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Domenico Cacopardo

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.

Domenico Cacòpardo (1936 – vivente), magistrato, scrittore e conduttore radiofonico italiano.

Citazioni di Domenico Cacopardo

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Citazioni in ordine temporale.

italiaoggi.it, 17 marzo 2022.

  • Ai miei tempi, quand'ero giovane, gli anziani dicevano che a 18 anni si era rivoluzionari, a 50 benpensanti e a 70 conservatori. [...] Il prof. Luciano Canfora invece alla sua bella età (inferiore alla mia) è tornato al comunismo puro e duro, quello che aveva il becco di ferro di sostenere che nell'Unione sovietica vigeva la libertà e che il capitalismo (con il corollario del liberalismo e del liberismo) era la sciagura del mondo.
  • Abbandonati i suoi eccellenti studi storici si è lanciato nel sostegno di Putin e nella cinica inumana sottovalutazione degli eroismi del popolo ucraino.
  • Quanto alla guerra in corso, è sfuggita al prof. Canfora la circostanza che la Russia ha attaccato l'Ucraina e che il contenzioso in essere non era l'occupazione ucraina di territorio russo, ma l'occupazione russa di territorio ucraino come la Crimea e parte del Donbass.

huffingtonpost.it, 14 maggio 2022.

  • Se torniamo agli inizi della "Operazione speciale", dobbiamo rilevare lo scarso impegno del Cremlino nel preparare la popolazione a ciò che stava per accadere. La campagna dei media è durata circa 10 giorni e ha ripetuto lo schema adottato per l'occupazione della Crimea con il colossale errore di considerare la conquista di Kiev, la distruzione del suo governo e la fine dell'autonomia ucraina come un fatto rapidamente compiuto.
  • Nella realtà attuale il Cremlino sta facendo ben poco per giustificare una guerra che comporti la caduta di Kiev: la narrazione moscovita vuole soltanto gettare le basi per legittimare le immense perdite di vite umane e di materiali in Ucraina e per annunciare ulteriori sacrifici: le battute d'arresto militari della Russia sarebbero il prodotto della utilizzazione dei nazisti ucraini da parte della Nato allo scopo di distruggere la Russia.
  • A questo punto, Putin e il suo governo stanno valutando la possibile sconfitta nell'offensiva nel Donbass ed esaminando le contromisure: la prima e più importante è l'annessione dell'Ucraina meridionale e orientale già occupate. Un'annessione nella Federazione Russa da annunciarsi nei prossimi mesi, secondo un timing allo studio. La distribuzione di passaporti (oltre 1 milione) e l'insediamento dell'amministrazione russa ne sono i segnali evidenti. Per comprendere l'importanza di questa annessione dobbiamo coniugarla con la dottrina russa che consente l'uso di armi nucleari per difendere il territorio russo: tutto ciò di cui sarà annunciata l'annessione diventerà territorio russo. Quindi la «dottrina» potrà e dovrà essere evocata nel caso in cui il conflitto porti le truppe ucraine ad attaccare tratti del territorio annesso. Legittimato all'uso dell'arma nucleare il nuovo zar potrebbe decidere di colpire l'Ucraina e i suoi partner. Il Cremlino potrebbe altresì ritenere (e, probabilmente, ritiene) che la minaccia o soprattutto l'uso di armi nucleari ripristinerebbe la deterrenza russa, devastata dopo la disastrosa invasione del territorio ucraino.

italiaoggi.it, 29 marzo 2024.

  • Le opinioni pubbliche europee sono anestetizzate da 79 anni di pace sostanziale e non vengono richiamate alla realtà dai loro governi. Un atteggiamento irresponsabile sotto due profili: il primo è che non recependo la situazione, questi governi non adottano coerenti misure preventive, cioè non riarmano e non formulano piani comuni per la gestione della crisi; il secondo è ancora più devastante, visto che offre al nuovo Hitler la sicurezza di una impreparazione soprattutto morale dei paesi europei e quindi lo invoglia a procedere con la sua politica di aggressioni.
  • C'è un elemento oggettivo che imprigiona Vladimir Putin al ruolo che si è dato: un sistema socio-politico che è altrettanto se non più bellicoso di lui e una opinione pubblica che, non potendo distinguere tra verità e bugie, può solo credere alla verità di stato, quella che gli viene fornita come una quotidiana dose di tossine. Di sicuro, anche in Russia c'è chi sa e dissente. Ma non ha alcuna possibilità di manifestarsi e di contare. Ed è da considerare il fatto che una eventuale estromissione di Putin può avvenire solo dopo una eclatante sconfitta a opera di estremisti più estremisti di lui.
  • [...] questa della Crocus City Hall è un'operazione perfetta per le capacità operative dello Fsb (exKGB) e seguirebbe una lunga storia di attacchi effettuati al solo scopo di giustificare una reazione da tempo pianificata. Mentre nessuno degli accusati (Ucraina, Stati Uniti, Regno Unito) aveva alcun interesse a fornire a Putin il destro di annunciare una devastante «escalation» (fors'anche nucleare), il despota del Cremlino aveva varie ragioni per puntare a una mobilitazione popolare per un fatto grave e sanguinoso come l'attacco del 22 marzo: lo stallo in essere al fronte prima di tutto e l'assenza di prospettive belliche a breve in assenza dell'«escalation» di cui stiamo dicendo. [...] Per questo motivo, l'antico e mai dismesso «cui prodest?» (a chi giova?), insistiamo sull'«operazione domestica», l'unica che può dare una risposta razionale al complesso di buchi e di inefficienze che hanno accompagnato l'attacco, prima (dalla sottovalutazione degli avvisi Usa alla mancata attivazione dello stato di emergenza) e dopo con una fuga che si arresta nelle vicinanze del confine ucraino.

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