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Ekaterina Antropova

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Kate Antropova (2024)

Ekaterina "Kate" Antropova (2003 – vivente), pallavolista russa naturalizzata italiana.

Citazioni di Ekaterina Antropova

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Citazioni in ordine temporale.

  • Essere stata convocata con la nazionale italiana è stata un'emozione unica. [...] Avrò modo di confrontarmi con le migliori giocatrici mondiali e sarà interessante vedere dal vivo tutte quelle pallavoliste che ho seguito finora alla televisione. I tuoi modelli ora diventano le tue avversarie.[1]
  • Pur di giocare sarei disposta a fare anche il libero. Non mi voglio mettere limiti alla possibilità di migliorarmi, posso entrare in campo come schiacciatrice, come opposto, a me va bene tutto.[1]
  • La Russia è dove ho vissuto la mia infanzia e l'adolescenza [...]. È parte di me e lo sarà sempre. L'Italia è dove sono diventata una giocatrice di pallavolo e una donna.[2]
  • [«Ma pensa in italiano o in russo?»] A seconda delle circostanze. Quando mi arrabbio, però, preferisco l'italiano: è più espressivo.[2]
  • In tanti mi dicono che sono diversa in campo. Quando gioco sono più emotiva. Poi, se uno mi conosce, si rende conto che non sono così fredda come sembro alla prima impressione.[3]
  • [«[...] come vive questo eterno confronto con Egonu?»] Più che altro, non lo capisco. Siamo diverse. Divido gli opposti in due categorie: in una ci sono Paola e Vargas, dotate di un talento naturale incredibile. Nell'altra ci metto Boskovic, Haak che hanno raggiunto quel livello col lavoro. Non so chi sia più forte, ma se Paola salta due metri e attacca una diagonale strettissima, bisogna solo applaudire. Io posso fare altro, faccio parte della categoria di chi deve osservare, provare, riprovare e continuare a lavorare.[4]
  • [...] le rivalità personali lasciano il tempo che trovano. [...] Non è necessario essere amiche in una squadra, l'importante è lavorare per il bene comune.[4]

Intervista di Alessandro Garotta, volleynews.it, 24 maggio 2022.

  • Quando si affronta una squadra come Conegliano è necessario dare qualcosa di più rispetto al solito.
  • Non mi sono sentita la trascinatrice [...]. Vedo la pallavolo come uno sport di squadra. Magari ci può essere una giocatrice che segna un maggior numero di punti, ma non va dimenticato che prima c'è qualcuno riceve, difende o alza. Per vincere le partite non basta solo avere un'attaccante che fa tanti punti.
  • In generale, mi sento russa, visto che ho vissuto in Russia per 15 anni. Tuttavia, a livello sportivo, mi considero italiana perché ho acquisito la maggior parte delle competenze pallavolistiche in Italia: credo sia giusto nei confronti di tutte le persone che mi hanno aiutata a crescere come giocatrice.
  • Di solito, non mi pongo obiettivi in termini di risultati o trofei perché se la squadra dimostra di essere unita e coesa le vittorie arrivano di conseguenza.

Intervista di Giorgio Marota, corrieredellosport.it, 17 aprile 2024.

  • Per sfidare Conegliano [...] mi porterei un elmo da mettere in testa, una corazza e poi sotto delle ginocchiere rinforzate, perché bisognerà difendere alla morte su ogni palla.
  • [«Lei guarda le statistiche?»] Solo quando le cose vanno male.
  • [...] non credo che si possa arrivare in alto senza farsi il mazzo in palestra giorno e notte. [...] quando vedo Boskovic, Haak e Stysiak tirare il pallone dico "oddio", poi mi riguardo il video dieci volte, guardo come mettono i piedi, studio il colpo e forse, e dico forse, mi riesce. Se vedo Vargas schiacciare a quelle velocità incredibili oppure Egonu che colpisce in cielo per quanto salta, penso che lì non arrivo. Non ancora, almeno.
  • [«Il suo rapporto con la pressione?»] Prima di una grande partita dormo e mangio. Qualche volta mi sale un'ansia assurda, ma solo a ridosso della gara. Cerco di aiutarmi seguendo una routine: non scherzo, non parlo con nessuno, mi concentro su me stessa. Se poi la prima palla va bene, tutto fila liscio.
  • [«Lei è arrivata in Italia a 14 anni dalla Russia. Che ruolo ha avuto lo sport nell'integrazione?»] Quando entri in palestra e ti accorgi che il pallone è sempre rotondo, tutto diventa più facile. La pallavolo è stata un ponte tra me e le altre ragazze. La scelta della Nazionale è stato il mio "grazie" a questo Paese e a tutte le persone che ho incontrato lungo la strada.

Note

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  1. a b Dall'intervista di Stefano del Corona, Finalmente Antropova: "La maglia azzurra, che emozione", gazzetta.it, 7 maggio 2023.
  2. a b Dall'intervista di Pierfrancesco Catucci, Antropova: «Gli Europei in extremis da italiana. Io e Paola Egonu assieme? Certo», corriere.it, 11 agosto 2023.
  3. Dall'intervista di Gian Luca Pasini, Italia nel segno di Antropova: "L'azzurro è un'emozione unica", gazzetta.it, 26 agosto 2023.
  4. a b Dall'intervista di Pierfrancesco Catucci, Antropova su Egonu: «Non è una mia amica, siamo anche diverse. Ecco perché», corriere.it, 12 aprile 2024.

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