Elena Guarnieri
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Elena Guarnieri (1967 – vivente), giornalista, autrice televisiva e conduttrice televisiva italiana.
Intervista di Daniele Autieri, polizia-penitenziaria.it, 20 ottobre 2009.
- Fare cronaca nera è probabilmente uno degli ambiti più difficili del giornalismo, anche a livello psicologico perché da un lato il giornalista deve dare la notizia e dall’altro tenere conto della sensibilità e dell’umanità degli individui che sono al centro della vicenda, siano essi i presunti colpevoli o i parenti delle vittime. È un'operazione molto faticosa riuscire a non entrare in sintonia con l'altrui umanità e non farsi coinvolgere emotivamente. Per questo, quando conduco il telegiornale e mi trovo a lanciare un servizio di cronaca nera, cerco sempre di rispettare due regole fondamentali: un linguaggio semplice e facilmente comprensibile e il ricorso al condizionale dei verbi. Il giornalismo, anche in passato, si è reso colpevole di veri e propri massacri a mezzo stampa. Penso ad esempio al caso di Enzo Tortora. Chi fa televisione ha un potere smisurato, anche più della carta stampata perché il mezzo immediato e parla a un pubblico di massa. Il telespettatore vede la tua faccia, si affeziona e si fida di quello che dici. Per questo un giornalista, soprattutto un conduttore di telegiornale, deve sempre stare attentissimo e mai aggiungere la propria opinione.
- Purtroppo quello delle carceri è un mondo di cui si conosce ancora pochissimo e credo siano di fondamentale importanza tutte quelle iniziative organizzate dai penitenziari e volte ad una maggiore integrazione tra chi sta dentro e chi sta fuori. Mi riferisco a progetti come il teatro in carcere, agli esperimenti di pasticcerie o di panetterie gestite dai detenuti. Sono iniziative molto importanti perché permettono anche a chi sta pagando le sue colpe attraverso una pena di sentirsi utile, ma parallelamente avvicinano la gente al mondo delle carceri, la sensibilizzano e la liberano di molti pregiudizi.
- Sicuramente obiettività ed equidistanza sono due valori fondamentali per un giornalista, anche se dipende dal tipo di giornalismo che si fa. Un conduttore di telegiornale deve mantenersi quanto più possibile terzo rispetto alle parti e non deve mai far trasparire il proprio giudizio. A un telespettatore non interessa sapere il mio giudizio su un politico piuttosto che su un altro, ma si aspetta che gli racconti il fatto. Diverso è il caso di un opinionista, che invece deve mettere del suo con trasparenza e argomentazioni convincenti.
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