Elvira Dones
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Elvira Dones (1960 – vivente), scrittrice, sceneggiatrice e giornalista albanese.
Citazioni di Elvira Dones
[modifica]- [L'intervistatrice chiede: Qual è l'antidoto contro la guerra?] La bellezza e la decenza. Quest'ultima parola mi permetto un attimo di spiegarla meglio anche se non so[1] se riesco a esprimere la forza che questa parola racchiude per esempio in inglese, che in questo caso è un filo diverso dall'italiano: decency in inglese quindi, ha a che fare con una maggiore forma di umiltà, di capacità di ascoltare e di assorbire il mondo senza aggressività.
Quando invece, parlo di bellezza, non parlo semplicemente di una bellezza estetica esteriore, ma parlo del comportamento umano, parlo della bellezza di sapere ascoltare l'altro, di sapere affrontare anche la guerra con la dignità delle donne come quelle Kosovare per esempio. Io ho tantissime amiche in Kosovo e vado a trovarle spesso a Prishtina. In quella città, ci lascio il cuore ogni volta che vado. Forse perché appunto, i 78 giorni di guerra, li ho vissuti in modo molto stretto attraverso gli occhi e i racconti dei miei amici e amiche kosovare a Prishtina, ma anche in Svizzera.
Le donne Kosovare mi hanno insegnato cos'è la bellezza. Quelle donne mi hanno raccontato lo stupro con una sobrietà e dignità incredibile![2]
Intervista Sabrina Campolongo, rivistapaginauno.it, 10 dicembre 2010.[3]
- [Sulle vergini giurate] Trovo la definizione "antico orrore" una scorciatoia, una semplificazione. Con questo non voglio dire che sia bellissimo che una donna venga privata dalla sua sessualità, e soprattutto della possibilità di dare amore a un uomo. Però va detto che il Kanun è una raccolta di leggi ancestrali complessa. Le vergini giurate sono sì il prodotto di una forma mentis prevaricatrice che nei secoli ha posto la donna sull'ultimo gradino della società, ma al contempo le ha lasciato uno spiraglio. È uno spiraglio feroce? Sì. Ma è, al contempo, un compromesso. Gli uomini concedono "la libertà" e il diritto della ribellione a una donna. Se la donna imbocca quella strada gli uomini la rispettano; la accolgono come loro pari. È come una elaboratissima pièce de théâtre[4], basta vedere le cose nella loro complessità, invece di usare soltanto un pennello imbevuto di nero...
Tutto è nato secoli fa, si è protratto nel tempo per diverse ragioni e sta morendo ora con l'era moderna. Ma guardiamolo da un diverso punto di vista: fare voto di castità, rifiutando il marito scelto dal padre, per esempio, è una forma di ribellione. La fai franca, sei libera di andare ovunque senza sentire in ogni momento il fiato sul collo, senza dovere pendere dal giudizio del fratello, del padre che ha in mano il tuo "onore". Diventi socialmente un uomo, quindi smetti di essere un oggetto a vita. - Io scrissi il libro[5]affascinata dai monti del nord dell'Albania e per amore delle genti che lo abitano. Ero affascinata dalla solitudine delle donne-uomo; la solitudine interna, quella mai espressa ad anima viva. Le parole pesano, da quelle parti; il silenzio è quasi d'obbligo; se attraversi le vallate ti trovi avvolto da un manto di sublime bellezza. A volte la bellezza uccide. Ma la bellezza uccide ovunque, no?
- L'America è altamente imperfetta ma è abbastanza calda per dirti, ogni volta che arrivi all'aeroporto: Welcome home. L'accento, che sia pesante o leggero, non spaventa nessuno. L'America fa casa. È casa.
- L'Albania è un amore quasi atroce, ti risucchia, perciò ci devi stare attento. È un Paese straordinario, intenso, nel bene e nel male.
Note
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