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Domenica Luciani

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Domenica Luciani (1962 – vivente), scrittrice italiana.

Cinema Segreto

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Descrizioni dei personaggi

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  • Insomma, facciamola breve: mio papà si chiama Sandro, mia mamma si chiama Silvia, i miei fratelli si chiamano Susanna, Sebastiano e Simone, e io, come ormai si sa, Sara (ah, quasi dimenticavo Silvestro, il nostro gatto). Ma non è finita qui, perché di cognome facciamo Sironi. (Famiglia Sironi)
  • Quello che mi fa più rabbia è che anche Marina mi prende in giro, ma lei ci ha avuto un bel paio di mele. Perché la zia Marta, istigata dalla mamma, avrebbe voluto anche lei fare la stessa finezza (che vi credete, lo zio si chiama Marcello Melli!) e chiamare i vari figli tutti con la lettera M: solo che Marina è rimasta figlia unica e tre M in famiglia non danno nell'occhio come sette S (gatto compreso). (Famiglia Melli)
  • Allora, quel ragazzo bassetto, col giubbotto pieno di borchie e i capelli a salice piangente, che si sta schiantando sul divano del soggiorno, è Seba. (Sebastiano Sironi)
  • La bella ragazza, con la faccia tipo Sharon Stone (sul brutto, però), che parla fitto fitto al telefono è Susanna. (Susanna Sironi)

Dialoghi

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  • Seba: Voi non ve ne siete accorti, ma io ho un che di Christopher Lambert
    Susanna: Sì, l'occhio storto ce l'hai anche tu.
  • Sara: Qualcosa bolle in pentola.
    Marina: Di' pure che s'è svitato un bullone nel cervello di quella "schizzata paranoica".
  • Collega di papà: Complimenti, non credevo che tua figlia fosse una così bella ragazza!
    [Susanna lo guarda con aria di sfida]
    Mamma: Sì, via Sandro, lei è quella che somiglia più a me, e certo sarebbe la più bella dei nostri figli se non si vestisse come una sciagurata.
    Simone: Però in chiesa ci hanno detto che la vera bellezza non è quella dei vestiti, dei capelli, degli occhi... ma è quella dell'anima, che non si vede.
    Seba: Eh, questa è la vera bellezza di Susanna: che mica si vede!

Tostissimo!

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Intro

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  • Ozzy Loffi: L'Hard Rock? Quella musicaccia spaccatimpani, molesta e ossessiva? No, grazie, ne faccio volentieri a meno.
  • Massimiliano Truzzi: L'Hard Rock, che flash! È una musica tostissima, che più te la spari nelle orecchie, più ti gasa. Mi piace davvero un casino.
  • Stefano Pecci: A me dell'Hard Rock piace il ritmo scatenato, perché io non so mai stare fermo. E poi i videoclip, che ti fanno vedere le cose più assurde e demenziali. Ganzo!
  • Samantha Bartoli: L'Hard Rock è una musica come un'altra, ma i cantanti sono dei figaccioni mai visti: coi capelli lunghi, i tatuaggi e i pantaloni attillati. Varrebbe la pena vederli anche se fossero muti.
  • Arduina Pini: Hard Rock? Una musichina che non conosco molto bene... Ma di sicuro non verrà mai insegnata al conservatorio.
  • Sara Loffi: L'Hard Rock mi ricorda la mia giovinezza. Se oggi riascolto una canzone di Ozzy Osbourne mi viene subito in mente il concerto che ha cambiato la mia vita...
  • Roddy Young: Hard Rock: Lavoro duro, porca zozza!

Assolo

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  • Ricordo perfettamente quel giorno perché a scuola ho fatto una colossale figura di C-A-C-C-A (per la cronaca: odio il suono delle parolaccee se proprio devo dirle preferisco fare lo spelling all'inglese). Certo, figuracce ne ho fatte tante in vita mia, ma quella ha battuto davvero ogni record. Mi vergogno perfino a raccontarla e forse farei meglio a tenermela per me... Ma nel frattempo sono sicuro che gira già su Internet (potenza dei pettegolezzi scolastici) e quindi posso anche sputare il rospo. (Ozzy, voce narrante)
  • Mi rialzo di scatto e sento uno "strap". Dopo lo "strap" sento una risata gigantesca, megagalattica, sganasciante. Finalmente anche Samantha sorride, o meglio, ride a bocca spalancata. Credo che quello sia stato il mio primo pensiero dopo la catastrofe. Il secondo è stato che avevo freddo alle ginocchia e il terzo che i pantaloni della tuta erano per terra e io ero in mutande rosa a rombi rossi davanti a tutta la classe. C'è stato anche un quarto pensiero di terrore puro, quando mi sono ricordato che gli slip avevano pure un buchetto sul didietro. (Ozzy, voce narrante)
  • (Ridendo) Mutande rosa! il Loffio ha le mutande rosa! Che flash, ragazzi! (Max)

Dialoghi

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  • Stefano: Ma che ti è successo?
    Ozzy: L'hai visto, no?
    Stefano: No, voglio dire... Perché hai le mutande rosa?
    (Ozzy, voce narrante: Il mio compagno di banco fa sforzi eroici per non ridermi in faccia)
  • Sconosciuto: Casa Loffi?
    Ozzy (pensiero: "Sta parlando col Loffio in persona"): Sì...
    Sconosciuto: Con chi parlo?
    Ozzy: Con Ozzy.
    Sconosciuto (sganasciandosi dalle risate): Ah, ah! Questa si che è una battuta!
    Ozzy (pensiero: "Incredibile! Ho fatto una battuta senza saperlo!)
  • Sara: QUESTO È TROPPO!
    Ozzy (voce narrante): La scena è questa: la finestra di cucina è aperta, con le tendine a ciliegine svolazzanti. La mamma strilla come un'ossessa aggrappata allo stivale di un vecchio che se ne sta a cavalcioni sul davanzale. No, non è un vecchio. È solo uno coi capelli così biondi che sembrano bianchi, come quelli di un albino.
    Sara: ADESSO BASTA! SCENDI!
    Ozzy (voce narrante): La cosa più assurda è che più lei strilla, più l'Albino si sganascia dalle risate. Eppure, uno in bilico sulla finestra di un settimo piano avrebbe più da piangere che da ridere. Il tizio allarga le braccia, mentre il vento gli scarruffa i ciuffi bianchi sulla capoccia.
    Roddy: Guarda Sara, senza mani!
    Ozzy (voce narrante): Grida l'Albino con uno spiccato accento americano. Ho detto uno spiccato accento... Cavolo, l'Albino è lui! In un attimo realizzo che il Californiano sta per buttarsi dalla finestra. Farà a tempo a sganciare l'assegno prima di spiaccicarsi sul cortiletto condominiale? Non farà a tempo: tira che ti tira, la mamma è rimasta col suo stivale in mano inorridita. In un balzo il pazzo scavalca il davanzale e piomba giù... Un istante dopo riappare sghignazzando, issandosi sul davanzale. Poi tonfa sul pavimento di cucina, facendo un bel rutto.
    Roddy: Visto? Sono appena planato sul cornicione e non sono caduto di sotto. Prova che non sono affatto sbronzo come dici!
    Ozzy (voce narrante): La mamma gli scaglia addosso lo stivale, ma lui si abbassa prontamente e io, che mi sono sporto un po' più del dovuto dalla porta, mi becco in piena faccia tacco e sperone (il Californiano ha in realtà stivali da Texano). Al mio grido soffocato i due si voltano di scatto.
    Roddy: Porca zozza!
    Ozzy (pensiero: "Che razza di linguaggio...")
    Sara: Ozzy! Dio mio, stai sanguinando! Ozzy (voce narrante): Io mi passo la mano sulla bocca e la ritiro piena di sangue.
    Ozzy (voce narrante): "Non è niente" faccio, accasciandomi svenuto sul pavimento. La vista del sangue non è per noi Loffi.

Bibliografia

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  • Domenica Luciani, Cinema Segreto, Giunti, 1996.

Altri progetti

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