Denis Avey

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Denis Avey (1919 — vivente), ingegnere britannico sopravvissuto ad Auschwitz.

Incipit di Auschwitz. Ero il numero 220543[modifica]

Non partii soldato per difendere il re e il mio Paese, per quanto fossi un patriota abbastanza convinto. No, mi arruolai per il gusto di farlo, per l'avventura. non avevo idea dell'inferno al quale stavo andando incontro.
Quando partimmo per la guerra non fummo salutati come eroi. Lasciammo Liverpool a bordo dell'incrociatore Otranto in una luminosa mattina di ottobre del 1940, senza la più pallida idea della nostra destinazione.
Rimasi a guardare il Royal Liver Building, al di là della distesa sempre più ampia d'acqua torbida del Mersey, chiedendomi se avrei mai più rivisto gli enormi uccelli di metallo verdastro sulla sommità dell'edificio. A quel tempo Liverpool non aveva ancora subìto gravi bombardamenti. Avrebbe avuto la sua parte un mese dopo la mia partenza, ma per il momento era ancora una città relativamente tranquilla. Io avevo ventun anni, e mi sentivo invulnerabile. Se perdo un arto – promisi a me stesso – a casa non ci torno. Ero un soldato con i capelli rossi e un temperamento combattivo che mi avrebbe cacciato in un mucchio di guai, ma ero fatto così.

Bibliografia[modifica]

  • Denis Avey, Auschwitz. Ero il numero 220543, traduzione di Elena Cantoni, Newton Compton editori, 2011. ISBN 9788854131958

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