comporti scelte dolorose. (John)
  • Non so in quale parte del mondo tu sia adesso john! Ma so che ho perso il diritto di sapere queste cose molto tempo fa... Non importa quanti anni passino, so che una cosa è certa come lo è sempre stata... A presto, John! (Savannah)
  • Ogni notte mi addormento preoccupata per te, mi chiedo dove sei, ma stanotte no, questa notte sei qui con me. (Savannah)
  • Due settimane insieme, questo mi è bastato, solo due settimane per innamorarmi di te. (John)
  • Mi piace tuo padre, si vede che ti vuole bene anche se tu non lo vedi... (Savannah)
  • Le persone più tristi che ho incontrato nella mia vita, sono quelle alle quali non importa davvero nulla di niente. (Savannah)
  • Hai presente il sesto senso che hanno i cavalli? La capacità di avvertire il pericolo, di avvertire il male... Io credo che l'abbiano anche i bambini autistici. (Savannah)
  • Caro John parlami di tutto, scrivimi ogni cosa, in questo modo staremo sempre insieme anche se non siamo insieme... (Savannah)
  • Sono una moneta dell'esercito americano coniato nel 1980. Sono stato un tondello di metallo poi stampato e pulito, poi bordato e levigato, ma ora sono una moneta con due fori. (John)
  • Tu hai scritto il tuo primo biglietto, io ho scritto il mio. Non leggerlo. Aspetta che vada via. (Savannah)
  • Caro John, due settimane insieme, sono state sufficienti... due settimane per innamorarmi di te! Ora staremo lontani per un anno ma cos'è un anno dopo due settimane così! Mi hai fatto una promessa, la promessa che so che manterrai. Devi farmene solo un'altra per questo periodo che resteremo divisi: raccontami tutto, scrivimi ogni cosa John... appuntalo su un taccuino, scrivilo a macchina, mandami un email... non mi interessa come ma voglio sapere tutto. In questo modo io e te saremo sempre insieme anche se lontani. In questo modo il tempo passerà in un lampo e ci vedremo presto! (Savannah)
  • Cara Savannah, te lo prometto. Ti prometto che ci vedremo presto, prometto di scriverti sempre, prometto di raccontarti tutto. Sii paziente però. Queste lettere potrebbero metterci un po' ad arrivare. Siamo già inviati in missione. Il problema è che qui non è tanto facile trovare un ufficio postale. Non esiste una connessione internet quindi devo mandarti tutto con la posta aerea, purtroppo non mi è permesso dirti esattamente dove sono, posso solo dirti che il posto dove ci hanno mandati mi fa venire tanta voglia di America. La mancanza di qualcosa che somigli ad un oceano mi fa venire la mancanza di Charleston e tutto ciò che mi circonda mi fa sentire la tua mancanza. Ci spostiamo molto spesso quindi le lettere tendono ad arrivare tardi e in ordine confuso d'ora in poi sarà meglio numerare le nostre così sapremo in che ordine le abbiamo scritte ma alla fine ogni volta che arrivano è una buona giornata. Quando non arrivano invece è una giornata sbagliata anche se so che arriveranno. Lo so! (John)
  • Io so solo che voglio stare qui, voglio solo stare qui con te più tempo che posso, sei l'unica persona che conta capisci? l'unico pensiero importante e sto cercando di capire qual è la cosa giusta da fare ma non lo so... (John)
  • Caro John, so che è passato troppo tempo dall'ultima lettera che ti ho scritto, sono praticamente 2 ore che fisso questa pagina bianca, a dire la verità la sto guardando da almeno 2 mesi... Ti prego perdonami per quello che ti sto per dire e sappi che questa è la cosa più difficile che abbia mai fatto. La mia vita senza di te non ha senso ma non ce la faccio ad andare avanti così. Mi dispiace John. (Savannah)
  • Lei ti ama ancora lo sai? È chiaro come il sole. le si legge in faccia. Vorrei che non fosse così ma lei non mi ha mai guardato come guardava te!. (Tim)
  • Caro John, sono 5 anni che non scrivo un lettera con una penna vera su un vero foglio di carta ma ho pensato di farlo per raccontarti tutto quello che è successo dall'ultima volta che ci siamo visti! [...] Non so in quale parte del mondo tu sia adesso John, so che ho perso il diritto di sapere queste cose parecchio tempo fa. Non importa quanti anni passino so che una cosa è certa come lo è sempre stata... a presto John! (Savannah)

Dialoghi[modifica]

  • John: Devo ripartire.
    Savannah: E me lo dici così? Dove ti mandano, nel bel mezzo della guerra?
    John: Ci vediamo presto.
    Savannah: Ci vediamo presto...
  • Savannah: C'è la luna piena.
    John: In qualunque parte del mondo ti trovi non è mai più grande del pollice.
  • Savannah: Mi hai praticamente salvato la vita... sono Savannah.
    John: John.
    Savannah: C'è la mia vita qui dentro... ti devo la vita.
    John: Non ho fatto niente.
    Savannah: È stato un piacere John.
    Savannah: Anche per me.
  • John: No tranquilla non vi sto seguendo... è che devo riprendere la tavola.
    Savannah: Abiti in zona oppure... ?
    John: Si si, sono di queste parti.
    Savannah: Senti John ti va... io abito qui vicino a due passi.. stavamo per tornare a casa. Vuoi venire con noi? Abbiamo organizzato un barbecue.
    John: No grazie, non voglio dare fastidio e mio padre ha preparato la cena.
    Savannah: Ah ok però... se prendi solo la birra e poi vai a casa?
    John: Dov'è?
    Savannah: Lì in fondo.
  • Savannah: Mi dispiace, devi perdonarlo. Crede che io gli piaccia.
    John: Si.. Si vede che gli piaci.
    Savannah: No, non sono il suo tipo ma ancora non lo sa. Che c'è?
    John: Per me sei il tipo che piace a tutti.
  • Savannah: Tra quanto riparti?
    John: 15 giorni.
    Savannah: Deve far paura stare lì.
    John: È una noia per di più. Si, lunghi periodi di noia e occasionali attimi di paura.
    Savannah: C'è la luna piena. Hai mai fatto caso a quanto è grande la luna quando sorge e a quanto è piccola una volta salita in cielo?
    John: È solo questione di prospettiva. In qualsiasi punto del cielo si trovi e in qualsiasi parte del mondo tu sia se alzi la mano e chiudi un occhio non è mai più grande del tuo pollice.
    Savannah: Certo. Chi te l'ha insegnato?
    John: Non lo so.. qualcuno.
  • John: Che ne dici se domani sera lo rifacciamo?
    Savannah: Domani sera c'è il pollo. Non credo che ti interessi.
    John: Io intendevo un posto dove sono gli altri a cucinare per te. Che ne pensi? Si?
    Savannah: Si.
    John: Facciamo che passo verso le 6 più o meno?
    Savannah: Ok.
    John: Bene. Ci vediamo presto allora?
    Savannah: Ci vediamo presto.
  • John: Perché mi fai tante domande su mio padre?
    Savannah: Sono curiosa... curiosa del mondo da cui arrivi. Voglio conoscerlo. Stasera!.
  • Savannah: Alla famiglia che viveva qui un uragano gli ha distrutto la casa.
    John: E tu la stai ricostruendo?
    Savannah: Si ma non solo io.
    John: Cominci a farmi venire un po' d'ansia.
    Savannah: Perché comincio a farti venire l'ansia?
    John: Perché forse sei una persona troppo bella per me.
    Savannah: No, non sono così bella.
    John: Sparisci tutti i giorni per fare dei lavori manuali in una casa come volontaria durante le vacanze.
    Savannah: Si, hai ragione. È un atteggiamento egoista essere generosi.
    John: No, dico sul serio. Tu non bevi..
    Savannah: No.
    John: Tu non fumi...
    Savannah: No.
    John: Non vai al letto col primo che capita...
    Savannah: Assolutamente no.
    John: Senti devi pur avere un difetto forza!
    Savannah: Ce l'ho.
    John: Bene.. ti dispiacerebbe illuminarmi?
    Savannah: Dico parolacce.
    John: No.
    Savannah: È vero.
    John: Non ci credo.
    Savannah: Si... Le dico.
    John: Non le ho mai sentite.
    Savannah: Solo perché le dico con la mente. C'è un flusso ininterrotto di parolacce che viaggia nella mia mente.
    John: Ok, dimmene una.
    Savannah: No, non posso dirle è volgare.
    John: Volgare... Ok ci può stare.
    Savannah: Ce li ho i difetti John. Sono piena di difetti. Li vedrai.
    John: Lo spero.
  • Savannah: Come te la sei fatta quella? La cicatrice...
    John: Una coltellata. 5 anni fa. Eravamo ubriachi e uno ha cercato di colpirmi all'occhio.
    Savannah: È terribile.
    John: Perché? Non mi ha preso.
    Savannah: Il modo in cui si comportano con te, come ti hanno trattato al ristorante... Sembrano avere paura di te.
    John: Non hanno paura di me. Forse di quello che ero prima.
    Savanna: E chi eri prima?
    John: Una persona diversa.
  • Savannah: E poi che è successo? L'esercito ti ha cambiato?
    John: Si... Cioè da una parte si.
    Savannah: E dall'altra?
    John: Ci sto ancora lavorando.
    Savannah: Quindi eri un tipo duro e forse lo sei ancora. Non mi fai paura John.
    John: No?
    Savannah: No.
    John: Ma tu fai paura a me.
  • John: Che ci fai qui? Ti stai perdendo la festa.
    Savannah: La festa se la cava alla grande senza di me.
    John: Che hai? Perché te ne stai qui tutta da sola?
    Savannah: Sto morendo John.
    John: Che? Guarda che non fa ridere.
    Savannah: Mi mancherai. È quasi finita.
    John: No, non è quasi finita.
    Savannah: Si invece... Io parto domani. Devo tornare all'università.
    John: E allora?
    Savannah: Anche tu.
    John: No. Anche io niente. Finisco il servizio tra un anno e poi sarò qua. Per sempre.
    Savannah: Succedono tante cose in un anno John.
    John: Credi che io non lo sappia? Lo so bene ma non mi spaventa affatto. Fidati di me. Passerà prima che tu te ne accorga e poi tornerò per sempre.
    Savannah: Me lo prometti?
    John: Te lo prometto.
  • Savannah: L'ho ricevuto. Breve, dolce e dritto al punto.
    John: Scusami.
    Savannah: Mi dispiace.
    John: Scusa.
    Savannah: Non volevo, non volevo farti stare male. Non so neanche di che parlo. Non posso giudicare come se fossi un medico.
    John: Lo stavo osservando oggi...
    Savannah: John dico sul serio. Non so neanche di che parlo. Davvero non vuol dire niente. Torno all'università e volevo essere sicura che... insomma...
    John: Sicura di cosa? Ti ho fatto una promessa, no?
  • Savannah: John... come mai sei tornato?
    John: Per mio padre.
    Savannah: Come sta?
    John: È...
    Savannah: Oh... Mi dispiace... Vorrei averlo saputo.
    John: Non fa niente. Non avrebbe cambiato le cose.
    Savannah: Mi dispiace tanto. Era una brava persona.
    John: Ci sei riuscita poi... Il campo per autistici.
    Savannah: No purtroppo, ci ho provato. L'ho organizzato solo la prima estate dopo che ci siamo trasferiti qui era molto costoso ma... Ti va di entrare? Sono da sola.
  • Savannah: Ti vuole vedere.
    John: Non capisco... È Tim?
  • Savannah: Perché mi guardi così?
    John: Che vuoi dire? Come ti sto guardando?
    Savannah: In modo diverso.
    John: Non lo so, come vuoi che ti guardi? Sei diversa. Non so perché sono qui. Che stiamo facendo? Ce ne stiamo seduti a mangiare e a parlare ma in realtà nessuno sta dicendo niente.
    Savannah: Che cosa vuoi che ti dica. Di che cosa vuoi parlare?
    John: Perché non mi hai chiamato? Pechè non mi hai chiamato?! Non credi meritassi qualche spiegazione in più di... quella lettera? Non potevi chiamarmi? Non potevi darmi la possibilità di farti cambiare idea? Non credi che me lo dovessi?
    Savannah: Non potevo...
    John: Non potevi? Ti importava così poco da non potermi neanche chiamare? Perché?
    Savannah: Perché non potevo...
    John: Rispondi! Perché.. perché no?!
    Savannah: Senti John non potevo!
    John: Voglio una risposta!
    Savannah: Sentire di nuovo la tua voce mi avrebbe fatto cambiare idea! È questo che vuoi sentire? È per queste parole che sei venuto qui da me? Per te era dura dici? E secondo te era facile stare qui senza di te? Non capisci che ogni singolo giorno era una stramaledetta impresa in quella vita senza te?
  • John: Devo andare.
    Savannah: Ci vediamo presto allora... Dimmelo. Quando lo dico io lo dici anche tu. Te lo ricordi? John dillo!.
    John: Addio Savannah...

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