Discussione:Billy Corgan

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  • All'inizio la nostra musica era più cupa, lenta e d'atmosfera e c'era meno dinamica. Non siamo mai rientrati in alcuna categoria, il che per noi è sempre stato molto importante: abbiamo spesso lasciato perdere deliberatamente certi giri di chitarra, anche se erano splendidi, perché magari parevano troppo simili a quelli di altri gruppi. Per noi è sempre stato importante non essere catalogabili. Non vogliamo nulla che ricordi altri musicisti, facciamo quello che ci piace e desideriamo sentirci liberi. La gente come noi è stata fortunata a crescere ascoltando Beatles e Black Sabbath. Mi hanno aperto le orecchie, perché erano gruppi che si dedicavano alla ricerca di qualcosa di diverso ed è proprio lì che la musica indie americana sta cominciando ad avere problemi: ti leghi a qualcosa e cresci ma il gruppo non cresce con te. I Beatles sono stati importanti perché chi li ascoltava è cresciuto con l'evolversi della loro musica. La musica deve avere a che fare con l'esperienza e l'emozione. Sin dall'inizio ho spiegato che avevamo un principio specifico, uno scopo. Ognuno ha le proprie opinioni ma perché ci sia continuità bisogna che qualcuno tenga le redini. Io so che cosa voglio ottenere. Il nostro album GISH ci farà entrare in qualche categoria psichedelica e pop ma dal vivo è veramente intenso. Non voglio che ci si nasconda dietro un atteggiamento rock fasullo.
  • Il sound dei Pumpkins è spirituale nella sua essenza ma non in modo diretto: non è che ci teniamo particolarmente a essere spirituali ma è vero che il nostro suono ti mette in contatto diretto con qualcosa che potrebbe farti considrare la vita un po' più profondamente. Ci piace attrarre la gente e ci piace condividere con essa ciò che facciamo. Ci piace che la gente sia qui con noi: non ci interessa interporre una sana distanza che in qualche modo ci faccia sentire come piccole rock star con un piccolo trip che gli altri non possono capire. Siamo esseri umani e abbiamo a che fare con con cose mistiche e altre molto più terrene. Ma non significa che non si possano condividere con altri, come le mie convinzioni quasi religiose, ovvero i valori umani e i valori spirituali di base con i quali può confrontarsi chiunque. Dunque non è importante che qualcuno capisca esattamente, almeno sinché riesci a creare il tuo piccolo mondo e ad attrarre gli altri al suo interno: non sarò mai più fuori di Iggy Pop.
  • Con la musica, con il gruppo, non si sa mai esattamente dove ci si trovi, dove si possa tirare una riga. Ed è così fino a quando non si entra in studio per registrare un singolo o un album, perché dopo aver trascorso anni a pensarci sopra, scrivendo e suonando, a un certo punto si deve tirare una riga. Ma dove? Avrei dovuto farmi vedere da uno psichiatra!
  • Gli avvenimenti musicali di quest'anno, il 1992, hanno generato in noi la consapevolezza di quello che dovrà essere il nostro prossimo album. Se non ci fosse stata l'enorme esplosione del rock 'alternativo', adesso staremmo già registrando. Credo che, da un punto di vista meramente musicale, saremmo una band molto più interessante se non dovessimo suonare dal vivo. Non dico che è un compromesso ma ci sono molte decisioni da prendere. Se dal vivo suoniamo qualcosa in una certa maniera, l'intensità non riesce a rimanere quella dei dischi: non c'è quella sensazione –il cervello che sembra andare a puttane– che vogliamo ingenerare quando suoniamo. So che non è molto sesso droga rock'n'roll dire certe cose ma far parte di un gruppo è una cosa effimera: non dura poi molto. Abbiamo tutti vent'anni e se il complesso durerà cinque o sei anni sarà comunque un periodo breve nell'arco delle nostre vite. Ma alla fine ci saremo bevuti il cervello. Credo che quella di fare dischi e di trovare qualcuno che si prenda la briga di ascoltarli sia un'opportunità rara.
  • Dovremo superare i nostri limiti, perché per il gruppo sottoporsi a questo processo lungo e laborioso è un problema. Eccoci qui, pronti per un nuovo album, mentre qualche canzone ha già un anno di vita. Tra il momento in cui le abbiamo composte, le prime volte che le abbiamo suonate dal vivo e le sedute in cui le abbiamo registrate sarà passato un anno e mezzo: per questo significa muoversi con energie che non sono più fresche.
  • Per me far parte di un gruppo significa cercare la tua identità e la tua anima per tradurle in musica, in quello che produci; se ci riesci la tua musica sarà diversa da quella di chiunque altro. È un problema che riguarda le case discografiche come le piccole comunità locali e i gruppi. È pazzesco che ci sia gente che fa di tutto per diventare i prossimi Nirvana. A molte persone non importa tanto suonare buona musica quanto il genere giusto di musica.
  • Mentre redigevo i testi di SIAMESE DREAM, stavo seduto davanti alla macchina da scrivere a buttar giù pagine e pagine di idee; poi, quando arrivavo a un verso che mi faceva sentire in imbarazzo, sceglievo di usare proprio quello.
  • Per anni ho desiderato essere una ragazza. Davvero! Me ne andavo in giro sperando di essere una ragazza ma non in senso sessuale. Tutto quello che riguarda gli uomini mi faceva cascare le braccia: mi pareva sinonimo di stupidaggine e insensibilità. Non mi piaceva proprio essere un maschio. Per tutta la vita mi ero sentito dire: 'Sei così emotivo perché sei lunatico'. Così ho provato a reprimere i miei sentimenti come se stessi provando qualcosa di sbagliato. E associavo quel modo di sentire, soprattutto nella cultura americana, con la condizione femminile.
  • Voglio che la nostra musica sia come qualcuno che ti mormora qualcosa in automobile, qualcosa che ti entra nel cervello. Invece di incanalare il suono nelle bocche e nelle mani passando per le mille pretese del rock e tutte quella roba alla Spinal Tap, voglio che sembri proprio qualcosa che sta davanti a te. È questo il genere di fiducia e intimità che mi piacerebbe venisse evocato dal complesso.
  • Non credo che per raggiungere alti livelli artistici si debba soffrire. È solo che casualmente, per noi funziona così. Dopo GISH e il successivo anno in tour, ciascuno di noi è entrato nel suo coma privato. Io ho pensato spesso al suicidio. Sono entrato in uno stato d'animo di disprezzo per me stesso e per lungo tempo non sono riuscito a scrivere canzoni. Pensavo: 'Chi sentirà la mia mancanza, se muoio?'.
  • Qualcuno mi ha detto che SIAMESE DREAM è disco malinconico ma mi pare proprio di non essere d'accordo. Se proprio si vuole cercare la malinconia, credo che se ne trovi di più in GISH, anche se molte persone confondono l'emozione con la malinconia, credendo che mostrare emozioni sia di per sé un atto triste: io non la penso così.
  • La grande musica trascende del tutto il concetto di genere.
  • Perché ho bisogno di 1.000 persone che convalidino la mia esistenza?
  • Tutti hanno una percezione errata del mio cervello. Quando la gente mi fa domande sull'essere depresso, o sul pensare cose tristi, o desiderare essere triste, o se ascolto musica triste, mi fa pensare che devo essere triste. (da un'intervista a Rockline)
  • Non giudicarti con lo standard di qualcun altro. Perderai sempre.
  • Se prendi una qualsiasi band che sia ascesa fino a fare concerti negli stadi e guardi i loro show dal vivo, questi non contengono che una serie di canzoni della serie "tutti in coro". Perché accade questo? Perché si confrontano col minor comune denominatore del pubblico musicale –– quello meno sofisticato e meno legato emozionalmente alla band... E talvolta quando suoniamo, sento che la gente sta lì solo per sentire 'Disarm' o 'Today' e non gliene frega un cazzo del resto dello show o di chi siamo noi come persone, ma nonostante questo esigono delle emozioni da noi.
  • La vita è tutto e niente allo stesso tempo.
  • Non so se Dio sarebbe d'accordo con me, ma ritengo che credere in Dio sia in un certo qual modo meno importante che credere in te stesso. Perché se sposi l'idea che Dio ti ha dato una mente e l'abilità di giudicare le cose, allora egli vuole che tu creda in te stesso e non ti preoccupi di credere in lui. Credendo in te stesso giungerai ad una conclusione che porta a qualcosa.
  • La cosa che ti fa capire che ne vale la pena è quando qualcuno viene e ti dice: 'Ho passato momenti veramente bui nella mia vita e il tuo album mi ha aiutato'. Finché questo accade, tutti gli idioti del mondo e tutta la stampa demente può dire ciò che vuole: semplicemente non conta.
  • Alcune persone vogliono esprimere... l'apatia col rumore e la brutalità... È il desiderio di trascendere queste cose, di trovare un'essenza più profonda nella vita, che mi motiva.
  • Quando guardo uno spettacolo di marionette, non guardo le marionette, cerco di vedere chi ne tira le file.
  • Se l'esercitarsi rende perfetti ma nessuno è perfetto perché esercitarsi?
  • Se avessi passato 14 mesi in una piccola stanza con Gesù, avrei voluto fare a pugni con lui.
  • Siamo, siamo stati, e sempre saremo gli Smashing Pumpkins.
  • Tutto della vita mi fa sentire solo.
  • Una volta pumpkin, sempre pumpkin.
  • La musica ha seguito un'evoluzione sostanzialmente senza spessore negli ultimi 50 anni. La gente arriva, fa qualcosa di veramente figo e diverso, tutti li copiano, l'originale viene diluito, distorto, ed infine ciò che è diluito nella maggior parte dei casi ottiene più successo di ciò da cui è derivato. Ed io in un certo senso pensavo che la scena alternativa sarebbe stata diversa: pensavamo 'Il mondo nuovo!'. Per questo è una strana sensazione competere con gli imitatori. Non era sempre facile competere con i Nirvana, e certamente non era una gran cosa vivere nella loro ombra a quel tempo. Ma almeno c'era di che sentirsi onorati. Noi abbiamo sempre rispettato l'idea che fossero una grande band, come anche i Pearl Jam. Ma competere con i Bush?! Non c'è alcunché che te lo faccia diventare duro, mi spiego? Non c'è eccitazione!
  • Essendo un 28enne che ha vissuto abbastanza per conoscere la differenza, ora so che le emozioni che provavo a 16 anni non erano necessariamente corrette. Ma per quanto eccessive, la disperazione e la mancanza di speranza erano la realtà dei miei 16 anni.
  • Gli U2? Erano così ambiziosi all'inizio, così potenti. Mi toccavano davvero nel profondo, ma ora li detesto al punto che non riesco nemmeno più ad ascoltare i vecchi dischi. Quello che hanno fatto negli ultimi cinque anni li ha rovinati del tutto ai miei occhi. È stata la dimostrazione che Bono è un fottuto scherzo. Ammazzate Bono, è il messaggio dei Pumpkins. (1991)
  • Ci hanno offerto otto date nella West Coast con Red Hot Chili Peppers e Nirvana in arene da più di 10.000 posti. Abbiamo rifiutato. Non vogliamo essere quelli che suonano mentre gli spettatori acquistano popcorn e noccioline. (1992)
  • Ci paragonano sempre ai Nirvana. Chiunque viene messo a confronto con loro. Usano i Nirvana come una specie di unità di misura. Ma sono quasi tutti paragoni oziosi. (1993)
  • Quando ho scritto Today ero sull'orlo del suicidio. Pensai fosse divertente scrivere una canzone che dice che oggi è il più bel giorno della tua vita perché è impossibile che le cose vadano peggio. (1993)
  • Voglio ritirarmi. Presumo che un sei milioni e mezzo di album venduti dovrebbero consentirmi di potermi permettere un analista in grado di convincermi che la vita che conduco non è sana. (1993)
  • Non si sceglie di scrivere canzoni sul dolore. È una cosa che semplicemente accade. Dovrei ignorare come mi sento e cantare canzoni spensierate alla Gerry and The Pacemakers perché è quello che la gente vuole? Si fottano tutti. Mi alzerò in piedi e canterò il mio blues, e se devo andare in fondo affonderò con le mie canzoni. (1994)
  • Rabbia fottuta e assoluta: ecco che cosa c'è alla base di tutto. Mi sento come se mi avessero fregato di brutto. Perché mi avete messo al mondo se non volevate occuparvi di me? Perché sono stato allevato per perdere? Perché non mi sono stati forniti gli strumenti necessari per condurre una vita piena d'amore, felicità, successo e produttività? Perché mi è impossibile far durare una relazione? (1994)
  • L'idea di un doppio concept album è oggi totalmente fuori moda, ma io ne farò uno lo stesso. Voglio che sia il The Wall della mia generazione, perché so di non essere nato per fare quello che ha fatto Cobain, vale a dire canzoni di tre minuti che hanno sconvolto il mondo. Io appartengo più alla categoria dei Brian Wilson. (1994, parlando dell'album Mellon Collie and the Infinite Sadness)
  • Ci sono dei gruppi che stanno facendo un buon lavoro. Come i Flaming Lips, ad esempio. Ma la vena si sta esaurendo. Questo non vuol dire che il rock sia morto, no. Un domani arriverà un quindicenne, un altro Kurt Cobain, un altro ragazzo che con la sua creatività spazzerà via i preconcetti. Ma per ora è ancora presto. Abbiamo perso la nostra innocenza troppo in fretta e sarà difficile riconquistarla. (1995)
  • Giuro che desidererei davvero che ci fosse in giro musica migliore. Come posso sentirmi in competizione con i Rancid? Sono un buon complesso e il tipo, Tim Amstrong, scrive belle canzoni ma non possiendono quelle altre dieci qualità che ti fanno guardare in fondo al bicchiere e dire "Cazzo!". Come quando ascoltavo i primi Soundgarden, con quella potenza heavy metal non idiota e Chris Cornell che riusciva a cantare tutto quello che aveva dentro. Lì dici davvero: "Cristo! Come faccio a competere con questi?". E poi ti rispondi: "Fanculo! Un modo lo troveremo. Il nostro modo". Fra i concerti più belli degli Smashing Pumpkins ci sono sempre stati quelli con le Hole. Competizione totale, viscerale: "Cazzo! Adesso gliela faccio vedere io." Rock & Roll. (1995)
  • Dio benedica Nick Cave per avermi mostrato cosa sia l'onestà. L'ho visto suonare davanti a diecimila sedie vuote con tutta la passione e la furia che un uomo può mettere in un pugno di canzoni. Come puoi salire su quello stesso palco quando le diecimila sedie sono occupate e non dare il massimo? (1995)
  • Consideriamo la nostra musica come un'arte, ed è l'unico modo attraverso il quale possiamo davvero essere liberi. I Pumpkins non sono mai stati una band che scriveva belle canzoncine per le masse. O almeno non intenzionalmente. Per questo provochiamo due reazioni opposte: amore o odio. Non ci sono vie di mezzo, noi viviamo nel nostro mondo e le persone che non trovano la chiave d'accesso non capiranno mai. (1996)