Diana Abu-Jaber

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Diana Abu-Jaber (1960 – vivente), scrittrice statunitense.

Dall'intervista di Valentina Acava Mmaka, Wuz.it, 30 gennaio 2002
  • Gli Stati Uniti sono una società multiculturale a tutti gli effetti. [...] Nella vita quotidiana, la musica, i cibi, la moda sono ampiamente influenzati dalle culture africane e arabe, tuttavia gli afro americani e gli arabo americani sono ancora visti con sospetto e paura.
  • Il problema è che per molto tempo le donne non si sono sentite particolarmente elette a raccontare storie come gli uomini, forse perché da sempre relegate dalla società maschile, in ruoli stereotipati di madri, mogli, educatrici. Spesso alle donne è stata vietata la scrittura in quanto scelta di vita troppo audace.
  • In genere tutti siamo portati a temere le differenze e inevitabilmente finiamo per scegliere di stare da una parte piuttosto che dall'altra. Credo che molto possa fare l'educazione, incoraggiando gli uomini ad imparare dalle loro differenze.
  • Io penso che la scrittura stessa sia un'azione politica, molto potente e pericolosa. Richiama attenzione su chi scrive e lo espone ad una sorta di scrutinio.
  • Le scrittrici hanno meno possibilità di emergere degli uomini nonostante costituiscano una larga percentuale del pubblico lettore in America.
  • Molte volte, come gran parte dei bambini che provengono da famiglie miste, mi sono sentita esclusa perché non appartenevo totalmente né alla cultura di mia madre né a quella di mio padre. Poi, con il tempo ho capito quale grande ricchezza e vantaggio era vivere dentro due mondi.
  • Non approvo la visione politica del mondo di Naipaul. Considero il suo punto di vista troppo antiquato, elitario e moralista. Penso tuttavia che sia una personalità intelligente, incisiva e abbia uno stile impareggiabile.
  • Penso che tutti ci ricordiamo la nostra infanzia, è solo che talvolta non troviamo il giusto modo per accedere alla memoria che ad essa ci conduce.
  • Penso, in ogni caso che forze culturali e psicologiche colpiscano tutti noi, uomini e donne di ogni cultura. La scrittura è qualcosa di molto complesso e innesca inevitabilmente delle contraddizioni, dobbiamo solo cercare di rendere il meglio con gli strumenti che abbiamo a disposizione.
  • Sfortunatamente non sempre si riceve un'educazione nella propria lingua madre. E si intende che l'educazione può essere un efficace modo per colonizzare le menti e assoggettare le persone a fare delle scelte piuttosto che delle altre.
  • Sono sempre stata attratta dalla scrittura. Considero la scrittura uno dei pochi "luoghi" dove posso essere totalmente me stessa con onestà e coraggio. È immensamente liberatoria. Attraverso essa comunico con gli altri e la cosa più affascinante è che scopro molte cose del mio mondo interiore.

Incipit di Luna crescente[modifica]

Il cielo è bianco.

Il cielo non dovrebbe essere bianco: è già passata mezzanotte, non è ancora apparsa la luna e nulla è più antico e nero della notte a Baghdad. Tutto è scuro e profumato come i giardini pensili nell'estinta città della Caldea, scuro e silenzioso com'è la notte, nella camera segreta in cima.

Bibliografia[modifica]

  • Diana Abu-Jaber, Luna crescente, traduzione di Maria Nicola, Mondadori, Milano.

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